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Totò Schillaci, l’ultimo saluto: Palermo piange il suo eroe di Italia ‘90
20 Set 2024 11:14

Il funerale di Totò Schillaci

Oggi, 20 settembre 2024, Palermo si ferma per dare l’ultimo saluto a Totò Schillaci, uno dei suoi figli più illustri e l’indimenticabile protagonista delle “Notti Magiche” del Mondiale di Italia ’90. I funerali si tengono nella monumentale Cattedrale di Palermo, dove una folla di migliaia di persone, tra cui tanti tifosi e amici, si è riunita per omaggiare il campione scomparso a soli 59 anni.

Il tributo della città a Totò Schillaci

Già nei giorni precedenti il funerale, la camera ardente allestita allo stadio Renzo Barbera ha visto un afflusso ininterrotto di cittadini venuti a rendere omaggio a Totò Schillaci. Nonostante non abbia mai giocato per il Palermo, la squadra della sua città, Totò Schillaci è sempre stato considerato uno dei simboli di Palermo e dell’intera Sicilia. Tra i presenti ai funerali, personalità del mondo politico e sportivo, come il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, e il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, oltre a numerosi esponenti del calcio italiano e internazionale.

La carriera di Totò Schillaci: dall’esordio al successo internazionale

La carriera calcistica di Schillaci iniziò nei campi polverosi della periferia di Palermo, ma fu il Messina, in Serie B, a dargli la prima vera opportunità. Tra il 1982 e il 1989, Totò segnò 61 gol in 219 presenze con i giallorossi, attirando l’attenzione dei grandi club. La svolta arrivò nel 1989, quando la Juventus decise di puntare su di lui. Nella sua prima stagione con i bianconeri, Schillaci segnò 15 gol, conquistando rapidamente l’affetto dei tifosi.

Con la maglia della Juventus, Schillaci vinse una Coppa Italia e una Coppa UEFA. Le sue prestazioni eccellenti lo portarono alla convocazione in nazionale per il Mondiale di Italia ’90, dove divenne il protagonista assoluto.

L’apice ai Mondiali di Italia ‘90

Il Mondiale del 1990, giocato in casa, rappresenta il punto più alto della carriera di Schillaci. Partito inizialmente come riserva, Totò fu chiamato in campo nella partita inaugurale contro l’Austria, dove segnò il suo primo gol con la nazionale italiana. Da quel momento, Totò Schillaci prese il posto da titolare, diventando il vero trascinatore degli Azzurri.

Totò segnò sei gol durante il torneo, guadagnandosi il titolo di capocannoniere del Mondiale e il riconoscimento come Miglior Giocatore del torneo. Le sue esultanze appassionate, caratterizzate da uno sguardo acceso e la voglia di vincere, divennero il simbolo di un’Italia che sognava il trionfo mondiale. Purtroppo, la squadra si fermò in semifinale contro l’Argentina di Maradona, ma Schillaci riuscì a segnare anche nella finale per il terzo posto contro l’Inghilterra, regalando la vittoria agli Azzurri.

Gli anni successivi e il ritiro

Dopo il Mondiale, la carriera di Totò Schillaci proseguì alla Juventus e successivamente all’Inter, ma non raggiunse più i livelli di Italia ’90. Nonostante il suo talento indiscusso, gli infortuni e la pressione del post-Mondiale ne limitarono il rendimento. Nel 1994, Schillaci decise di lasciare l’Italia per giocare in Giappone con il Júbilo Iwata, dove contribuì alla crescita del calcio giapponese e concluse la sua carriera nel 1997.

Il cordoglio del mondo del calcio

La morte di Schillaci ha scosso profondamente il mondo del calcio. Il Real Madrid, una delle squadre più prestigiose al mondo, ha voluto omaggiarlo con un messaggio di cordoglio, ricordando la sua importanza per il calcio italiano. Anche l’Italia intera, grazie ai tributi da parte della FIGC, ha onorato la memoria del campione con un minuto di silenzio su tutti i campi della Serie A. Personalità come Antonio Conte, ex compagno alla Juventus, e Francesco Di Mariano, calciatore del Palermo e nipote di Totò Schillaci, hanno ricordato con affetto l’uomo e l’atleta.

L’eredità di Totò Schillaci

Oggi Totò Schillaci è ricordato non solo per le sue straordinarie doti calcistiche, ma anche per la sua umanità e l’attaccamento alle sue radici. Cresciuto in un quartiere difficile di Palermo, è riuscito a diventare un simbolo di speranza e riscatto per tanti giovani. La sua eredità rimane forte, non solo per i tifosi siciliani, ma per tutti coloro che lo hanno ammirato durante quella magica estate del 1990.


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