Venne il giorno in cui un barlume di speranza si fece spazio nell’inquietudine di un tempo, quello che viviamo, in cui l’incertezza la fa da padrona.
Pensiero un po’ contorto potrete pensare ma chi vive di musica dal vivo ha vissuto in una sera dell’estate più assurda delle nostre vite e che il Premio Botteghe d’autore è riuscita a regalare agli spettatori e agli artisti.
Uno dei festival più longevi dedicati alla musica d’autore italiana, ha regalato una di quelle giornate che restano nella memoria e che è la dimostrazione della bellezza della musica italiana di qualità.
Sul palco una rappresentazione della musica italiana di qualità, quella indipendente, in cui la fotografia della contemporaneità che viviamo è stata la protagonista: dal racconto di un dittatore di Davide Sellari (Olden), alle braccia di fatica, solidarietà e bellezza del “Sud” di Valerio Bucchicchio (Buva) sino all’emozione di scrivere una canzone nell’opera cantata da Sara Jane Ceccarelli, solo per citarne alcuni.
Una serata perfetta in cui nove artisti ci hanno teso la mano e ci hanno allontanato da ogni preoccupazione sul futuro accompagnando gli spettatori nell’immensa bellezza che solo la musica d’autore riesce a donare avvolgendo ogni suo ascoltatore nelle storie cantate dagli artisti, protagonisti e narratori dei nostri tempi.
È sicuramente emerso che mettendo insieme i brani che Buva, Daniele De Gregori, Il Befolko, Liana Marino, Malignis Cauponibus, Micaela Tempesta, Olden, Romito e Sara Jane Ceccarelli viene fuori una fotografia ben definita e fedele del presente del nostro Paese tra i suoi mille dubbi, problemi culturali e contrasti.
Il 21 agosto 2020 mi ha dato la certezza della tesi che molte volte, una canzone, un album o un cantautore cattura il tempo immortalando fedelmente il momento storico ancor meglio dei tanti libri di testo sui banchi di scuola.
Arriva poi il momento della proclamazione dei vincitori e l’emozione si fa evidente negli occhi degli artisti che, impazienti, aspettano nel backstage.
I Romito con “Cosa ‘e nient” portano a casa il premio come vincitori assoluti della quattordicesima edizione conquistando anche il premio come miglior arrangiamento con una canzone dal testo diretto e dalle sonorità trascinanti.
È di Olden con “Il clown”, invece, il riconoscimento come miglior testo per una canzone dal forte impatto emotivo e che è rappresentativa di uno dei protagonisti del suo concept album “Prima che sia tardi”.
Il premio per la migliore interpretazione è andato alla meravigliosa voce, rara e preziosa, di Sara Jane Ceccarelli che, al suo esordio con un testo in italiano incanta la platea cantando “La tua canzone”, il racconto delle emozioni di un autore che esplodono quando raggiunge la meta e si rende conto aver scritto qualcosa che riuscirà ad entrare nel cuore dell’ascoltatore.
Il nuovo libro di Paolo Talanca e la poesia di Sollo & Gnut
Alla fine dell’esibizione dei finalisti della rassegna, Paolo Talanca, critico musica e giornalista de Il fatto quotidiano, ha presentato il suo nuovo libro “Fra la Via Emilia e il West. Francesco Guccini: le radici, i luoghi, la poetica” in cui ripercorre i luoghi fondamentali della sua vita tra ricordi, aneddoti e le letture amate.
La serata si è conclusa con Sollo & Gnut, duo formato da Alessio Sollo e Claudio ‘Gnut’ Domestico, che hanno accompagnato il pubblico in una sorta di universo tra musica e poesia in una serata da incorniciare.
In tempi incerti come quelli del 2020, il Botteghe d’autore è stata quell’isola dove approdare in un mare in burrasca pieno di punti interrogativi e solo chi crede davvero nella musica d’autore può creare quei punti di approdo dove far sentire vivo un artista che con la sua chitarra o il suo piano può regalarci emozioni che in questi mesi abbiamo rischiato di dimenticare.