C’è uno spettacolo che racconta la rivolta di un uomo, il suo “no” alla Camorra.
E’ lo spettacolo «Tentata Memoria» diretto da Nicola Laieta.
La drammaturgia e l’ideazione della piéce portano la firma di Eduardo Ammendola, neuropsichiatra infantile, psicoterapeuta e attore/regista teatrale ottavianense, che parte dai suoi ricordi di infanzia e non solo per raccontare la storia di Mimmo Beneventano.
Medico, comunista militante, cattolico praticante e consigliere comunale dal 1975 a Ottaviano, Beneventano ha sempre dimostrato di aver coraggio nel denunciare pubblicamente gli atti camorristici di Raffaele Cutolo e di chi lo seguiva, usando parole dure e dirette.
Ma il suo coraggio è stato punito nel novembre del 1980 quando le minacce sono diventate realtà e il giovane medico viene sparato e ucciso davanti alla madre.
Da questo momento Eduardo ha cominciato ad incontrare nel suo cammino Mimmo: nei sogni, nei racconti di chi lo ha conosciuto, nelle sue poesie e quasi sempre per caso.
Le rappresentazioni di “Tentata memoria” – come racconta il Corriere del Mezzogiorno – sono organizzate per offrire e favorire esperienze del proprio territorio e del proprio tessuto sociale, emotivamente pregnanti e cognitivamente significative e d’orientamento alle scelte e al passaggio cui i minori e le relative famiglie sono chiamati nel loro ciclo vitale di microcomunità fondanti la macrocomunità.
Il lavoro di gruppo della messa in scena di questo monologo/evento nasce da tre urgenze.
La prima è quella di tenere viva una storia che tende a sparire e sminuirsi.
La seconda è quella di fare tesoro delle persone che hanno cura e di trasmetterne l’eredità.
La terza è quella di fare tutto questo in un modo non tipico dello spettacolo e dell’arte nelle loro convenzioni attuali, ma tipico della nostra antropologia d’origine. In epoche passate si cantava e si raccontava perché era necessario, e non perché era un lavoro.