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ll #Mezzogiorno positivo che bisogna raccontare per aiutare il #Sud
15 Ago 2015 07:18

Riuscire a parlare di Mezzogiorno positivo sembra essere diventata una sfida e non una necessità.

Il racconto degli elementi positivi del Sud, fatto di storie di coraggio e bellezza, è il letimotiv di queste ore che succedono l’ultima direzione nazionale del Pd.

Lo ha fatto Matteo Renzi, elencando – credo in ordine sparso – le punte di eccellenza di questo pezzo significativo d’Italia, lo hanno fatto i governatori ed i ministri che sono intervenuti nel dibattito al Nazareno. Visto da qui, dalla Basilicata, il confronto in casa Pd sul Sud è stata una buona occasione per fare il punto sulle priorità e sull’agenda di governo, ma anche l’ennesima occasione per ribadire posizioni di distanza e diversità rispetto alla maggioranza renziana. Cose di Pd, le solite.

Resta sullo sfondo il grande tema: il Mezzogiorno reale.
C’è un passaggio del discorso di Giorgio Napolitano in visita a Matera nel 2009 da presidente della Repubblica, che vale la pena ricordare: “Senza il Mezzogiorno non ci sarebbe stata l’Italia e non ci sarà sviluppo per l’Italia senza il Mezzogiorno. Per quanto duro sia trarne tutte le conseguenze, questa è una verità che deve guidare anche la politica delle istituzioni nazionali.” (Fonte: quirinale.it)

Dice bene Renzi quando incoraggia i gruppi dirigenti dem a sviluppare una trama narrativa differente e che possa far emergere il meglio che il Sud, ma l’Italia più in generale, ha nei suoi territori. Fanno bene i governatori del Sud, con stili e toni differenti, a porre sul tavolo del governo le urgenze e le visioni strategiche. Ed è un bene che a raccogliere le proposte ci sia un governo che ha il dinamismo nel proprio dna. Chiaro è che l’asse sul quale il Mezzogiorno si gioca la propria partita futura è quello delle infrastrutture, tema così strategico e necessario da mettere in secondo piano le altre questioni che, per brevità di scrittura, non possiamo elencare ma che meriterebbero approfondimenti singoli e serissimi. Il petrolio è una di queste, certamente.

Provo ad immaginare cosa potrà essere l’appuntamento del 2019 per Matera, con una rete infrastrutturale finalmente da capitale europea. E provo ad immaginare cosa ne sarà del polo dell’automotive più importante d’Europa, Melfi, con un forte investimento nelle reti di comunicazione con le grandi vie di tarsporto delle merci. Faccio il punto sulla Basilicata proprio perché è terra di mezzo tra le grandi aree urbane e sta vivendo una sua stagione di visibilità nazionale ed internazionale, senza precedenti.

Tra l’investimento di FCA a Melfi, i flussi turistici in ripresa verso Maratea e la sfida del 2019 per Matera, la regione dai due nomi vive oggi una nuova fase di segni più davanti a tag solitamente in forte contrazione. Una spinta propulsiva sta venendo da un settore che si sta presentando vitale ed energetico come il cinema. Tra i Sud, quindi, c’è un Sud che sta reagendo e sta gradualmente crescendo. A fare da coro ci sono anche le attenzioni della stampa internazionale che ne ha parlato in termini positivi, definendola “Terra di Cinema” (La Basilicate, terre de cinéma, Le Figarò; 06/03/2015 ), raccontandone la “Rinascita” (Basilicata’s renaissance, Financial Times; 06/03/2015), o esaltandone il suo patrimonio storico e archeologico (Discovering the Ruins of Italy’s Ionian Coast, The New York Times; 6/03/2015). L’elenco è ancora più lungo.

Questo frame va rafforzato e spetta a tutti, in prima persona, contribuire alla costruzione di un nuovo racconto. Non di fantasia, non di immaginazione, ma di dati e numeri reali. Per alimentare questa contronarrazione ho messo online un blog, che raccoglie il racconto dei territori fatto dalle persone. Si chiama #luogoideale ed aggrega interviste, brevi narrazioni, frasi, filmati e foto fatte (da me) lungo le strade della Basilicata. #Luogoideale vuole essere un tentativo di racconto basato sulla necessità di restituire al mondo quell’immagine positiva ed incoraggiante che torna ad esserci dell’Italia. Questo sforzo, non solo poetico o di mera geografia sentimentale, vuole raccontare la Basilicata attraverso gli occhi e le parole di chi l’ha vista e di chi si è emozionato vivendola o continua a farlo. Un percorso tra persone e territori, tra storie di resilienza e di resistenza, tra imprese di successo che primeggiano nei mercati e talenti che si fanno notare in giro per il mondo, portando con sè l’origine ed il demone dell’insoddisfazione che li distingue.


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