Imperiali ha detto che “il 2020 sarà ricordato come l’anno in cui la popolazione italiana, segregata dal Covid-19, ha giocoforza compiuto un gigantesco balzo sul fronte della digitalizzazione. Si è dotata, infatti, di nuovi collegamenti internet e di nuovi device; ha imparato velocemente a governarli; ha avviato una fruizione più consapevole dei contenuti multimediali”.
Ma il presidente di Auditel non ha mancato di sottolineare “una inquietante zona d’ombra: 3,5 milioni di famiglie italiane ancora non dispongono di una connessione alla rete; famiglie che rischiano, nel nuovo contesto, di essere totalmente emarginate dalle dinamiche sociali in atto”. Imperiali ha poi messo l’accento sulla crescente concentrazione del mercato TV dovuta “all’irrompere di soggetti con dimensioni di scala globali e che sfuggono a ogni forma di regolamentazione e controllo” con “un aumento della pressione competitiva sugli operatori tradizionali”.
La combinazione di questi fattori sta radicalmente ridisegnando l’industria televisiva, ma, avverte il presidente di Auditel, “non è un level playing field. Non stiamo assistendo, cioè, a una normale e normata competizione. Semmai, vediamo consolidarsi, giorno dopo giorno, condizioni di concorrenza asimmetriche e sempre meno eque ed uniformi. Accresciute da uno squilibrio crescente tra la dimensione globale e quella locale degli operatori europei. Non è esagerato dire, perciò, che, se non interverranno correttivi quanto mai urgenti, la cosiddetta democrazia digitale rischia di essere inghiottita da una oligarchia dispotica”.
Imperiali, perciò, ha voluto ricordare che “le Istituzioni e le Autorità di regolazione hanno un ruolo più che mai fondamentale in questo rivoluzionato contesto. Soprattutto alla luce della stagione costituente che, negli ultimi mesi, sta caratterizzando le decisioni europee finalizzate a ricondurre le nuove tecnologie – e i fenomeni che ne derivano – all’interno di un sistema normativo condiviso”.
“La TV ha oggi più che mai un ruolo centrale nella vita del Paese – ha concluso il presidente di Auditel -. Un ruolo accresciuto dall’allargamento dei suoi confini. Non prenderne atto e non intervenire significa mettere a repentaglio un pezzo fondamentale della nostra vita democratica”.
La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha inviato un messaggio istituzionale: “Fondamentale si rivela il contributo di grande competenza ed esperienza fornito da Auditel in un contesto, come quello dei media e delle nuove tecnologie, sempre più complesso e articolato”.
Per Anna Ascani, sottosegretario allo Sviluppo Economico, “il percorso di innovazione tecnologica di Auditel è da apprezzare e sostenere. La tutela dell’industria TV è fondamentale per il Paese e per il suo sviluppo economico, nella prospettiva di valorizzare l’identità culturale italiana e la qualità dell’informazione”.
“Non posso che rivolgere un sincero plauso al ruolo di Auditel come strumento imparziale e tecnologicamente avanzato, che garantisce l’indipendenza e la piena trasparenza dei processi di misurazione, la verificabilità e la riproducibilità dei dati, la qualità e la credibilità delle attività”, ha detto Giuseppe Moles, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria.
Alberto Barachini, Presidente della Commissione di Vigilanza Rai ha sottolineato: “Guardiamo con grande favore il percorso che sta compiendo Auditel. Non solo per la complessiva modernizzazione del sistema ma anche per gli impatti e i risvolti che riguardano il servizio pubblico, che deve essere il traino di questa rivoluzione”.
Per Giacomo Lasorella, presidente AGCOM, “Auditel costituisce un presidio fondamentale e un’antenna straordinaria in grado di monitorare i cambiamenti in atto nella società italiana. L’Indagine sulle piattaforme avviata dall’Autorità rappresenta un intervento organico, con una metodologia innovativa, per mappare in maniera complessiva il mondo delle piattaforme e valutarne tutti gli effetti che producono nei mercati”.
(ITALPRESS).