- Il governo ha commissariato i lavori della ex SS 640 Agrigento-Caltanissetta
- L’opera costerà complessivamente 990 milioni di euro. I lavori vanno conclusi entro la fine del 2023
- La strada è esposta al rischio idrogeologico e, in alcuni tratti, anche all’erosione costiera
Per capire quale sarà il futuro della “Strada degli scrittori” bisogna attendere fino al 31 gennaio del 2023. Quel giorno scatta la deadline per completare le opere e i lavori. Quella strada costituisce uno dei maggiori assi viari regionali e la principale via di comunicazione tra Agrigento e Caltanissetta. Ha sostituito, con un tracciato più breve e privo di attraversamenti urbani, la vecchia strada statale 122 Agrigentina.
Il commissariamento dell’opera
Per far sì che la corsa contro il tempo venga vinta, il governo ha deciso di commissariare l’opera. L’ha affidata a Raffaele Celia. Che quella strada la conosce bene.
Infatti, già prima della nomina a Commissario, Celia aveva depositato, a febbraio 2021, un documento alla Camera dei Deputati per fare il punto della situazione. Si parte da un piano di investimento stimato in 990 milioni di euro. Nel report presentato al Parlamento, Celia ricorda che “la produzione attuale è pari a 692.246.477,82 euro, con una percentuale pari a circa 85% di lavori eseguiti. I primi 12 Km (procedendo da Agrigento verso Caltanissetta) risultano aperti al traffico in modalità di cantiere”. In realtà una buona parte della spesa è stata rendicontata sui Fondi Po Fesr, per un importo pari a 428 milioni di euro.
Dedicata a Sciascia, Pirandello e Camilleri
Siamo sulla buona strada per il segnale verde definitivo a quell’arteria consacrata a Sciascia, Pirandello e Camilleri. Purtroppo, come ogni storia che si rispetti, c’è anche un lato noir. Ed è lo stesso Celia a raccontarlo, alla voce “Criticità”: “Sostanziale fermo delle attività registrato a partire dal mese di settembre 2018. In data 04.12.2018 il socio di maggioranza della Società di Progetto Empedocle 2, ovvero la CMC, ha presentato domanda di concordato in continuità presso il Tribunale Fallimentare di Ravenna. In data 31.12.2018 è scaduto il tempo contrattuale. Il Responsabile del Procedimento ha avanzato, ai sensi dell’art. 136 comma 4 del D.Lgs. 163/2006, proposta di risoluzione contrattuale in danno per grave ritardo nonché ulteriori gravi inadempimenti contrattuali”. Lo stallo rischia di compromettere la conclusione dei lavori e far perdere risorse dei fondi europei. Questa, dunque, la ragione di fondo del commissariamento.
Quelle economiche, tuttavia, non sono le uniche criticità della strada. In alcuni tratti del suo percorso è soggetta al rischio dissesto, a causa dell’erosione costiera e delle criticità idrogeologiche che stanno mettendo a dura prova la costa agrigentina.
L’origine del nome
La strada originariamente si chiama SS640. Da un’idea di Felice Cavallaro, giornalista del Corriere della Sera, nacque il progetto di rinominare quell’arteria, dedicandola agli scrittori originari di quella zona. L’opera è stata realizzata tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta dalle amministrazioni provinciali di Agrigento e di Caltanissetta.
Dovere di cronaca, obbliga a ricordare che quella è stata anche la strada degli omicidi. Lungo quel nastro di cemento vennero uccisi, per mano mafiosa, i giudici Antonino Saetta, nel 1988, e Rosario Livatino, nel 1990. Saetta venne assassinato per mano di Cosa nostra il 25 settembre 1988 in località Giulfo (Caltanissetta), durante il suo rientro a Palermo, e nell’attentato vi rimase vittima anche il figlio; Livatino fu ucciso due anni dopo per mano di un gruppo contrastante con Cosa nostra, la “Stidda Agrigentina”, il 21 settembre 1990, in contrada Gasena (Agrigento), mentre si stava dirigendo ad Agrigento.
Lascia un commento