L’Università delle Generazioni di Agnone, dopo oltre 20 anni di ripetuti appelli pubblici ed inviti personali ai responsabili delle istituzioni regionali e locali (politiche, amministrative, religiose, sindacali, scolastiche, ecc.), si ritrova ancora una volta da sola (pure come associazione dai mezzi economici quasi nulli) a ricordare solennemente i lavoratori esteri presenti sul nostro territorio, i quali contribuiscono all’economia e al ripopolamento delle nostre montagne senza che qualcuno dia loro una carezza sociale e istituzionale, senza poter contare su un centro di aggregazione né ricreativo né per esercitare i sacri e inviolabili diritti religiosi.
Soltanto il sindaco di Agnone (IS), ing. Michele Carosella, aveva prospettato e promesso un incontro con i lavoratori esteri presenti almeno in Agnone da realizzarsi per gli auguri del nuovo anno 2014. Ma il suo stile perennemente esitante ha avuto la meglio e nulla si è fatto. E nulla si farà per il primo maggio. E nulla si farà per il 9 maggio, Festa dell’Europa.
Allora, di fronte al nulla istituzionale, l’Università delle Generazioni ha inteso ancora una volta celebrare a modo suo in Alto Molise la Festa del Lavoro e dei Lavoratori e la Festa dell’Europa, continuando a incontrare i veri protagonisti di queste due giornate ormai dimenticate o snobbate.
Infatti, negli anni scorsi l’associazione culturale agnonese ha sempre evidenziato figure emblematiche delle due imminenti celebrazioni.
La più memorabile di tutte queste figure è stata nel 1994 quella del pastore di pecore Ysmen Pireci, musulmano del Kossovo, un raffinato poeta e intellettuale esule dall’ex-Jugoslavia allora in piena guerra civile. Ne è nato pure il libro di poesie “Il villaggio senza nome” ovvero il villaggio formato da tutti gli immigrati i quali, non avendo un centro di aggregazione, non avevano né nome né identità sociale in Alto Molise. Eppure sono davvero tanti i lavoratori esteri qui da noi facendo così diventare il nostro territorio inter-etnico, inter-culturale e inter-religioso (a quando i minareti accanto ai campanili per la fraterna religione universale che unisca tutti nella “Civiltà dell’Amore”?).
Adesso, per questo anno 2014 l’incontro-simbolo del Primo e del Nove Maggio è Johannis Van Blijderveen (detto Jop per gli amici) un cinquantottene olandese ex direttore di banca che ha deciso di vivere buona parte dell’anno a Castelverrino, forse il più piccolo comune d’Italia con i suoi 50 abitanti effettivi (127 circa all’anagrafe), al pari di altre 4 famiglie olandesi per un totale di 22 persone ovvero il 18% sui residenti e addirittura il 40% su chi abita questo graziosissimo paese dell’Alto Molise. La moglie Leontine Buddeneijer e i loro tre figli sono entusiasti del posto e ci portano pure amici e parenti.
Ciò che sorprende di Jop (si pronuncia iop) sono le sue mani callose di contadino … perché, sì, l’ex direttore di banca è venuto a stare nella Valle del fiume Verrino proprio per godersi la campagna e lavorarla anche a modo nostro, con un trattore portato dall’Olanda, con un’ape Piaggio acquistata a Villacanale di Agnone da un altro contadino ormai troppo anziano per guidarla. Jop è qui da appena tre anni, il tempo di costruirsi una bella casa e di trarre qualche litro d’olio da un uliveto abbandonato (8 litri nel 2012 e 15 nel 2013). Ed è felice e fiero quando mostra gli ortaggi coltivati con il proprio sudore altomolisano. Jop è atletico e distinto come un vero nordico ma solare e simpatico come un italiano (forse pure per questo ha scelto di avere una casa nel sud Italia) e sprizza energia da tutti i pori, tanto contento di stare qui da noi che ha realizzato persino un sito internet (www.parlare-e-mangiare.nl) per attrarre altri olandesi in questa nostra montana mediterraneità. E ha scelto il Molise (come altre famiglie di olandesi di Bonefro e di Guardialfiera) pure perché qui siamo al centro della penisola italiana e possediamo un invidiabile sistema ecologico tra montagna e mare. Infatti, Jop va al mare di San Salvo-Vasto con la sua barchetta di plastica anche per mangiare l’ottimo pesce adriatico, ma d’inverno va a sciare a Capracotta, a Campitello Matese e a Roccaraso, mentre fa frequenti escursioni nel raggio quotidiano di 200-300 km. Prossimo sogno visitare le isole Tremiti.
Johannis Van Blijderveen è il prototipo di centinaia di migliaia di cittadini del centro-nord Europa che hanno scelto il Mediterraneo per il loro “posto al sole” … per il loro “angolo di paradiso” contribuendo non soltanto economicamente (ha investito davvero parecchie centinaia di migliaia di euro a Castelverrino e viaggiando spesso dissemina tanti euro in mezza Italia) ma anche amando questa nostra terra come un vero contadino dalle mani callose e come un vero intellettuale raffinato e sensibile pure all’arte delle nostre chiese (anche se è protestante ma con moglie cattolica). Jop è simbolo eloquente del nuovo “cittadino europeo” così come chi è emigrato da queste montagne italiane verso il centro-nord Europa è eloquente simbolo del “cittadino europeo” che quotidianamente contribuisce a realizzare la vera Unione Europea, quella del lavoro e dell’integrazione socio-culturale (diamogli il nome di Peppe). Jop e Peppe sono, quindi, due facce della medesima medaglia. E l’Università delle Generazioni, ricordando ed evidenziando queste due figure-simbolo di lavoratori e di cittadini Jop e Peppe, ha inteso celebrare in modo originale ed efficace le due giornate strategiche ed ideali del Primo e del Nove Maggio 2014, la Festa del Lavoro e la Festa dell’Europa… in tempi in cui sia il Lavoro che l’Europa sembrano e sono distanti dai popoli, specialmente dai giovani.
Jop e Peppe sono il nostro migliore augurio per un’Europa di pace sempre più unita e concorde, come esempio per altre unioni di popoli nel mondo (si pensi all’Unione Africana, a quella Americana, a quella Russa ed Asiatica). Ciò che facciamo di buono in Europa vale anche per il resto del mondo! (Domenico Lanciano – Università delle Generazioni)