- Claudia Lauretta è una designer di origini siciliane
- È tra i designer di un’opera che si trova all’ingresso dell’ADI Design Museum di Milano
- Oggi ha deciso di tornare a Scicli, e lavora per uno studio di Modica
Viene da Scicli (Ragusa), ma ha studiato per 10 anni a Milano. Diversi stage l’hanno portata in giro per grandi eventi, fino ad un’installazione fuori dal museo del design ADI di Milano. Oggi Claudia Lauretta è tornata in Sicilia, perché – dice – il rapporto con la terra natale è sempre rimasto forte nel corso di tutti questi anni.
Le installazioni di Lauretta e lo studio Origoni-Steiner
A Milano, in un ex deposito di tram a cavallo e impianto di distribuzione di energia elettrica degli anni ’30, sorge un museo del design. Si chiama ADI, ed ospita le opere vincitrici del premio Compasso d’Oro. E proprio al suo ingresso sorge “Compasso d’oro, misurare il mondo”, un’installazione frutto della collaborazione tra lo studio Origoni-Steiner e Claudia Lauretta.
Come racconta la designer ragusana, “c’è stato molto studio dietro l’installazione, essendo tutte le immagini che esprimono come la sezione aurea esiste in ogni cosa. La proporzione è la regola del mondo intero”. Su quattro pareti metalliche ci sono una serie di immagini che richiamano alla sezione aurea: dal Colosseo ad un girino, la Venere di Botticelli così come la struttura dell’atomo.
Il concetto della sezione aurea sta particolarmente a cuore sia allo studio che al museo stesso. È infatti ispirandosi alla sequenza logaritmica che Albe Steiner si era ispirato nella creazione del marchio per il premio “Compasso d’Oro”. Origoni-Steiner è infatti una firma importante di architettura e design italiano, ed è nel loro studio che Lauretta ha svolto lo stage per il suo master in Exhibition Design.
Il “contributo siciliano” al museo milanese
Lauretta per la firma di viale Elvezia si è occupata di diversi aspetti dell’opera, nello specifico la scelta del racconto fotografico e l’impostazione grafica. “Ho lavorato per la scelta delle immagini, la post-produzione, la composizione e collocazione dei testi e delle immagini all’interno della struttura architettonica”, spiega.
L’emozione nel vedere l’opera completa, poi, è stata impagabile. In un contesto che richiama alla compresenza di più culture come la Chinatown milanese sorge così un’installazione che richiama all’universalità delle immagini. Con un po’ di Sicilia dentro. “Il rapporto con la mia terra è sempre stato fondamentale in questi anni universitari”, ricorda infatti Lauretta.
Il percorso di Lauretta, da Scicli a Milano (e ritorno)
Tutto ha inizio quando, a 19 anni, Lauretta decide di intraprendere la strada del design. Studia così a Como, in una sede distaccata del Politecnico di Milano, laureandosi in Design del Prodotto-Arredo. Piccole classi, grandi professori (architetti, designer e grafici) che aiutavano individualmente i propri studenti. E la Brianza (con le diverse aziende di arredo – tra cui Porada e Faber Cucine) a due passi. “In quegli anni abbiamo davvero toccato il design per mano – ricorda la designer di Scicli – ed è così che mi sono ancora più innamorata della materia”.
Poi la magistrale in Interior and Spatial Design, e i modelli in scala realizzati nei corsi di Michele De Lucchi e Andrea Branzi presentati prima su Sky Arte e, poi, esposti al Teatro Litta di Milano per il Fuorisalone. E ancora la partecipazione al Salone del Mobile nel corso di uno stage. “Entrare a contatto con la gente e i professionisti che visitavano lo stand, spiegare loro e proporre le nostre idee e i nostri progetti è stato veramente educativo e gratificante”.
Il colpo di fulmine definitivo è arrivato però quando Lauretta ha studiato la progettazione degli allestimenti museali. Da qui l’idea del Master in “Exhibition Design: architettura dell’esporre”. Lo stage da Origoni-Steiner la ciliegina sulla torta.
“Il mio presente, però, è a casa mia in Sicilia – spiega Lauretta – Dopo 10 anni ho infatti deciso di tornare, e al momento lavoro per l’IN SENSU – Design Studio di Modica”.
Lascia un commento