La recente presentazione del rapporto Svimez ha portato ancora una volta la questione meridionale all’attenzione della politica e dei media, ma in questa occasione le istituzioni paiono davvero intenzionate a cambiare passo. Dopo la presentazione da parte dell’Inps dei dati sul lavoro nel nostro paese, da parte del governo sembra esserci infatti accordo «sulla priorità da mettere sulle aree del mezzogiorno che vorrebbero correre, ma troppo spesso non si trovano nelle condizioni di farlo».
Una delle infrastrutture di cui il Sud avrebbe bisogno per crescere è la banda ultralarga, che fornirebbe ai territori non ancora coperti le possibilità offerte della rete internet, prima tra tutte le sua democraticità, in grado di far partire tutti con le stesse opportunità. Ci sono infatti numerosi talenti nel nostro meridione che, nonostante tutto, riescono lo stesso a correre e creare impresa, anche in settori non facili come quelli dell’economia digitale e online, in cui la competizione è potenzialmente internazionale.
Se qualcuno pensava che i videogiochi si sviluppassero solo in Giappone, Stati Uniti e Francia, si sutpirà scoprendo che il territorio di Benevento ospita SpinVector, una azienda italiana hi-tech che si occupa di sviluppo di videogiochi, ambienti immersivi e life-size games. Tutto inizia dall’incontro di tre giovani studenti dell’Università di Napoli, che cercano di laurearsi in ingegneria informatica, ma prima di concludere gli studi si uniscono in una vera e propria impresa che li porterà a sviluppare videogiochi.
Dopo aver ottenuto un premio internazionale con la demo “Claudia”, si trasferiscono in Francia, non avendo trovato in Italia investimenti nel loro progetto imprenditoriale. Nel paese transalpino sviluppano e lanciano il loro primo titolo di successo, “DroneZ”, che fa il giro del mondo. Dopo un periodo in Francia, i tre decidono di tornare in Italia, a Benevento, dove fondano SpinVector che, oltre a videogiochi, sviluppa ambienti immersivi (tra cui un sistema basato sulla realtà aumentata) e life-size games, ossia giochi a grandezza naturale, in cui l’interazione avviene dal vivo senza la mediazione di uno schermo.
Un altro giovane del Sud, il palermitano Dario Alioto, ha intrapreso con successo una carriera nello sviluppo di videogiochi, anche se in questo caso si tratta di applicazioni per smartphone e tablet. La sua storia è molto originale, visto che per lui tutto inizia giocando a poker sportivo in maniera professionale. Diventa infatti uno dei più noti pokeristi italiani, in grado di farsi conoscere anche in tornei di portata internazionale. Una volta raggiunti ambiziosi traguardi nel poker sportivo, decide di intraprendere una nuova avventura dando vita a Preekog (di cui è cofondatore) società che sviluppa di applicazioni mobile per smartphone e tablet.
Preekog crea applicazioni Android, iPhone e iPad per i clienti che ne fanno richiesta, ma ha anche al suo attivo numerose app presenti su Google Play. Visto il passato di Alioto, alcune delle prime applicazioni erano legate proprio al gioco del poker, ma in seguito il portafoglio di app si è ampliato, seguendo anche gli sviluppi del mercato. Negli ultimi anni, infatti, il settore del poker ha perso una buona fetta di mercato, mentre secondo i dati dell’Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano, nell’ultimo anno sono cresciuti rispettivamente dell’11% e del 7,5% scommesse sportive e casinò online. E in effetti, proprio mentre il più grande operatore di poker online lanciava Casino PokerStars ampliando la propria offerta, Preekog ha lanciato SoccApp, legata al mondo del Fantacalcio con alcuni elementi di betting online messi a disposizione dall’opzione Fantabets.
Assai diversa è invece la storia di Marco Cocurullo e Luigi Laezza, i due campani fondatori del sito di e-commerce Sud Bazàr, un portale che non si limita a vendere prodotti, ma si propone di esportare all’estero lo stile di vita del Sud Italia, che tanto affascina molti popoli stranieri. Avendo vissuto per molti anni all’estero, Marco e Luigi conoscono bene il fascino che ha il nostro Meridione sui turisti internazionali: il sottotitolo del sito è infatti “Passion for South Italy” e, oltre a prodotti agroalimentare, vende anche libri di viaggio, guide turistiche e presto anche oggetti di lifestyle.
L’incontro tra Marco e Luigi è del tutto casuale: i due si ritrovano in una spiaggia di Sidney, pur non essendosi più visti dai tempi delle elementari. Marco lavora nel settore turistico, Luigi sviluppa siti web: nasce in questo modo l’idea di Sud Bazàr, che spinge Marco a ritornare in Campania e gestire da lì l’azienda, che ha sede a Massa Lubrense (NA).
Insomma, l’economia digitale è forse quella meglio in grado di valorizzare le risorse umane e in generale le potenzialità territoriali del Sud, che ha solo bisogno di essere messo nelle condizioni di poter correre. Enogastronomia, turismo, ma anche idee imprenditoriali hi-tech potrebbero definitivamente decollare con una banda ultralarga diffusa su tutto il meridione d’Italia.
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