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Emma Dante e quel vicolo simbolo del pantano italiano
30 Ago 2013 09:16

“In quel vicolo stretto da palazzine mai finite e abusive, arredato di immondizia, water, pezzi di legno, con un caldo asfissiante, l’impuntatura di due donne al volante una di fronte all’altra in un senso unico per ciascuna ”c’è tutta l’Italia di oggi bloccata in un pantano, uno stallo da cui non riusciamo ad uscire, un precipizio da cui per pavidità non riusciamo neppure a cadere e che invece sarebbe più costruttivo per rinascere”.

Emma Dante è siciliana, palermitana e Via Castellana Bandiera con cui fa il suo esordio nel cinema dopo anni di applaudite ‘trasgressioni’ teatrali, che hanno fatto di lei con la sua compagnia Sud Cost Occidentale una delle nuove autrici della scena italiana e internazionale, è un luogo che conosce, ci ha abitato, per niente – assicura – artefatto.

È in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, emozionata ma determinata nel presentare il film che esce il 19 settembre per 01 ed è stato prodotto da Vivo film, Wildside, Ventura film, Slot Machine con Rai Cinema e la tv svizzera Srg Ssr.

Era una storia perfetta per il cinema, avevo bisogno della polvere e della carnalità delle persone. La vicenda era il western che ho sempre desiderato: la sfida fa parte dell’essere umano. E le due donne protagoniste – interpretate dalla stessa Dante e dall’82enne Elena Cotta, una magnifica teatrante al primo tappeto rosso cinematografico – nel fronteggiarsi tirano fuori quel dentro mostruoso che tutti abbiamo e che rimuoviamo. Due donne vere, per niente straordinarie pur nella loro follia, come folle è tutta la situazione, ridicola, misera, perché non siamo più in grado di guardare veramente le cose, il vicolo in cui ciascuna vuole passare senza lasciare passare l’altra in realtà è una via Lattea che potrebbe accogliere tutti, ma ci ostiniamo a farlo diventare una proprietà privata, come accade nel nostro paese”. Per Emma Dante via Castellana Bandiera, ”che è a Palermo, Sud, ma potrebbe essere anche al Nord, è stretta come una vena ostruita”. Tratto dall’omonimo romanzo (Rizzoli), il film se ne differenzia ”perchè si concentra su quel grumo, mentre il romanzo sconfinava per Palermo e approfondiva le famiglie coinvolte”.

In attesa di riprendere nel 2015 la Carmen alla Scala, la Dante tornerà nella sua città per inaugurare la stagione del Massimo il 18 gennaio 2014 con Feuersnot (La notte di San Giovanni) di Richard Strauss. Ma il cinema, ammette, potrebbe essere una strada da ripercorrere. Per il film d’esordio cita i western di Sergio Leone, ma ama – e si vede – il cinema dei conterranei ‘sporchi e cattivi’ Ciprì e Maresco. L’immagine meridionale che ne viene fuori è ugualmente sconsolante, ma Emma Dante non ci sta: ”Conosco la mia città, per me è una torretta dalla quale osservare tutto il paese e una comunità, parlo di uno stato dell’essere non geografico. E via Castellana Bandiera è una strada simbolica oltre che reale, si muove come un polmone che respira”.

Nel film Emma Dante ha accanto Alba Rohrwacher, la terza protagonista: interpreta Rosa, una disegnatrice punkabbestia con una riga nera tatuata dal collo al piede. Sono una coppia omosessuale. Perché? ”Boh – risponde l’autrice – per me sono due persone che si amano. Mi sono stancata di parlare di storie omosessuali sopravvalutandole”. La Rohrwacher è emozionata quanto la regista. ”L’incontro con Emma anni fa mi ha cambiato la vita, mi ha fatto capire come questo lavoro si poteva fare. Emma è capace di creare fiducia, adesione in quello che fa, ha un modo di lavorare coinvolgente, ti fa capire che stai creando qualcosa che è vivo. E io sono stata felice di far parte di questo coro. Il suo metodo? Provare ogni scena e poi un ingrediente speciale, la tarantella, danzare per liberare il corpo”.


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