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Il cinema al Sud si può fare. Ecco come
04 Lug 2013 13:03

Da 115 giorni dirigo la neonata Lucana Film Commission. L’ultima nata in Italia ma con alle spalle un retroterra di non poco conto. Terra cinematografica per vocazione, ha ospitato capolavori del cinema mondiale come Il Vangelo di Pasolini e kolossal americani come “The Passion” che hanno reso universale la Basilicata nel mondo.

Non solo questo, infatti con soldi pubblici e sponsor privati si è saputo investire in un progetto vincente come “Basilicata coast to coast” che ha vinto al botteghino e nei festival e che adesso continua il suo cammino, sbarcando nelle prossime settimane in Francia con una campagna pubblicitaria curata dalla nostra Fondazione nata per volonta’ della Regione Basilicata e partecipata dalle due province lucane e dai municipi di Potenza e Matera.

Una lunga e meditata gestazione, accompagnata da una vasta consultazione dal basso con gli operatori di settore, ha permesso di elaborare uno statuto innovativo che tenesse conto delle trasformazioni di settore e delle peculiarità del nostro territorio. Hanno dato in tal senso ottimi contributi il collega Maselli dell’Apulia Film Commission molto generoso nel fornire le sue conoscenze, Alberto Versace che con la sua cultura amministrativa e la sua sensibilità creativa contemporanea è rimasto per me un valido riferimento come altri esperti di settori che hanno risposto all’appello della Basilicata creando un organismo snello e policentrico nelle sue funzioni.

È stato nominato un autorevole Consiglio di amministrazione che senza ricevere prebende e stipendi ha accettato la sfida di chi vuol far nascere in una regione tra le più virtuose del Sud un reticolo di piccole e medie imprese che permettano la nascita di un’industria dell’audiovisivo. Vogliamo creare lavoro, comunita’, ritorno dei talenti di settore che operano fuori regione, dare sogni e fiducia a chi ha capacità.

Ho esperienze precedenti di start up. Ho fondato un quotidiano e tutto si concentra sul primo giorno di uscita. Un’impresa con soldi privati. Qui il risultato, invece, si costruisce nel tempo con soldi pubblici per far aumentare gli investimenti privati. Nessuno aveva previsto di incontrare alla partenza un ciclone giudiziario che in pochi mesi ha creato la più grave crisi politica di una Regione sempre stabile negli equilibri politici e gestionali. Come la troupe de “Lo Stato delle cose” che in Portogallo si trova senza soldi e senza pellicola.

No, non sono andato a Los Angeles a cercare il produttore. Ci siamo tutti rimboccati le maniche e con piccoli costi, molti volontari, e tanta buona volontà abbiamo iniziato il camminoAbbiamo aperto la prima sede a Matera in un splendido palazzo nei Sassi donato dal Comune. Abbiamo acquisito i primi mobili e abbiamo iniziato a lavorare con un tablet e un cellulare. Abbiamo aperto poi il secondo ufficio a Potenza in locali della Regione che ci ha fornito le apparecchiature informatiche per comunicare e allestire le prime banche dati.

Dal comune di Matera abbiamo ricevuto un location manager che ha lavorato con Mel Gibson e i registi che hanno girato in quella città. Con l’ufficio regionale del Fesr ci siamo messi a lavorare al nostro primo bando che sarà innovativo nell’assegnazione di due milioni di euro da destinare sia a produzioni nazionali che alla rete dei creativi locali che saranno chiamati a dare risposte efficienti a questa assunzione di responsabilità.

Abbiamo mappato l’esistente e ci siamo resi conto che già molto c’era e andava messo a sistema. Il nostro logo ha debuttato a New York per l’installazione “Alberi” di Michelangelo Frammartino esposta con grande risonanza al Moma per il Tribeca Festival e che si appresta a girare i principali musei del mondo. Abbiamo accompagnato la mostra delle foto del Vangelo di Pasolini a Matera e abbiamo fatto nascere una bottega di foto della memoria cinematografiche nei Sassi di Matera.

Siamo impegnati con una pluralità di soggetti e di forze sociali per poter far diventare Matera capitale europea della cultura nel 2019. Ci stiamo adoperando per far terminare due film non conclusi e iniziati prima del nostro avvento. Partecipiamo a sostenere qualunque attività legata al cinema nei diversi territori. Educazione all’immagine, formazione, cultura cinematografica vengono da noi condivise con associazioni e collettivi.

Ascoltiamo molto le forze del nostro territorio e i principali player dell’industria cinematografica. Stiamo costruendo relazioni significative. Spesso siamo a Roma per valutare progetti. Ci siamo attivati a sostenere sopralluoghi e ospitalità per troupe televisive, autori di documentari e produttori di fiction.

Abbiamo strette relazioni con il centro Tilt di Pisticci, esperienza nata nel progetto “Sensi contemporanei” e siamo in stretta relazione con la Fondazione ENI con cui abbiamo varato progetti comuni che qui vi presentiamo. Grazie a loro sta per nascere il nostro sito mentre sono già attivi grazie ad una rete di volontari una pagina facebook e altri social narrativi e partecipati.

Abbiamo iniziato un rapporto con Sofia Coppola, regista legata come il padre alle sue origini lucane e ci apprestiamo a sostenere una rete di Festival già esistenti che si potranno avvalere a partire da queste nuove edizioni della nostra assistenza. Siamo impegnati a governare il passaggio al digitale come opportunità di riscatto e nuovo ripensamento della sala cinematografica. Saremo al Festival di Venezia presentando tutte le nostre iniziative e la nostra filosofia di Film Commission che si oppone alla filosofia del “prendi i soldi e scappa“. Non vogliamo che si ripeta quello che è accaduto al Sud per le industrie tradizionali.

Il nostro “Benvenuto al Sud e in Basilicata” è accompagnato da sorrisi, cibo buono, ospitalità, capacità di imparare ma, statene certi, siamo attrezzati a riconoscere avventurieri e manigoldi.

Il nostro è un atto di fede collettivo nel cinema cambiato che arriva. La necessità di raccontare storie non è più “romanocentrica”. La demistificazione della tecnica e l’abbassamento dei costi di produzione aumentano le nostre possibilita’ dialogando con altre realtà italiane ed internazionali. I nostri 100 giorni sembrano anni per come sono stati densi di fervore. Quelli che verranno l’immaginiamo ancora più esaltanti.

Forse abbiamo anche qualche autocompiacimento di troppo. Ma è necessario per affrontare questi tempi grami e difficili in cui non si sa più vivere e vedere. La Lucana Film Commission lavora a creare spettatori consapevoli che sappiano vivere meglio grazie a tante immagini fatte nascere nella Basilicata grazie ad una comunità meticcia di nuovi cinematografari. Una sorta di tribù libera. Noi ci crediamo.


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