“Il mercato italiano – spiega Rossi – è il più importante d’Europa. Il trasporto marittimo da e per le isole è senz’altro il comparto più interessante nel sistema trasportistico nazionale perchè noi abbiamo la più grande comunità insulare d’Europa, abbiamo il 37% del mercato europeo e in Italia lavora la più grande flotta di traghetti del mondo. Gli armatori italiani sono ai primi posti: primo posto per capacità di carico e per capacità di trasporto passeggeri e abbiamo tre compagnie nelle prime cinque al mondo. Di conseguenza – prosegue – è un mercato estremamente importante, popolato, con una giusta concorrenza ma che deve fare i conti con le regole ambientali. Gli armatori sono pronti – aggiunge – a investire e affrontare le sfide della decarbonizzazione”.
“E’ ovvio che questo deve essere fatto con intelligenza senza mettere a repentaglio il sistema trasportistico che è fatto di linee e di costi. Il prelievo Emissions Trading System (Ets) – continua – va a imporre una tassa, un aumento del costo del trasporto che non può essere posto a carico degli armatori ma deve essere trasferito a carico dei passeggeri. In questo contesto nasce l’esigenza di proteggere questo sistema perchè il sistema del trasporto è fatto di un costo che ormai è stabilizzato e che consente all’industria turistica delle isole di vivere una stagione importante per loro”.
“Noi abbiamo immaginato – afferma Rossi – di proteggere questa industria e abbiamo chiesto al governo che faccia un intervento, come ha fatto. Ci sarà il trilogo tra Commissione, Parlamento e Consiglio a breve, parte il 10 ottobre. Ci auguriamo – evidenzia il segretario generale di Assarmatori – che il governo possa intervenire facendo valere l’interesse nazionale che si basa soprattutto su un principio di proporzionalità: la norma deve essere applicata in Europa nello stesso modo e ovviamente l’Italia ha una particolarità geografica che rende questa norma particolarmente pericolosa”.
Di cosa hanno bisogno gli armatori per rispondere agli obiettivi nazionali e comunitari per la decarbonizzazione del trasporto marittimo? “Di una politica europea che tenga in considerazione le Autostrade del mare e le isole esentandole almeno temporaneamente dal pagamento dell’Ets. Abbiamo bisogno – spiega Rossi – che si investa per l’elettrificazione delle banchine. Ci sono fondi Pnrr per 700 milioni, devono essere spesi con intelligenza dando priorità a quelle banchine che accolgono le navi in servizio di linea per le isole, per le Autostrade del mare. Occorre fare investimenti: c’è un piano degli investimenti supportato dallo Stato per 500 milioni che darà la possibilità agli armatori di investire nel rinnovo delle flotte o nell’ammodernamento degli impianti di propulsione e in questo contesto – continua il segretario generale di Assarmatori – ci si attende che ci sia anche uno sviluppo della ricerca per individuare il carburante del futuro”.
“Questo settore, che non è fatto soltanto di traghetti, è ancora alla ricerca del carburante alternativo perchè oggi non è ancora stato individuato – prosegue -. E’ difficile fare investimenti in nuove tecnologie a bordo senza sapere quale sarà il carburante che sarà disponibile nella rete di distribuzione a terra. Posso anche avere una nave che va a idrogeno ma se poi non trovo l’idrogeno in banchina è inutile. E’ un contesto in divenire e molto complesso. ‘Fit for 55′ – aggiunge Rossi – dà spazio a una politica ambientale europea che è del tutto condivisibile: l’Europa deve essere al centro dell’illuminismo ambientale. E’ ovvio che questo deve essere fatto tenendo in considerazione che l’impatto in materia marittima in Germania, in Polonia e nei paesi baltici è infinitamente inferiore rispetto a quello che accadrà in Italia. Questo è quello che abbiamo detto al governo. Lo abbiamo detto rappresentando oltre il 60% di questo mercato e di conseguenza – conclude – speriamo che questo invito che l’armamento fa alla politica sia raccolto e gestito in maniera intelligente nei consessi europei”.
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(ITALPRESS).