Educare. Questa la parola chiave del pensiero di Marcella Cannariato, imprenditrice, da oltre 30 anni impegnata nel settore delle assicurazioni – a capo di A&C Broker – premiata di recente dal Comune di Palermo come una delle “Grandi Donne della Sicilia“. Sì, perché bisogna partire dalle scuole per educare la gente all’impresa, alla legalità e al concetto che “prima di essere uomini, donne, etero o omosessuali, siamo intelligenze“.
Incontrata nel suo ufficio palermitano da Resto al Sud, infatti, la broker ha affermato che “nelle scuole del Meridione non si parla mai d’impresa. I ragazzi vanno educati così non faranno più parte della generazione del Grande Fratello – che ha appiattito la qualunque – ma si rimboccheranno le maniche e si daranno da fare. Soprattutto bisogna far capire che non è il posto fisso che può far muovere il Paese e in particolare il Mezzogiorno. Occorre far valere questo principio: Andando avanti io, faccio andare avanti anche gli altri“.
Il Sud, poi, è penalizzato da vari fattori. Innanzitutto, perché vige la cultura dell’assistenzialismo. Ma soprattutto perché il Mezzogiorno è danneggiato dalla “mediocrità degli uomini che ci governano. Il problema non è solo l’alto costo dei loro emolumenti ma anche la loro incapacità di cambiare davvero le cose. A causa, ad esempio, di una legge elettorale che consente l’occupazione dei posti che contano da parte di persone caratterizzate da un’intelligenza mediocre. I nostri politici non fanno ma annunciano e basta“.
“In tre mesi di governo – ha aggiunto la Cannariato, moglie di Tommaso Dragotto, uno dei leader dell’autonoleggio europeo – il governo di Letta avrebbe dovuto fare l’ira di Dio. Ma si è occupato di ben altro che dare una scossa all’economia del Paese. Perché non hanno subito tagliato sensibilmente i costi della politica? Noi imprenditori non possiamo più sobbarcarsi il peso del Paese sulle nostre spalle anche perché i politici non ci aiutano. Anziché parlare di IMU e compagnia bella, il governo dovrebbe puntare alla concessione di sgravi fiscali per le aziende che assumono e per le aziende che decidono d’investire su se stesse”.
“I politici, inoltre – ha aggiunto l’imprenditrice – devono incentivare, con la promozione di strutture fisiche di sostegno come gli asili nido, le donne ad entrare nel mercato del lavoro. Se questo accadesse, il PIL ne avrebbe un vantaggio immediato”.
“Insomma – tuona Marcella Cannariato – non c’importa più nulla di quello che i politici annunciano. Devono darci la possibilità di sviluppare lavoro, di partecipare alle gare degli enti pubblici e di non pagare le tasse finché questi non ci corrispondono quanto dovuto. Il Sud respirerebbe se fosse promossa una politica di ‘sgravi’“.
Quaggiù, poi, c’è un grave problema d’immagine: “Devono rendere accattivanti tutte le città del Meridione. Non solo alcune. Napoli, ad esempio, ‘si vende’ bene al contrario di quanto avviene in Sicilia, soprattutto nella sua zona occidentale, nonostante ci siano patrimoni favolosi come Segesta e Selinunte. Perché, infatti, non si è mai puntato davvero sul turismo? Ci potremmo campare e bene”.
Comunque, per l’imprenditrice siciliana il punto è soprattutto uno: “La politica non deve dare posti di lavoro. Deve smetterla di promettere. Il suo compito è quello di spianare la strada affinché si possa creare lavoro“.
Come detto, a Marcella Cannariato è stato conferito il premio di “Grande Donna della Sicilia“. Un riconoscimento che ha dedicato a tutte le donne dell’Isola. E soprattutto per loro ha deciso di dare luogo a “Fiori di Acciaio“, un canale su YouTube dove sono ospitate interviste a donne (ma anche a uomini) che possono rappresentare un esempio per chi vuole rimboccarsi le maniche e non rassegnarsi allo stato delle cose:
“Fiori di Acciaio – che prende il nome dal film dal 1989 con Sally Field e Julia Roberts – vuole essere promotrice di una ‘Terza Generazione’, adoperando come strumento internet, il più potente mezzo di comunicazione esistente. Lo scopo è catalizzare l’attenzione su diversi problemi, soprattutto riguardanti le donne, affinché possa essere utile nel quadro di un rilancio collettivo. Facendo qualcosa per gli altri e non più per se stessi”.
In questo contesto di potenziale rinascita, “le donne devono mettersi insieme, facendo rete. Se succedesse questo, faremmo bingo”.
In Italia, però, per raggiungere le pari opportunità c’è ancora tanta strada da fare: “Il tetto di cristallo non si è ancora rotto. Se ci fate caso, le donne che occupano posizioni di vertice nelle Istituzioni sono state scelte dagli uomini. Senza il loro placet, non sarebbe successo avere Laura Boldrini alla Camera, ad esempio. Ciò significa che le donne non si sono ancora smarcate dagli uomini e non hanno ancora la forza di proporsi in prima persona. Solo così riusciremo davvero ad essere una forza che conta quanto quella degli uomini”.
Eppure, il concetto da promuovere è di per sé semplice. “Prima di essere donne o uomini, noi siamo intelligenze. E le intelligenze femminili sono tante quante quelle degli uomini. Le persone, infatti, non vanno ghettizzate (e con ciò mi riferisco anche agli omosessuali). Il matrimonio, ad esempio, è un contratto (e non la celebrazione in Chiesa, ch’è tutt’altra cosa). Perché due uomini o due donne non devono avere gli stessi diritti di una coppia composta da un uomo e da una donna? Siamo tutti persone. La ghettizzazione è un male da estirpare“.
Infine, un pensiero sul femminicidio: “C’è sempre stato. Adesso è attenzionato perché le donne, piano piano, cominciano a smarcarsi dagli uomini. La punizione deve essere durissima: chi uccide deve ‘fetere’ (‘puzzare’ in siciliano) in carcere per tutta la vita. E, si badi bene, non è una questione di femminicidio o ominicidio. Chiunque toglie la possibilità ad una persona di vivere la propria vita non deve avere più il diritto di esistere liberamente”.
Il femminicidio, però, si può contrastare non solo con la rigidità della legge penale ma anche con l’educazione: “Bisogna andare nelle scuole – ha concluso la Cannariato – Dire ai ragazzini che le donne sono persone e sono intelligenze. Non sono affatto esseri inferiori. Siamo tutti persone, prima di essere maschi o femmine”.