Uno spazio di condivisione di idee e competenze in cui generare esperienze formative e creative.
L’obiettivo del Progetto, alla sua prima edizione presso l’Ateneo catanese, è quello di avviare percorsi di apprendimento innovativi attraverso la contaminazione tra ambiti disciplinari diversi, realtà diverse (università, mondo dell’imprenditoria, mondo delle startup) e stimolare nei partecipanti lo sviluppo della cultura dell’intraprendere e dell’innovazione. Il CLab-CATANIA rappresenta un’esperienza formativa specialistica mirata all’identificazione, definizione e progettazione di un sistema di apprendimento continuo, basato su nuovi modelli didattici che privilegino il co-working e lo sviluppo di competenze trasversali.
Protagonisti del processo di contaminazione sono gli studenti, italiani e stranieri, iscritti alle laure magistrali di tutti i dipartimenti dell’Ateneo, ma il progetto potrà coinvolgere anche laureati e dottorandi di ricerca.
Le aziende del territorio (St Microelectonics, Telecom, Pfizer, Meridionale Impianti, StartUp City, Confindustria giovani, The Hub) hanno aderito con entusiasmo al progetto e hanno manifestato una grande condivisione degli obiettivi del CLab, in linea con la loro visione strategica, che vede nella multisettorialità e nella multidisciplinarità la chiave per rispondere alla sfida dei prossimi anni. Il consolidamento di competenze trasversali e l’integrazione di conoscenze diverse sono indispensabili per supportare le strategie di sviluppo del territorio.
Il progetto del Contamination Lab nasce, grazie ad uno specifico finanziamento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per mettere insieme il talento degli studenti universitari, l’esperienza e la competenza degli imprenditori del territorio e il sapere del mondo accademico, dando vita – attraverso l’integrazione (una ‘contaminazione’, appunto) di conoscenze diverse – ad un nuovo approccio didattico innovativo ed informale.
“Il laboratorio che ha sede a Palazzo Sangiuliano – spiega il prof. Vincenzo Catania, referente del progetto a Unict – costituisce il luogo dove si respira un’atmosfera che favorisce la creatività, la formazione, il lavoro di gruppo, e dove l’interdisciplinarietà e l’innovazione sono valori fondamentali, esplorando futuri diversi e nuovi modi di incontrarsi e ‘fare università e didattica’”.
“Per la nostra università – aggiunge il prof. Catania – il Contamination Lab è dunque il segno tangibile dell’impegno a contaminare la didattica, a favorire modelli interattivi e costruttivistici, a creare ponti fra discipline, a cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia, a creare negli studenti la mentalità che essi stessi sono lo strumento del cambiamento possibile”. L’iniziativa riflette quindi la volontà dell’Ateneo di sostenere la diffusione della cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione, della ricerca scientifica, della formazione culturale e del progresso civile della società, coniugando tutto questo con l’obiettivo di uno sviluppo del territorio compatibile con la visione che ha portato alla nascita di Horizon2020 e con le strategie regionali di Smart Specialization.
È questo il fulcro del progetto, che si è concluso in questi giorni con la presentazione delle idee generate durante il “percorso di contaminazione”, che ha rappresentato anche lo spunto per una riflessione sui sistemi tradizionali su cui è basata la nostra didattica. Questi ragazzi rappresentano un bacino di talenti da cui attingere per creare davvero valore aggiunto in ciascuno dei contesti in cui si troveranno ad operare. È nostro imperativo morale incoraggiarli e sostenerli nel loro percorso di crescita coltivando e promuovendo l’idea che è possibile fare sistema, creare network e lavorare in sinergia in luoghi e contesti di apprendimento che testimonino la bellezza delle diversità, la ricchezza generata dallo scambio e dalla condivisione.
Perché “se vuoi arrivare primo corri da solo, se vuoi arrivare lontano cammina insieme”.
Video esperienza raccontata dai ragazzi
Video presentazione Progetto