E nella stagione 1978-79 Castagner compie il suo capolavoro: la squadra chiude il campionato da imbattuta (impresa riuscita poi solo a Milan e Juve), con 11 vittorie e 19 pareggi, terminando al secondo posto, a tre lunghezze dai rossoneri campioni d’Italia. Dopo lo scandalo legato al Totonero, Castagner torna in B guidando prima la Lazio e poi il Milan, che riconduce nel massimo campionato facendo debuttare giocatori come Tassotti ed Evani. Guiderà anche l’Inter, con cui arriverà fino alle semifinali della Coppa Uefa, e poi Ascoli (vittoria in Mitropa Cup), Pescara e Pisa, fino al ritorno a Perugia, che riporta dalla C1 alla serie A, esonerato poi nel corso della stagione 1998-1999 in quella che sarà la sua ultima stagione in panchina. Al Grifone tornerà ancora qualche anno dopo, come presidente onorario dopo la gestione Gaucci, a riprova di un legame indissolubile, almeno fino ad oggi, quando la notizia della sua scomparsa gela lo stadio intitolato a Renato Curi, durante la gara con la Ternana. “Oggi è un giorno triste per lo sport. Ed è un giorno molto triste per la nostra città. Con Ilario Castagner se ne va una leggenda del calcio italiano”, il cordoglio del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, che ricorda soprattutto l’uomo, “una persona rara, un gentiluomo d’altri tempi”.
La Lazio lo ricorda come “una figura cara agli appassionati di calcio, unanimemente associata a un modo serio, professionale e pacato di vivere lo sport” mentre Lorenzo Casini, presidente della Lega di A, lo definisce “un personaggio simbolo del nostro sport, un uomo mai sopra le righe, esempio e maestro per molti calciatori e allenatori”.
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(ITALPRESS).