Sul clima non si scherza, e probabilmente l’ispirazione per il cambiamento dovrà arrivare dalla natura. Lo raccontano i ragazzi dietro alla startup Green Independence, fondata da due pugliesi. La loro è una tecnologia così innovativa da permettere di rivoluzionare completamente il nostro modo di approcciarci all’energia.
La foglia artificiale che potrebbe cambiare il mondo
Un’idea a partire dalla natura. Ispirati proprio da un concetto tanto semplice da essere spiegato alle elementari, quello della fotosintesi clorofilliana. Tant’è che il nome della tecnologia creata dalla startup è New Artificial Leaf (NAL), ovvero “nuova foglia artificiale”.
“La nostra nuova tecnologia – spiegano i ricercatori di Green Independence – come gli alberi, può contemporaneamente produrre energia dal sole, immagazzinare l’energia che non viene utilizzata immediatamente trasformando le acque reflue o marine in idrogeno verde e riciclare le emissioni di CO2 producendo combustibili sintetici”. E continuano: “Noi partiamo dall’acqua sporca o dall’acqua del mare trasformandola in acqua distillata e potabile attraverso il calore dissipato da un pannello fotovoltaico, che intanto incamera energia elettrica in modo ancor più efficiente grazie all’azione di raffreddamento garantita dall’acqua”. Inoltre, l’energia non utilizzata viene convertita in idrogeno da una cella elettrochimica, che è inoltre capace di trasformare l’acqua satura a CO2 in Syngas, un combustibile sintetico.
La tecnologia di Green Independence
Insomma, a partire da una foglia artificiale si crea un intero sistema che beneficerà più ambiti. Ad esempio, vi è la creazione di energia pulita, ma anche la creazione di infrastrutture delocalizzate per la produzione di idrogeno. In questo modo si va a creare un sistema che rende possibile un mondo che finora era stato soltanto immaginato, e che non richiede necessariamente la presenza di grandi infrastrutture, dato che tutto può avvenire anche in posti inediti, senza bisogno di connessione alla rete o batterie.
“Su edifici residenziali, lungo ferrovie e autostrade, parcheggi, stazioni di rifornimento e altre infrastrutture, aumentando la loro redditività e, soprattutto, abbassando il costo dell’idrogeno verde. Così se oggi per una vera e propria svolta carbon free mancano le infrastrutture diffuse, soprattutto nel trasporto pesante – racconta Alessandro Monticelli, fondatore di Green Independence – il nostro progetto consentirebbe di produrre idrogeno in loco per camion e treni a idrogeno, anche lungo le autostrade e gli snodi ferroviari, favorendo inoltre la transizione energetica delle vecchie centrali a carbone in centrali green senza dover distruggere le vecchie infrastrutture”.
La storia della startup climate tech
Una startup con degli obiettivi molto ambiziosi, così come con una nobile vocazione. L’idea da cui è nata è stata di Alessandro Monticelli, un ingegnere con un percorso di studi e ricerca tra Politecnico di Torino, Alabama e University of Illinois, che allora lavorava in una multinazionale americana.
Un giorno l’idea. Così nell’agosto 2020 la visione di Monticelli prende vita, grazie anche al supporto del Politecnico di Torino e la collaborazione con una serie di altre menti illuminate. Tra queste la co-fondatrice di Green Independence, Marta Pisani, che si occupa principalmente della parte amministrativa e di marketing. Ma anche la professoressa Simelys Hernández, che da decenni si occupa di ricerca nell’ambito della produzione dell’idrogeno.
E ancora Matteo Morciano, post-doc in Ingegneria Energetica al Politecnico, e Noemi Figliolini, Financial Planning and Analysis Executive. Due, invece, gli advisor, Laura De Lorenzis e Andrea Mingolla.
Il futuro di Green Independence
Oggi la startup si pone come obiettivo quello di preparare un prototipo in piccola scala nel giro di 12 mesi, per poi concludere quello definitivo nel corso di due anni. Come con tutte le startup di questo genere, che richiedono un’ampia fase di ricerca e sviluppo, si guarda molto al futuro. Se tutto va bene, già nel 2025 si potrebbe pensare all’industrializzazione della nuova tecnologia.
Nel frattempo, gli investitori e acceleratori Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital e Plug and Play hanno dato fiducia al progetto, mentre la società di energia Snam ha investito i primi 60 mila euro in Green Independence. Evidentemente le potenzialità sembrano esserci, ed ora è soltanto una questione di tempo prima di vedere se davvero cambierà il mondo.
(In foto: Alessandro Monticelli allo SMAU di Parigi di marzo 2022)
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