Se di professione fai il portiere titolare del Milan e sul tuo futuro sono tutti pronti a scommettere la casa, non puoi avere una vita normale, anche se sei un ragazzo normale.
Gianluigi Donnarumma, per chiunque segua il calcio “Gigio”, è un predestinato già nel nome, lo stesso del più forte portiere della storia, di cui sarebbe una sorpresa se non diventasse l’erede. L’estate di calciomercato, tormentata e burrascosa per le squadre di Serie A come non se ne vedevano da anni, lo ha visto tra i protagonisti. Oggetto del contendere un rinnovo faraonico con il Milan, prima rifiutato, poi accettato, tra i tira e molla del temibile, per le società di calcio e per la grammatica italiana, Mino Raiola. Il tutto considerando che stiamo parlando di un ragazzo nato nel 1999, 18 anni fa.
È un ragazzo venuto dal Sud Gigio Donnarumma, una di quelle storie che si raccontano perché hanno sempre il sapore dell’impresa epica. Anche se, nel caso specifico, l’impresa ha impiegato pochissimo a materializzarsi.
A 18 anni, la tua vita non ha moltissimo da raccontare, se si escludono le vicende quotidiane che, salvo eccezioni, sono simili in ognuno di noi. Il calcio è, naturalmente, una di queste. Gigio gioca, fino al 2013, con il Club Napoli di Castellammare di Stabia, sua città natale. Con lui, il fratello Antonio, oggi terzo portiere del Milan, 9 anni più grande.
Gigio è forte, fortissimo, e lo si capisce fin da subito. Il preparatore dei portieri al Club Napoli è Ernesto Ferrara, da quelle parti considerato una sorta di guru. Non a torto, evidentemente, visto che l’Inter fiuta il talento del ragazzo, all’epoca 14enne (epoca, ma in realtà parliamo di 4 anni fa), e tenta di farlo suo. L’unico ostacolo, a quell’età non ancora secondario, la fede calcistica di Gigio, milanista fino al midollo. Infatti, alla fine è il Milan a prelevarlo, pagando la bellezza di 250.000€, che per un adolescente è una cifra molto importante.
Il resto, praticamente, è attualità. A 16 anni esordisce in A, ed è il secondo portiere più giovane della storia a farlo, dopo Gianluca Pacchiarotti, il quale lo batte per soli 2 mesi. Oggi è titolarissimo di un Milan che tenta di rinverdire i fasti di un tempo. Sullo sfondo, i mondiali del 2018 e un’eredità non facile da sopportare, quella di successore del suo omonimo Gianluigi Buffon.
Da sopportare, tuttavia, Donnarumma ha anche il peso di un contratto pazzesco. Il rinnovo fino al 2021, con tanto di clausola da 70 mln, gli frutterà la bellezza di 6 mln. Il paragone con altri fenomeni alla sua età è impietoso. A 18 anni, proprio Buffon percepiva 400.000€ a stagione (stipendio calcolato in euro, ma trattandosi della stagione 1995/96 si era ancora con le lire), il doppio di quanto versato sul conto in banca della leggenda della Roma Francesco Totti. Ere geologiche fa, sicuramente. Mario Balotelli, 18 anni nel 2008, all’età di Donnarumma aveva un contratto da 1 mln a stagione, mentre 1,7 mln percepiva Alexandre Pato, potenziale fuoriclasse già quando arrivò in Italia, poco più che maggiorenne, dopo essere stato pagato 22 mln dal Milan. Messi e Ronaldo? La Pulce, a 18 anni, prendeva 1,2 a stagione, CR7 quasi il doppio (2,1). Anni luce rispetto a Donnarumma. Il futuro è scritto nelle cifre.