Nei ringraziamenti di Paolo Sorrentino ne è mancato uno che io avrei fatto. Ovvero a chi ha finanziato e distribuito il suo film. La Medusa.
La Medusa è stata per decenni la Casa dei più grandi autori italiani. Ha finanziato e distribuito enormi successi. Conquistato grandi premi, fatto esordire importanti registi.
Oggi ha finanziato La Grande Bellezza e portato a casa un Oscar. Ma nessuno che l’abbia nominata. Eppure un film non è un quadro né una poesia. Un film ha bisogno di coraggio e denari da parte di chi vuole investire nel cinema. Medusa questo coraggio l’ha sempre dimostrato e ha portato nelle tasche della casa madre Mediaset centinaia di milioni di euro e dato lavoro a migliaia di persone.
Soprattutto ha portato prestigio. Alcuni film non hanno funzionato? Beh, non esiste nessuno Studio ad Hollywood che non sbagli film. Fa parte del gioco. L’industria del cinema è fatta di coraggio, di investimenti e di tenacia.
Eppure Medusa sta subendo una lenta indecifrabile morte per eutanasia da parte della gestione del suo padrone. Berlusconi avrà forse legittime ragioni per asfissiare quella che fino a pochissimi anni fa era la più importante, insieme a Rai Cinema, casa di produzione e distribuzione del cinema italiano. Un paese senza cinema e senza cultura è un paese povero, con meno energia, meno lavoro, meno prestigio e una statura sempre più piccina.
Mi auguro che questo Oscar vinto da Paolo con un film che ha innegabilmente conquistato i premi più importanti del mondo come gli European film awards, il Bafta, gli Hollywood film awards, il Golden Globe e naturalmente l’Oscar, oltre che il cuore della critica e del pubblico internazionale, faccia rivedere i piani di demolizione di una delle pochissime ma migliori cose che Berlusconi abbia costruito nei suoi migliori anni: Il Cinema libero e senza bandiere e propaganda. Ma solo cinema. A volte grande davvero.
La Grande Bellezza andava rimesso nelle sale immediatamente dopo la sua trionfale vittoria. Non in televisione. Al di là dei risultati ottenuti, è un film che ha bisogno di essere visto al cinema perché possa davvero avere voce.