Trent’anni fa la camorra ammazzava a Napoli il giornalista Giancarlo Siani.
Era un abusivo come tanti della nostra generazione.
Quando il precariato era diverso e tanta gavetta ti faceva approdare a qualcosa di concreto. Gli abusivi non avevano santi e padroni e spesso erano i più bravi.
Per anni la storia di Giancarlo fu una storia rimossa. Oggi Giancarlo è un eroe italiano grazie anche a quei giornalisti che ne raccontarono la Storia e ad un regista civile come Marco Risi che lo ha reso popolare con un bel film.
Molti ne tramandano la Memoria.
Io lo ricordo a voi con una mia lirica tratta dalla raccolta “C’è poesia nei giornali” ispirata dall’articolo di cronaca che ne provocò la condanna a morte.
A Fortapasc
Giancarlo l’abusivo
cronista in Mehari
disegna geografie gomorriste.
Manette o piombo
per il boss scaricato
strafare tra virgolette
holding di ambulante ittico
polvere bianca a fette
il mercato dei fiori di Pompei
rosario di morte
il mercato della carne
carne morta di Gionta
trattati tra Bardellino e Nuvoletta.
Parole di un articolo
parole di una vita
firmate Giancarlo
giornalista giornalista
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