Mosca, però, respinge le accuse al mittente: secondo il ministero della Difesa russo, a dare fuoco alla struttura sarebbero stati i “nazionalisti ucraini” durante “il ritiro delle unità della 79esima Brigata d’assalto aviotrasportata delle Forze armate ucraine”. “Le unità delle forze armate russe che si trovavano a nord di Svyatogorsk – si legge in un aggiornamento sul canale Telegram del ministero di Mosca – non effettuano operazioni di combattimento in quest’area e non bombardano il territorio della riserva storica e architettonica di Svyatogorsk”.
L’offensiva nel Donbass prosegue e dalla città di Severodonetsk, al centro della battaglia di questi giorni, arrivano notizie ancora una volta contrastanti. Per il generale russo Mikhail Mizintsev, citato da Interfax, le forze ucraine si stanno ritirando da Severodonetsk in direzione di Lysychansk. Per lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, invece, i combattimenti continuano per stabilire il “pieno controllo sulla città”.
Sul piano diplomatico la situazione è ancora tesa. Per il negoziatore ucraino David Arakhamia, i colloqui con la Russia potranno riprendere solo dopo l’arrivo di nuove armi dall’Occidente e quando la posizione dell’Ucraina sarà “rafforzata”, in base a quanto riporta il Guardian. Il presidente russo, Vladimir Putin, però, non si mostra preoccupato dalla fornitura di armi a Kiev da parte di altri paesi. Per Putin, la Russia le schiaccierà “come noci” mentre già “decine di unità sono state distrutte”, ha detto in un’intervista televisiva citata da Ria Novosti e Tass. Lo scontro continua, quindi, anche sul piano verbale e le speranze per un rapido accordo di pace sono ormai minime. Nel frattempo, Papa Francesco è tornato a parlare di un suo possibile viaggio nel Paese in guerra e lo ha fatto rispondendo a un bambino ucraino: “Avrei voglia di andare in Ucraina” ma “devo cercare il momento giusto per farlo”, ha detto il Pontefice.
Intanto non si registrano segni di distensione nei rapporti tra Mosca e Occidente. E la Russia pone attenzione anche su ciò che accade in Italia. “I connazionali sono preoccupati – scrive su Facebook l’Ambasciata russa a Roma – per il limitato accesso ai media russi in Italia e, di conseguenza, per la mancanza di informazioni obiettive sulla politica e sulle azioni della Russia nel quadro dell’operazione militare speciale, che è particolarmente significativa nel contesto della pressione propagandistica dell’Occidente collettivo e un’aperta campagna anti-russa nei media italiani”. Per i russi, “la trasmissione di informazioni sugli eventi che si svolgono nel mondo viene effettuata esclusivamente sulla base di fonti occidentali o ucraine. Questo approccio parziale – si legge ancora nel post – ha un’influenza chiave sull’atteggiamento degli italiani nei confronti dei cittadini russi che vivono in Italia, così come degli immigrati di lingua russa dall’ex Unione Sovietica”.
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(ITALPRESS).