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Una voce nel mondo. Intervista a Carly Paoli
20 Dic 2017 07:00

All’età di 28 anni ha già incantato tutto il mondo: da New York a Roma, passando anche dal castello dei Windsor. Ha duettato con i più grandi artisti internazionali, da Andrea Bocelli a Jose Carreras.

Carly Paoli è  nata in Inghilterra da padre inglese a madre di origini italiane. Il suo brano “Ave Maria” è stato scelto come canzone ufficiale al Giubileo.  La sua carriera è in continua ascesa. L’anno scorso è stata protagonista del concerto di Rai1 “Music for Mercy”. A dicembre ha anche tenuto il concerto “La Dolce Vita” a Roma. Il 30 giugno è uscito il suo primo cd “Singing my dreams”, prodotto da Abiah Music e disponibile su Amazon e ITunes. Alcuni giorni fa ha registrato a Lecce  il video musicale di “I’ Te Vurria Vasà” prodotto sempre da Abiah Music, una nuova versione che rende omaggio alla Puglia e a Tito Schipa.

Chi è Carly Paoli oggi?

Sono una donna che felicemente fa parte del mondo della musica da qualche anno. Sin da bambina, ho sempre amato l’arte dei suoni; ho sempre guardato i film d’animazione della Disney imparando a memoria le canzoni dei personaggi. All’età di circa 9 anni, mia madre mi comprò i cd di alcuni tra gli interpreti più conosciuti al mondo; è stato proprio in quei momenti che ho capito che la musica sarebbe stata la sua vita.

Sei inglese, cosa rappresenta per te l’Inghilterra? E l’Italia?

Sono nata a Nottingham ma il mio legame con l’Italia è fortissimo; mio nonno materno era pugliese. Ho trascorso molte estati nel Salento, precisamente a Spongano. Trascorrevo le serate cantando per le piazze cittadine cinque giorni su sette; quelle serate erano lezioni di musica senza prezzo. In Inghilterra ho ancora parte della mia famiglia. A partire dai 9 anni ho iniziato a prendere lezioni di canto con la professoressa che ancora oggi mi segue. Ricordo ancora quando, finita la scuola andavo ai corsi di ballo, recitazione e canto facendomi portare avanti e indietro in macchina da mia madre.

Se non avessi fatto la cantante, cosa avresti fatto?

Non ho mai pensato di fare altro se non la cantante, anche se ammetto che mi è sempre piaciuto dipingere. I miei genitori mi hanno sempre incoraggiato, anche se mi hanno sempre detto che se volevo intraprendere la carriera musicale, avrei dovuto essere in pari con tutti gli esami.

Cosa rappresenta per te la musica?  

E’ un vero e proprio amore da condividere con il pubblico. Riesce a portare ogni singolo spettatore in un’altra dimensione e mi auguro che la mia voce possa contribuire.

L’anno scorso sei stata protagonista del concerto di Rai1 in diretta dai Fori Imperiali “Music for Mercy” e a giugno ha preso parte al concerto di Rai1 “Con il Cuore nel nome di Francesco”.  Quali fini ha la musica negli ascoltatori?

Credo che la misericordia sia importante per ogni cultura del mondo; ecco che il messaggio di Papa Francesco è più che mai attuale. I talenti e le voci che abbiamo altro non sono che regali di Dio e ritengo che, esibendoci a un pubblico, restituiamo il regalo che ci è stato fatto.

A dicembre hai tenuto il concerto “La Dolce Vita” all’Auditorium Parco della Musica a Roma. Un concerto- viaggio musicale nelle colonne sonore del grande cinema italiano. Quale effetto ti ha fatto?

E’ stato bellissimo esibirmi avendo sullo sfondo lo schermo gigante nel quale veniva proiettato il film: l’emozione è stata doppia! In Italia ci sono talenti davvero unici come per esempio Ennio Morricone la cui musica è celebrata in tutto il mondo.

Recentemente, il 30 giugno, è uscito il tuo primo cd “Singing my dreams”, grande successo in Inghilterra. Nel  mondo in cui viviamo possiamo ancora sognare?

Certo che sì! Non dobbiamo mai smettere di sognare. Nella canzone “Ave Maria” canto “questo mondo è ancora bello”: credo sia proprio così. Non esiste solo la malvagità, ma anche la bontà e  persone buone. Dobbiamo cercare la bellezza perché esiste.

Il 16 dicembre sei stata protagonista insieme a Federico Paciotti del Christmas Concert a Noci (Ba) all’Abbazia Madonna della Scala. Emerge ancora lo spirito natalizio?

Sì. Per me, è la famiglia. Il 25 dicembre torno in Inghilterra e ad aspettarmi ci saranno una ventina di persone.

Cosa consiglieresti a quei giovani che vorrebbero intraprendere una carriera come la tua?

Direi loro di non mollare. Capita spesso che le persone abbiano successo senza avere talento e questo va a discapito di chi invece ce l’ha davvero. Se abbiamo un sogno dobbiamo fare di tutto per proteggerlo. Dobbiamo essere dei combattenti, sempre. (Foto in primo piano di Marco Rossi)


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