Si chiama Hybrid, è salentina ed è una invenzione tutta in rosa.
Sono proprio tre donne, infatti, professioniste dell’Università del Salento, ad aver ideato il nuovo “protettivo ibrido organico-inorganico, nano strutturato e fotopolimerizzabile, trasparente, traspirante ed ecologico”.
Il brevetto ha alle basi idee chiare, così come spiega Mariaenrica Frigione, professoressa associata di Scienza e Tecnologia dei materiali, che ha diretto il gruppo di ricerca formato anche da Carola Esposito Corcione e Raffaella Striani, rispettivamente ricercatrice in Principi di Ingegneria Chimica e dottoranda del corso in Ingegneria dei Materiali e delle Strutture: “Sappiamo quanto le chiese del Salento soffrano del degrado della pietra, dovuto agli agenti atmosferici, ma anche quanta manutenzione necessitino le abitazioni costruite con questo materiale bello e fragile. Abbiamo pensato a un prodotto ibrido cioè contenente una componente organica e una inorganica […]Il prodotto è nano strutturato, cioè le sue componenti hanno dimensioni nanometriche e questo permette ad Hybrid di non alterare la naturale cromia della pietra, e fotopolimerizzabile, ossia capace di indurirsi dopo l’applicazione in poche ore alla luce, anche solare”.
‘In pratica Hybrid verrà applicato sulla pietra in forma liquida, ma dopo poche ore creerà una pellicola solida impedendo, sulla parte trattata, l’ingresso di acqua o di altre sostanze liquide, ovvero di quei fattori che ne determinano il degrado. Contemporaneamente, però, il prodotto permette alla pietra di respirare non impedendo la fuoriuscita di vapore acqueo eventualmente intrappolato e, poiché è trasparente, non altera l’aspetto superficiale della pietra dove è applicato. Come valore aggiuntivo, Hybrid non contiene solventi e non è tossico né per l’uomo né per l’ambiente’.
Una rivoluzione per la Pietra Leccese, dotata di una spropositata lavorabilità manuale tanto da renderla nota anche all’estero da sempre. Non a caso Lecce ed il Salento si dicono meravigliosamente adornati dal materiale che proprio la regione fornisce, litotipo tipico del Salento composto principalmente da carbonato di calcio, cemento calcitico e sostanze argillose. Composti che, appunto, donano alla pietra una versatilità unica.
Hybrid al posto del latte. La Pietra Leccese, infatti, proprio per la sua grande duttilità, è molto sensibile anche all’ azione meccanica degli agenti atmosferici, all’ umidità, all’ acqua e allo smog. Basti pensare che nel periodo barocco gli scultori, per rendere la pietra più resistente, la trattavano con il latte: la roccia veniva spugnata o immersa completamente nel liquido in modo da far penetrare il lattosio che avrebbe creato una sorta di strato impermeabile. Hybrid andrà proprio a preservare la Pietra, d’ora in avanti, affermandosi come una soluzione ottimale e di ultima generazione per il Salento e per tutti quei materiali dotati di alta porosità.
Il brevetto di Hybrid, di proprietà dell’ Università del Salento, è stato registrato grazie a un voucher finanziato dall’Arti, l’agenzia regionale per la Tecnologia e l’Innovazione della Regione Puglia e la sua licenza d’uso è stata già acquistata da un’azienda salentina che è pronta per la commercializzazione, ovvero la Dell’Anna Muia srl – Prodotti e soluzioni per l’edilizia, di Copertino.
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