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Il miglior oncologo del mondo è di Napoli
28 Nov 2013 08:40

Il miglior oncologo del mondo è un medico napoletano. Lo ha stabilito una ricerca dell’Expertscape, associazione californiana di Palo Alto, che si occupa dei migliori specialisti mondiali. Si chiama Cesare Gridelli e lavora all’ospedale Moscati di Avellino. E’ lui il primo per il trattamento del tumore al polmone. «E’ la dottoressa Shepherd da Toronto mi ha avvertito della classifica, non ne sapevo nulla… ».

In occasione del mese dedicato alla prevenzione del tumore al polmone Expertscape ha condotto una analisi utilizzando vari parametri: le ricerche e le pubblicazioni effettuate dai candidati negli ultimi 10 anni, assegnando punteggi in base all’importanza delle riviste scientifiche, le citazioni avute dalle pubblicazioni, le linee guida e altri parametri. Dalla classifica Gridelli risulta al primo posto, al secondo Frances Shepherd del Margareth hospital di Toronto, al terzo Mark Socinsky dell’università di Pittsburgh.

«Sono davvero orgoglioso di questo risultato – ha commentato Gridelli – è una testimonianza di come anche nel bistrattato sud si può costruire qualcosa». «Effettivamente è una classifica molto rigorosa che tiene conto delle pubblicazioni e in particolare del valore di queste. Ossia l’importanza della rivista dove sono state pubblicate le ricerche e se da quelle ricerche sono nati altri studi sull’argomento. Immaginatevi quindi l’orgoglio che ho provato. Anche perchè da Napoletano e lavorando soprattutto ad Avellino, insomma vado avanti e indietro per quella che viene ormai chiamata Terra dei Fuochi ed è importante dare un segnale chiaro».

E anche nel giorno delle vittoria non può mancare un cenno alla terra dei fuochi: «É un problema gravissimo di cui si deve parlare. Ci vogliono le bonifiche e ci vuole chiarezza. Ma quello che mi preoccupa di più è l’assenza di dati certi anche a causa delle carenze del registro tumori». E un giudizio sulla sanità campana: «Quello che ci manca è l’organizzazione. Ci vorrebbero anche più macchinari per la radioterapia visto che in Campania abbiamo un bassissimo rapporto tra numero di malati e macchinari».


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