- A rischio fondi per 360 milioni di euro
- L’assessore siciliano Toni Scilla accusa Patuanelli: “governo nemico della Sicilia”
- PD e Cinquestelle chiedono le dimissioni del presidente Musumeci
Pnnr: arriva una doccia fredda per la Sicilia. Una doccia che potrebbe costare molto cara: 360 milioni di euro. Il Ministero delle politiche agricole ha bocciato la metà dei 63 progetti presentati dall’amministrazione regionale per accedere ai fondi del Piano di ripresa e resilienza. Il valore dei progetti che non sono stati presi in considerazione dal governo nazionale dovrebbe ammontare a circa 360 milioni di euro, una parte consistente, stimata in quasi il 50 per cento, delle risorse che sarebbero dovute arrivare in Sicilia per il settore agricolo con i fondi europei post covid.
Dalle prime informazioni che arrivano dall’amministrazione regionale – che in buona sostanza conferma la bocciatura – quei 31 piani presentati dalla Sicilia sarebbero stati giudicati inammissibili.
“Il flop dei piani siciliani giudicati incoerenti con la spesa arriva nel settore agricoltura e infrastrutture irrigue dove i progetti non sono stati presi in considerazione”, ha spiegato in un’analisi pubblicata questa mattina, il direttore di Blogsicilia, Manlio Viola.
La conferme da parte del governo regionale siciliano
Una nota stampa dell’assessore regionale all’Agricoltura della Sicilia, Toni Scilla, conferma l’accaduto. Ovviamente, l’assessore tenta di difendere l’operato dei suoi uffici, e protesta contro la scelta del governo nazionale. In più, Scilla adombra l’esistenza di un “complotto” ai danni della Sicilia.
“Apprendiamo dal Mipaaf che solo 31 dei 63 progetti presentati dalla Sicilia sono stati presi in considerazione attraverso il decreto di approvazione degli elenchi dei progetti ammissibili e non ammissibili a finanziamento con fondi afferenti al PNRR per investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo. E questo lo dice lunga sulla recidiva ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana”, ha detto Scilla. Che poi ha attaccatto direttamente il ministro Patuanelli, indicandolo come “nemico della Sicilia”.
“Con quale criterio e come si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra. Il Ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa. Ricordiamo – uno dei tanti esempi che potrei citare – il tentativo di scippare fondi del PSR. Un atteggiamento ostile, che registriamo per l’ennesima volta, e che ci porterà ad effettuare le dovute verifiche e valutazioni. Quanti si stanno esibendo, con prontezza sospetta, in note e comunicati che di fatto esultano per l’ennesima ingiustizia romana nei confronti del Sud e della Sicilia, farebbero bene – da compagni di partito dello stesso ministro – a indirizzargli pressanti richieste di spiegazioni. Non meritano risposta perché – conclude Scilla – con incosciente sfrontatezza, remano contro gli interessi dell’Isola e dei siciliani”. Questa la nota al curaro, diffusa a nome dell’assessore regionale all’agricoltura della Sicilia.
Nessuna infrastruttura irrigua finanziata in Sicilia
Come era prevedibile, è scoppiata una bagarre politica. Le forze politiche che si oppongono al governo siciliano di centrodestra, guidato da Nello Musumeci, insorgono e puntano il dito contro la macchina della burocrazia, ritenuta inadeguata. L’attacco al governo siciliano porta la firma del segretario regionale del Pd, Antony Barbagallo: “A disposizione in questo ambito, strategico per l’economia dell’Isola, ci sono complessivamente 1,6 miliardi di euro. Il primo di ottobre il ministero delle politiche agricole ha reso noto il decreto con l’elenco delle infrastrutture irrigue ammissibili: sono 149 in tutta Italia, nessuno dalla Sicilia. Bocciati sonoramente i 31 progetti dell’Isola, un altro grande traguardo da ascrivere all’inadeguatezza del governo guidato da Nello Musumeci” .
“E’ una occasione persa – conclude Barbagallo – che avrà pesanti ricadute sul sistema agricolo, sulle imprese del settore e per il sistema di gestione idrica che si sarebbe potuto ammodernare e rendere efficiente anche guardando agli obiettivi della transizione ecologica. Questa bocciatura è il frutto della superficialità con cui la giunta Musumeci si è approcciata al PNRR – conclude -, costringendo la Sicilia a restare indietro mentre le altre Regioni corrono”.
CinqueStelle: Musumeci si dimetta
Anche dal Movimento Cinque stelle arrivano polemiche. I deputati grillini all’Assemblea regionale siciliana si concentrano sul potenziale danno subito e fanno una stima delle risorse economiche che la regione potrebbe perdere: “360 milioni che potevano arrivare in Sicilia vanno in fumo. Il governo regionale del nulla colpisce ancora. Musumeci abbia un sussulto di dignità e si dimetta. Senza di lui la Sicilia può ancora salvarsi.
Mipaaf: progetti presentati dalla Regione Siciliana non hanno intercettato criteri previsti
Dal Ministero per le politiche agricole arriva la spiegazione sull’esclusione dei progetti presentati dall’assessorato all’agricoltura della Regione siciliana in materia di irrigazione. La nota suona come una precisa bocciatura della burocrazia siciliana. I progetti non rispettavano i criteri di ammissione. Infatti, scrive il Mipaaf, “nessuno dei 31 progetti di investimento presentati dai Consorzi ed Enti siciliani ha intercettato tutti i criteri previsti per la selezione dei Progetti irrigui sul PNRR. I criteri di ammissibilità per ottenere il finanziamento con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono 23 e riguardano tra gli altri punti il livello di esecutività dell’opera, l’entità del risparmio idrico, la superficie oggetto di intervento, le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti. Per essere ammessi, i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti; di conseguenza, se anche un solo criterio non è stato soddisfatto, il progetto non può essere ammesso”.
“Alla definizione della lista dei progetti ammissibili si è giunti attraverso un processo selettivo portato a termine grazie ad un’apposita piattaforma informatica denominata “DANIA” gestita dal Mipaaf attraverso il CREA e che ha coinvolto gli Enti proponenti, le Autorità di Distretto, le Regioni e Province autonome. Nella banca dati “DANIA”, alla data di scadenza utile per la presentazione dei progetti su PNRR, erano presenti in totale 61 progetti di Enti irrigui della Regione Siciliana. Per 32 progetti è stata inserita come Fonte di finanziamento “Recovery Plan – Mipaaf”, per uno i termini di inserimento erano errati. Pertanto gli Enti della Regione Siciliana hanno presentato in totale 31 progetti su PNRR. I rimanenti progetti non sono stati candidati sul Recovery Plan. Ricordiamo che tutti i progetti presentati dai Consorzi e gli Enti irrigui delle regioni sono stati valutati su criteri precisi, che sono stati approvati con due decreti ministeriali ( DM 30 giugno 2021 e DM 30 luglio 2021), portati per informativa alla Conferenza Stato Regioni, che ha riunito, in data 23 settembre 2021, l’apposito “Tavolo tecnico PNRR-Mipaaf”, che ha preso atto con soddisfazione del lavoro svolto. I soggetti proponenti (Consorzi di Bonifica ed Enti Irrigui) infatti come previsto dalla procedura di selezione, hanno inserito i progetti di investimento nella piattaforma informatica e tutte le Regioni, compresa la Sicilia hanno avuto la facoltà di esprimere una propria valutazione in funzione delle priorità di investimento. Tutti passaggi su cui i Consorzi, gli Enti irrigui e la Regione Siciliana erano perfettamente a conoscenza”.
“In aggiunta al PNRR, il Ministero ha già concordato con le Regioni un’ulteriore processo selettivo che si concluderà nel mese di novembre 2021, grazie ai fondi nazionali messi a disposizione dalla legge di stabilità, ammontanti a 440 milioni di euro. In tale contesto, potranno trovare spazio ulteriori progettualità, a condizione vengano risolte le criticità che ne hanno impedito il finanziamento con il PNRR”.
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