Bernardo Bruno, quarantenne, molisano, specializzato in diritto d’impresa ce l’ha fatta. E’ uno tra i più richiesti nel suo settore, consulente di multinazionali tra l’Italia e l’estero; è contributor de Il Sole 24 Ore – su cui scrive in qualità di esperto di diritto d’impresa -; è stato scelto come relatore di uno dei più importanti convegni internazionali sulla tutela del made in Italy ( in programma nel prossimo autunno); ha più di 40 collaboratori come fondatore e titolare di uno studio legale (Bruno & Associati) che si occupa in maniera esclusiva delle imprese, operativo ormai da 17 anni che opera sia in l’Italia (Termoli -in ristrutturazione per nuova apertura-, Pescara, Padova e Milano), sia all’estero. Nonostante questo ha scelto il Molise come sua casa (Termoli, più precisamente che sostiene “di amare tantissimo”, anche perché essendo una meta turistica è ricca di opportunità) anche se confessa di essere “perennemente in viaggio, tra aeroporti e autogrill”.
Figlio d’arte – il padre è un noto e stimato penalista del territorio – Bernardo ha deciso di seguire la sua strada e grazie alla sua caparbietà e alla passione ha iniziato a percorrere la via del successo: “Il lavoro non mi pesa – fa sapere – è quello che voglio fare. Il mio studio, come un’azienda, fa orario continuato, e sarebbe impossibile il contrario”.
Ora il suo prossimo obiettivo è proprio quello di aprire una sede del suo studio a Termoli, la città in cui ha deciso di vivere, proprio perché ci vive bene, “benissimo”. “Questa città offre una qualità della vita tangibile. D’altronde ho iniziato da qui, con aziende locali”.
Riferendosi ai suoi collaboratori l’avvocato Bernardo Bruno riferisce: ”Siamo un team, specializzato in sei macro-aree, cioè il diritto civile e penale di impresa, la proprietà intellettuale, l’internazionalizzazione, il diritto bancario societario e la ristrutturazione. Mi piace pensare che siamo accomunati dallo stesso spirito, finalizzato a promuovere e difendere, attraverso la ricerca di soluzioni fornite dal diritto, le eccellenze e il made in Italy. E mi piace pensare che i miei collaboratori siano felici di lavorare in questo campo e in questo modo. Anzi, è uno dei criteri di selezione che perseguo”.
Ma nella filosofia di Bernardo Bruno c’è anche la sfida della globalizzazione intesa come “sviluppo di nuovi mercati, come accrescimento del bene comune, che passa attraverso la creazione di qualità ed eccellenza da esportare in tutto il mondo”.
“Le imprese più virtuose vogliono creare eccellenza, qualità, bene per tutti. Questo si traduce in una chiarezza di governance che determina una serie di scelte aziendali, prime tra tutte l’investimento in ricerca e sviluppo e la tutela della proprietà intellettuale, a garanzia di un enorme vantaggio competitivo nel mercato globale. E il mercato globale è solo uno strumento: come tale, implica effetti che dipendono dall’uso che se ne fa”. “Nell’ambito della globalizzazione le nostre aziende italiane godono di un benefit unico al mondo, – prosegue – che è il made in Italy come marchio di qualità. E’ in questo che l’eccellenza indiscussa del nostro modello di impresa ridefinisce gli standard della qualità e della competitiva”.
“La globalizzazione è sì dunque una scelta commerciale – chiosa l’avvocato di impresa – in via secondaria, ma è principalmente una sfida culturale”.
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