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Blues e Abruzzo nel primo album di Setak
06 Giu 2020 16:10

Il connubio tra blues e la vita del territorio che si vive e di cui si è parte integrante: potrei riassumere così la visione artistico/musicale di Nicola Pomponi, in arte Setak,  chitarrista e cantautore abruzzese il cui pseudonimo è un riferimento al soprannome della sua famiglia: “lu setacciar”.

La carriera

Nel corso della sua esperienza artistica ha alternato l’attività di session man per Mannoia, Noemi, Locasciulli, Rettore a quella di solista. Nel 2019 esce il suo primo disco solista “Blusanza” interamente cantato in lingua abruzzese ma dalle sonorità internazionali, accolto favorevolmente dalla critica.

Il disco è arrivato finalista alle “Targhe Tenco” e al “Premio Parodi” durante il quale ha ricevuto il premio per la “Migliore reinterpretazione di un brano di Andrea Parodi”.

Il rapporto con le origini

Essere legato a doppio filo alla propria terra diviene fonte d’ispirazione cosicché la lingua del territorio, in questo caso quello abruzzese, ne assume la forma attraverso Setak che come Ivan Graziani, Filippo Graziani e Nanco (Leggi: “Ti invito in Abruzzo”: quando gli artisti raccontano la propria terra) ne diviene portavoce e attraverso musica e parole e come un fotografo o un pittore riesce ad immortalare momenti rappresentativi di una terra.

La funzione della canzone è anche questo che oltre a raccontare storie quotidiane, confronti introspettivi e costruire universi paralleli, riesce a fermare il momento e raccontarlo in alcuni casi anche meglio delle fonti tradizionali di informazione.

Blusanza 

Attraverso il blues, Setak riesce a creare un connubio importante nel suo lavoro discografico intitolato “Blusanza” con i suoi racconti che combaciano alla perfezione con un genere musicale che non nasce di certo in Italia.

Potrebbe sembrare solo in un secondo momento che il genere musicale che Setak “ammaestra” alla perfezione sia un’importazione per raccontare la transumanza secondo Setak, ma fa rendere conto di come alcuni generi musicali riescano a “vestire” le canzoni raccontando storie meglio di diffusori di informazioni grazie ad un profonda conoscenza del genere e una abilità cantautorale che di certo non si acquisisce in poco tempo.

Il cantautore

Setak, classe ‘85, ha la consapevolezza dell’artista e soprattutto del cantautore che non tira fuori qualsiasi canzone gli venga in mente ma che riesce a considerare attentamente e a lungo ai fini di una valutazione come fare una canzone e quando farla.

Non ci resta che ascoltare questo suo primo album e vedere cosa farà nel futuro visto che il suo primo lavoro, “Blusanza”, non passato di certo inosservato e non è scontato cosa ci sarà nel futuro artistico di Setak. Godiamoci il suo album e, se riusciamo, andiamo ad ascoltarlo dal vivo per farci trasportare nell’Abruzzo della transumanza cantata da “lu setacciar”.


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