Tra un mese avrebbe festeggiato 91 anni. E invece, a poche ore dal lutto per la cultura italiana con l’addio ad Andrea Camilleri, un altro pezzo d’arte del Sud va via: è morto Luciano De Crescenzo. L’ingegnere filosofo è deceduto a Roma: le sue condizioni di salute erano precarie da tempo e sono state letali le conseguenze di una polmonite.
Muore l’uomo, resta la sua eredità morale e intellettuale. Perché la sua produzione è vasta e ampia. Solo qualche numero per rendere il concetto: oltre cinquanta libri, 18 milioni di copie vendute nel mondo, di cui 7 milioni in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 Paesi. E poi i film indimenticabili “Così Parlò Bellavista” e “32 dicembre”.
Un artista poliedrico, capace di indossare numerose vesti, da scrittore a regista, attore e autore che arrivò al grande pubblico prima come ironico divulgatore della filosofia e autore di best seller di saggistica tradotti in decine di lingue. Poi, come regista, attore e conduttore televisivo.
E il suo successo passa anche dalla tv. Lo dimostrano programmi come “Zeus – Le Gesta degli Dei e degli Eroi” sui miti e sulle leggende degli antichi greci. Proprio la tv “decise” il suo futuro. dapprima ingegnere all’Ibm ma con la grande passione per la divulgazione, i libri, la filosofia, De Crescenzo fu ospite del Maurizio Costanzo Show e lì, con un clamoroso ‘referendum’ televisivo chiese: «È meglio che faccio lo scrittore o che torno a fare l’ingegnere?».
La risposta la diede il pubblico. E fu giusta. Addio, Luciano.
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