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La scoperta scientifica diventa impresa. Ricercatori brevettano una proteina e la trasformano in una crema

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Nuova tappa delle imprese innovative che restano al Sud. Anzi, puntano proprio sul Sud per crescere e conquistare quote di mercato. Come ha fatto l’azienda che ha brevettato una proteina per presentarsi sul mercato in maniera competitiva.

La prima produzione, poco più di un test per saggiare il mercato e valutare le reazioni dei consumatori, è andata più che bene. Le 1500 confezioni di LeniSo e SkinSo, una crema lenitiva e un siero anti-rughe, messe in vendita da un ristretto numero di farmacie napoletane, si sono esaurite in poche settimane. Così, ora, la start-up napoletana, di cui è amministratore unico Antonella Schiattarella, 41 anni, ha deciso di estendere la commercializzazione in tutta Italia e nella Francia meridionale. E di far partire, nel medio termine, una nuova linea di prodotti, quelli delle creme solari.

Una sfida difficile, se si considerano i principali competitor del settore. Ma, la nuova start-up napoletana ha una carta segreta da giocare. Anzi, una proteina, regolarmente brevettata, analizzata e riconosciuta a livello internazionale. Una proteina che, per la verità, oltre che ripianare le rughe e ringiovanire il viso, ha una funzione molto più importante: fornisce ossigeno alle cellule neutralizzando gli eccessi di radicali liberi.

È stata isolata 23 anni fa da Aldo Mancini, già ricercatore e dirigente medico presso la Fondazione Pascale, e che è il presidente della start-up napoletana. La molecola è stata subito identificata come un tipo di Manganese Superossido Dismutasi (MnSod). Da allora la scoperta ha fatto molta strada ed ha suscitato un interesse notevole proprio per la sua attività antiossidante.
Il 90% delle malattie metaboliche, che spaziano dall’infiammazione al cancro, sono causate da un eccesso di radicali liberi responsabili dello stress ossidativo, e che questa proteina riesce a neutralizzare, ripristinando le condizioni fisiologiche della cellula. Due brevetti, uno italiano e l’altro europeo, ottenuti rispettivamente nel 2007 e nel 2009, hanno confermato la novità e l’importanza dello studio effettuato da Mancini e dai suoi collaboratori, che però, fino al 2012 è rimasto nel cassetto, senza effetti concreti.

Per sfruttare commercialmente appieno un’invenzione del genere servono due cose: imprenditori disposti a scommetterci e una buona dose di capitali. Intanto è nata l’idea di partire con un investimento più contenuto, lanciandosi nel settore dei cosmetici. I prodotti, a quanto pare, funzionano considerato che la prima produzione si è esaurita solo grazie al passaparola. Ma, ancora più interessante, la linea di prodotti solari, che dovrebbe svilupparsi prossimamente. Da un finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana è scaturita una scoperta molto significativa: la proteina è in grado di proteggere organismi esposti a dosi letali di radiazioni ionizzanti, assicurandone la sopravvivenza e, soprattutto, senza che questi animali subiscano danni irreversibili. Questo esperimento, i cui risultati hanno meritato un brevetto negli Stati Ùniti una pubblicazione scientifica, è stato poi confermato in Russia, presso l’Istituto di Fisica Nucleare di Dubna che, in collaborazione con l’Accademia delle Scienze, ha permesso di dimostrare che la proteina riesce anche a proteggere organismi esposti a dosi subletali di radiazioni che, per la loro intensità, sono simili a quelle cosmiche.

Ma non basta. L’esperimento è stato disegnato in vista di una possibile utilizzazione di questa proteina per la protezione degli astronauti impegnati nelle spedizioni spaziali, dove si trovano esposti alle radiazioni cosmiche. Questi risultati aprono anche nuove prospettive per la prevenzione e trattamento della popolazione sulla terra che accidentalmente, potrebbe essere esposta a danni da radiazioni. E se la molecola è stata testata anche nella prospettiva di proteggere i cosmonauti, forse questa linea di prodotti (SkinSo, LenisSo e i prodotti che si svilupperanno in futuro) potrebbe essere davvero innovativa.

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Published by
Antonio Troise