Cerignola 14.06.2016 (DM) – Una sterzata culturale ha risvegliato Cerignola con Indiegesto 2016 – La giornata della partecipazione giovanile, andato in scena l’11 e il 12 giugno in una location incantevole, quella di Palazzo Coccia, luogo dal forte valore storico-simbolico, teatro della rivendicazione dei diritti e della dignità dei contadini e nel quale fu scritta la prima pagina di quello che sarebbe stato il sistema d’impresa.
In nome di un nuovo concetto di rivendicazione, quello dei giovani come vero capitale sociale e reale risorsa per trasformare la città, l’evento, giunto alla sua ottava edizione e organizzato dai ragazzi del “Laboratorio sociale Resurb”, ha raggiunto cifre record in termini di partecipazione: un centinaio di iscritti, numerosissimi visitatori, 20 laboratori creativi in cui giovani artisti e professionisti hanno messo le loro competenze, in maniera gratuita, al servizio dei ragazzi del territorio per dar vita ad una grande esperienza di scambio e partecipazione. Fumetto, teatro, musica, fotografia, stencil art, video maker, cucina, giocoleria, scrittura creativa, danza e tanto altro ancora: ai ragazzi, dai 15 anni in su, non è mancata affatto la scelta sul laboratorio da seguire per facilitare la propria creatività e giungere alla realizzazione di un lavoro da presentare nella fase finale dell’evento.
Indiegesto rappresenta una sorta di manifesto dei ragazzi del “Laboratorio sociale Resurb”, la cui mission, riportata nitidamente sulle t-shirt indossate durante l’evento, è far risvegliare il territorio in cui vivono, pigro e assopito, perché, come recita il loro slogan, “questa città non ci morirà tra le braccia”. Proprio durante l’incontro pubblico tenutosi in apertura dell’evento a cui hanno preso parte, guidati nel confronto dal giornalista Micky Definis, Monsignor Luigi Renna, Vescovo della diocesi Cerignola-Ascoli Satriano, Elena Gentile, Europarlamentare, il docente Gerardo Totaro e Vincenzo Colucci, Presidente di Resurb, la lente d’ingrandimento è stata puntata sulla questione della presunta scomparsa dei giovani dallo spazio partecipativo “ perché – ha chiosato l’Onorevole Gentile – le agenzie educative classiche, scuola e famiglia in primis, hanno smesso di esercitare il loro ruolo e hanno consegnato il capitale sociale rappresentato dai giovani ad altre agenzie che non hanno la consapevolezza di orientarli. E’ fondamentale recuperare questo capitale che evapora, affidato troppo spesso alla strada, bisogna cambiare il senso e la densità del messaggio che oggi la scuola lancia ai ragazzi. Non basta un patrimonio nozionistico che poi si riversa in un mondo del lavoro che sfrutta i giovani. L’esempio di un imprenditore illuminato come Olivetti ci insegna il welfare aziendale che dà fiducia al suo capitale sociale. Bisogna ripensare il sistema del mondo di impresa e i giovani, come i ragazzi di Resurb, possono essere i veri innovatori dentro una nuova visione di bene comune”.
Il laboratorio sociale Resurb, nato nel 2011 da un’idea di un gruppo informale di ragazzi e giovani che scelsero di dar vita a uno spazio in cui poter sperimentare forme nuove di socialità, di solidarietà, di impegno sociale, ha in sé quell’idea di resistenza urbana per la quale non si devono assecondare le logiche della massa, le lusinghe del consumismo, dell’utilitarismo, del “fanno tutti così”. I giovani di Resurb vogliono rappresentare l’incrocio tra il “centro” e la “periferia” culturale della città e con Indiegesto cercano in ogni edizione di favorire quest’incontro “ nel quale ci apriamo alla città, quest’anno ancor di più – spiega Vincenzo Colucci, presidente del laboratorio sociale – perché la nostra è una resistenza urbana, una resistenza a non andare via, a restare. Il nostro evento è interamente autofinanziato e autorganizzato, si regge sul sostegno degli amici di Resurb che, come possono, danno il loro contributo: da chi ha in maniera totalmente volontaria e gratuita seguito i laboratori, a chi ci ha offerto il pranzo, la cena, la strumentazione, i tavoli, i gazebo, il proiettore, le pentole: anche loro sono parte integrante di una comunità che cresce e che fa rete. I nostri contatti social sono stati letteralmente invasi da richieste di iscrizione ai laboratori, Palazzo Coccia ha preso vita grazie ai ragazzi. La nostra è una resistenza alla dispersione dei giovani che, troppo spesso, scelgono le vie più facili o credono in un futuro possibile solo lontano dalla loro terra. Il mio grazie più bello ed emozionante va ai “guerrieri” del Resurb: le mani sporche, il sudore sulla fronte, gli occhi stanchi, la disponibilità incondizionata sono il segno incontrovertibile che esiste una comunità giovanile, che è reale, che cresce e che non si stancherà mai di lottare per le cose in cui crede”.
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