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Palermo, esperti e istituzioni a confronto sulla riforma fiscale
29 Giu 2024 13:33

PALERMO (ITALPRESS) – Una tavola rotonda per aprire una riflessione sulla riforma fiscale in corso d’attuazione, con l’auspicio che metta al centro le esigenze dei cittadini: questo il proposito del convegno ‘I diritti del contribuente nella riforma fiscalè, organizzato dalla Camera degli avvocati tributaristi di Palermo presso la Camera di commercio Palermo-Enna.

All’evento, che ha messo gli uni di fronte agli altri esperti e istituzioni (sia politiche sia di controllo), hanno preso parte tra gli altri il presidente della Camera degli avvocati tributaristi di Palermo Angelo Cuva, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il presidente della Camera di commercio Palermo-Enna Alessandro Albanese, l’assessore al Bilancio al Comune di Palermo Brigida Alaimo e il comandante interregionale dell’Italia sud occidentale della Guardia di Finanza Antonino Maggiore.

La riflessione coinvolge in particolare due strumenti di fresca attuazione: da un lato l’autonomia differenziata, sulla quale viene evidenziata la necessità che garantisca uniformità fiscale nel paese, dall’altro l’intelligenza artificiale, in particolare per quanto attiene alla privacy del contribuente. Cuva spiega come “abbiamo voluto mettere i diritti del contribuente al centro dell’analisi sulla riforma fiscale che si sta attuando, perchè riteniamo che le figure centrali che devono orientare tutta l’azione di riforma siano i soggetti che costituiscono il fondamento di ogni comunità: la contribuzione fiscale trova il suo fondamento nei diritti e negli obblighi che devono essere adempiuti, il parametro trasversale per valutare la riforma in corso è proprio una verifica dell’equilibrio tra l’attuazione di diritti e doveri e la potestà impositiva dello Stato. Riteniamo che ci si stia muovendo nella giusta direzione, ma il cammino è lungo e lo seguiremo attentamente”.

Leo sottolinea la volontà di “cambiare il rapporto tra fisco e contribuente, tendendo una mano a chi vuole mettersi a posto con il fisco ed essere collaborativo: al contempo non va abbassata la guardia nei confronti di chi tenta di frodare o adotta comportamenti illeciti particolarmente insidiosi”.

Nel tracciare poi le misure messe in campo dal governo in favore dei contribuenti, il viceministro dell’Economia racconta come “abbiamo attuato il concordato preventivo biennale, attraverso il quale si formula una proposta per il mondo delle partite Iva. Se il contribuente accetta quel reddito varrà per due anni e se si avrà maggior reddito quello non verrà tassato. Inoltre per le imprese più strutturate c’è la possibilità di presentare un Tax control framework, ovvero un programma dove si mettono in evidenza tutti i rischi fiscali: in quel caso non ci saranno sanzioni amministrative nè penali”. Queste misure, conclude Leo, “incoraggiano il contribuente a dichiarare e muoversi in modo corretto: da parte dell’amministrazione finanziaria c’è sempre grande collaborazione”.

Albanese evidenzia l’importanza del convegno come occasione per venire incontro alle imprese, che “devono essere motivate dalle buone pratiche, ma anche dalla conoscenza adeguata di diritti e doveri: molto spesso i deficit finanziari non consentono di pagare puntualmente, ma questo avviene per le lentezze della pubblica amministrazione. Al viceministro chiedo se si può fare come negli altri Stati europei, tirando fuori dal bilancio regionale i contributi per gli investimenti e mettendoli a parte: assistiamo spesso a fronde di soldi utilizzati per problemi di natura politica, mentre le imprese soffrono”.

Per Alaimo la questione fiscale ha visto Palermo “lavorare in sinergia con il governo nazionale per l’applicazione di misure che permettono di guardare al futuro con tranquillità: oggi il rapporto tra Comune e contribuente è sicuramente più disteso, dopo che gli errori del passato hanno portato a difficoltà non indifferenti”. Nel raccontare il lavoro di supervisione svolto dalla Guardia di Finanza, Maggiore sottolinea come negli ultimi anni è stata potenziata “la collaborazione con l’Agenzia delle entrate: nel tempo si è sviluppata una capacità investigativa maggiore per il controllo delle risorse nazionali e comunitarie, occorrono competenze specifiche con il supporto di una giurisprudenza efficace. A livello locale abbiamo stipulato molti protocolli di intesa con le amministrazioni, per intervenire già sugli elementi di sospetto e agire puntualmente sul campo”.

Benchè i numeri sul recupero del gettito siano in miglioramento, aggiunge il comandante, “mancano all’appello 83 miliardi, di cui 10 dall’evasione contributiva e 73 da quella fiscale: il dato ci dice che l’evasione è ancora troppo diffusa e serve un’azione di controllo ancora più intensa. La riforma tributaria si è già mossa per recuperare il gettito e semplificherà l’azione dei verificatori, purchè l’analisi del rischio sia sempre più raffinata: sul ricorso all’intelligenza artificiale serve un decreto ministeriale adeguato perchè venga sempre garantita la privacy del contribuente”. (ITALPRESS)

Foto: xd8


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