Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini riapre ( o socchiude) la partita del ponte di Messina che si era fermata tra valutazione del recovery plan e crisi del governo precedente.
Le conclusioni cui era giunta la commissione inedita dal precedente governo erano molto sbilanciate in favore della necessità di realizzare comunque un collegamento stabile e non davano indicazioni fra le diverse opzioni tecniche visionate.
Ponte a una campata, ponte a tre campate, tunnel flottante o galleggiante o tunnel di superficie, tutte ipotesi progettuali finalizzate a definire un collegamento stabile. La commissione concludeva infatti che sarebbe stato necessario svolgere uno studio di fattibilità che comprendesse le soluzioni considerate idonee di collegamento stabile.
Il neo ministro adesso ha scritto invece alla commissione tecnica per l’attraversamento dello Stretto di Messina, chiedendo di valutare anche le opzioni relative al potenziamento dei servizi esistenti: traghetti, porti, stazioni ferroviarie. In particolare, Giovannini ha chiesto di valutare come sarebbe fattibile e quali effetti comporterebbe una sensibile riduzione dei tempi di attraversamento.
La richiesta del ministro arriva dopo che il gruppo tecnico aveva concluso sostanzialmente i suoi lavori e aveva prodotto un documento finale anticipato da Il Sole 24 Ore del 9 marzo).
L’opzione richiesta dal ministro alla commissione ha una connotazione prettamente politica in contrapposizione con il precedente governo e prelude l’intenzione di programmare comunque interventi per migliorare a breve termini le condizioni di viaggio tra la Calabria e la Sicilia.