Si chiamava Luigi Scaglia, ingegnere milanese che dal monte Pellegrino allungò lo sguardo immaginando Mondello.
Era il primo ‘900 e l’ingegnere diede fondo al suo patrimonio per tramutare quel sogno in realtà, ottenendo la concessione dal Comune di Palermo.
Dal nulla spuntò però una società, fatta di italo e belgi, che con un progetto uguale (ma proprio uguale) a quello dell’ingegnere, scippò concessione, Mondello e relativo sogno al proprietario legittimo.
L’epoca delle cabine e delle baracche era ancora da divenire, ma l’ingegnere Scaglia ci rimase male uguale: trovato un albero di fico, poco dopo, s’impiccò.
Per qualche oscuro peccato originale in Sicilia le cose belle nascono spesso associate a latrocinio, alla violenza e finanche alla morte.
La storia della spiaggia di Mondello, dorata baia di una città che altrimenti sarebbe solo una sacca, non fa eccezione alcuna.