Alla Gam di Torino ha aperto ieri una grande mostra dedicata alle opere su carta di Nicola De Maria, un’antologica con 300 lavori realizzati dagli anni Settanta ad oggi, ma anche con alcuni lavori creati appositamente.
Tra questi una gigantesca opera muraria e due grandi carte.
La mostra descrive il rapporto tra il disegno e il dipinto, la fragilità della carta e la forza delle parete. De Maria (campano) è uno dei 5 esponenti della Transavanguardia, movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva. Si distingue da Clemente, Chia, Cucchi e Paladino per la sua vena astratta. Ha esposto, tra l’altro, alla 44/a Biennale di Venezia, alla Biennale di San Paolo e Sidney, alla Quadriennale di Roma. Di sé De Maria dice: “I miei disegni sono bandiere della gioia e della forza. Suonano le campane e fugge l’infelicità dal mondo. Sono fiori magici, usignoli fatati”.
Il primo dipinto murale, secondo la tecnica dei antichi affreschi, De Maria lo compose a Milano nel 1977, da allora ha continuato con le suo grandi opere visionarie e dedicate a raccontare la magia e la forza dei colori.
I lavori in mostra provengono da collezioni museali e private, da gallerie internazionali e dall’archivio dell’artista.
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