“Abbiamo un’occasione senza precedenti: poter condividere le nostre idee in tempo reale con un numero indefinito di persone, poter interagire in mille modi diversi e attraverso piattaforme diverse. Le opportunità per fare qualcosa di incisivo si moltiplicano e lo Yas è un esempio di questo”, ha aggiunto. Al Summit di quest’anno il direttore generale della Fao ha chiesto ai giovani massimo impegno. “Il direttore generale della Fao – ha ricordato la delegata italiana – ha detto che ha fiducia in noi e questa è davvero una grande iniezione di fiducia”.
“Lo Yas – ha spiegato Giabardo – non si ferma dopo le due giornate di conferenze ma va avanti attraverso i meeting settimanali e la Yas University. Quest’anno, a causa dell’impossibilità di incontrarsi fisicamente, si è voluto sfruttare la possibilità offerta dai mezzi di comunicazione digitali e prolungare questa esperienza, rendendola anche più arricchente ed efficace”.
Il tema del summit è “Feeding a hungry planet”. Ai cento delegati selezionati e provenienti da tutto il mondo è stato chiesto di proporre soluzioni basandosi sugli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. “Durante la mia laurea triennale – ha evidenziato – ho studiato viticoltura ed enologia. La mia passione è stata la protezione delle colture e mi sono appassionata a un approccio che tiene in considerazione tutti gli aspetti della sostenibilità, da quella economica a quella ambientale. Partendo da questa mia passione – ha continuato presentando il suo progetto – ho pensato che ci fosse la necessità di creare un momento di incontro tra studenti e operatori del mondo del lavoro”. L’obiettivo è offrire agli studenti “un’occasione per mettere in pratica quanto studiato” e ai professionisti la possibilità di “attingere direttamente dalla ricerca le strategie più efficaci ed efficienti per proteggere le colture”. “Questo momento d’incontro – ha aggiunto – è ancora in fase di elaborazione”.
Il percorso non è ancora terminato ma ci sono già importanti aspetti di questa esperienza da portare a casa, come i “contatti di giovani come me provenienti da ogni parte del mondo” ma anche altri “contatti professionali”, ha spiegato.
Anita Giabardo è nata nel 1997 ed è originaria di Pravisdomini, in provincia di Pordenone. Laureata in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche all’Università di Padova, ora si trova ad Athens, in Georgia (Stati Uniti), in quanto specializzanda in Crop and Soil Sciences alla University of Georgia. Resta, però, il legame con il territorio d’origine e anche l’idea di dare un contributo al suo sviluppo. “Sono sempre stata molto coinvolta a livello associativo in realtà che si occupano di valorizzazione del territorio. Coltivo ancora questo legame”, ha spiegato. Di fronte alle possibilità che si aprono anche all’estero, però, occorre “capire bene” cosa fare in futuro. In ogni caso, “credo che sia importante dare qualcosa indietro – ha affermato – perchè sento di aver ricevuto tantissimo dall’area da cui provengo”.
(ITALPRESS).