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Miccichè tra dichiarazioni e smentite fa infuriare il centrodestra
08 Mag 2022 18:33

PALERMO (ITALPRESS) – E’ Gianfranco Miccichè numero uno di Forza Italia in Sicilia e presidente dell’Ars il protagonista del dibattito politico di oggi nel Centrodestra: le sue dichiarazioni – ‘Musumeci è un fascista, a Palermo non lo vogliamo più’ – rilasciate in una lunga intervista al quotidiano La Stampa (e da lui stesso, di buon mattino, smentite all’Italpress, ndr) hanno fatto infuriare gli alleati. E lo hanno fatto soprattutto alla vigilia del voto per la Finanziaria regionale previsto per domani in Aula, a Palazzo dei Normanni. Dalle colonne del quotidiano torinese Miccichè dice: ‘Musumeci? Mai più. Guardi…’. ‘Cinque anni fa subimmo un’imposizione. Ma a condizione che non si ricandidassè. ‘Cinque anni a rompere la m****. Ha trasformato i nostri assessori in ascari. A me ne ha tolti tre su quattro…’.

E poi, ‘Musumeci odia partiti, parlamento, stampa. ‘Di lei si occuperanno ben altri palazzì, ha detto a un deputato dell’opposizione. D’altronde è coerente: lui è pur sempre un fascista catanesè. ‘Palermo – aggiunge – è troppo nobile e intellettuale per il fascismò.

Musumeci, secondo il presidente del Parlamento Siciliano, non lo vogliono neanche i centristi: ‘Cuffaro e Lombardo sono pronti ad andare con il Pd, se c’è Musumecì. E… non lo vogliono ‘nemmeno quelli di Fratelli d’Italia! Siamo tutti matti?’. Meloni però lo difende. ‘Da fascista qual è, si è accodata a La Russa, fascista siciliano come Musumecì. L’accordo sul Comune (di Palermo, ndr) è il viatico per la Regione? ‘Macchè. Berlusconi mi ha detto: fai la mossa del cavallo e chiudi sul Comune sul loro candidato. Fatto, fregandocene della signora Meloni che ci vuole distruggere tutti. Ma Musumeci non passerà. Mai…’. Poi la precisazione telefonica all’Italpress di toni e dei contenuti dell’intervista. ‘Ho già stamattina inviato un messaggio al presidente Nello Musumeci – sottolinea Miccichè – e alle altre personalità citate in questa intervista garantendo loro di non avere mai usato questi toni nei loro confronti, nè fatto queste affermazioni. Il fatto che io non consideri Musumeci il miglior candidato (alla Presidenza della Regione, ndr) è un conto, ma questi toni non mi appartengono e non mi sarei mai permesso di utilizzarlì.

Stizzita la reazione del vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao che su Facebook, parla di toni ‘incontinentì e di ‘punto di non ritornò. ‘I toni incontinenti usati dal Presidente dell’Assemblea regionale – commenta Armao – nei confronti del Presidente della Regione, come già in passato nei confronti miei e di assessori, sono scomposti ed inadeguati, oltre che totalmente falsi. Ieri ne ho parlato nuovamente al Giornale di Sicilia. Forza Italia, proprio perchè interpreta i valori popolari e liberali, è un partito con grande rispetto delle istituzioni ed è parte centrale di questo governo; con equilibrio e responsabilità istituzionale, ben diverse da quelle con la quali sono state condotti i contraddittori confronti per l’indicazione del candidato sindaco a Palermo, contribuirà alla proposta di governo della Sicilia del prossimi cinque annì.

Per Armao: ‘E’ costituzionalmente inaccettabile che egli si esprima con queste volgarità dal ruolo che ricopre ed è incredibile che le forze politiche di opposizione, per bieca convenienza, non dicano una parola su questa grave frattura statutaria. Lo Statuto regionale, che ho sempre difeso da siciliano e da giurista, prima che da componente del governo, è stato tradito, calpestato con il silenzio di troppi, ma ciò non avverrà col mio. E poi su quel deputato presunta vittima di Musumeci, che ha cambiato più partiti che costumi da bagno, e che non ho mai sentito in questi anni occuparsi da parlamentare di una questione di interesse generale (e mi limito a questo), sodale di Miccichè indipendente dal partito di turno, sarebbe stato meglio tacere. Nel suo interesse. L’autorevolezza del giornalista chiamato in causa, adesso precipitosamente contestato dal bislacco intervistato che si rimangia all’Italpress le parole dal ‘sen fuggitè, rende inverosimile anche la smentita. Il Presidente dell’Assemblea è incompatibile con ruolo che svolge, l’ho detto e continuerò a dirlo in ogni sede, ma quel che accade oggi determina un punto di non ritornò.

Di ‘gravi e inaccettabili affermazionì parla Francesco Scoma, deputato della ‘Lega-Prima l’Italià e componente dell’Ufficio di presidenza della Camera. “Bene la smentita di Miccichè – dichiara -, anche se dubito che un quotidiano serio e attendibile come ‘La Stampà, possa riportare dichiarazioni distorte o non veritiere. E’ evidente che, da parte del coordinatore regionale di Forza Italia, ci sia la volontà di spaccare il centrodestra, partendo dalla Sicilia. Con dispiacere assisto ad una divisione netta all’interno di un partito in cui ho tanti amici e che considero un alleato fondamentale per le posizioni moderate che ci accomunano. Definire Matteo Salvini debole, gli esponenti di Fratelli d’Italia come fascisti, Renzi come uno scienziato ubriaco, dimostrano la poca lucidità che continua ad avere Miccichè, giorno dopo giorno sono sempre più gravi e inaccettabili le sue affermazioni”.

“Il Parlamento siciliano – prosegue Scoma – non può continuare a subire una tale mortificazione ed essere rappresentato da una figura così divisiva. Mi auguro che, per il bene della nostra coalizione e delle istituzioni regionali, si possano evitare tali dichiarazioni volgari, inappropriate e prive di senso.

Non possiamo mettere a repentaglio l’unità regionale e soprattutto nazionale del centrodestra per dei comportamenti autodistruttivi di singoli esponenti. I fatti che avvengono in Sicilia hanno ripercussioni nazionali e non possiamo ne dobbiamo ignorare la gravità di queste affermazioni”, conclude.

Per i progressisti palermitani, è il candidato sindaco di Palermo Franco Miceli ad ‘approfittarnè per sferrare l’attacco frontale agli avversari. ‘Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè – aggiunge Miceli – in una schietta intervista pubblicata oggi da La Stampa, importante quotidiano che purtroppo non arriva in Sicilia, definisce Nello Musumeci ‘un fascista catanesè che tratta i suoi assessori come degli ‘ascarì. Condivido il giudizio di Miccichè. Osservo soltanto – prosegue Franco Miceli – che il leader siciliano di Forza Italia sta sostenendo la candidatura a sindaco di uno degli assessori di Musumeci. E’ palese che non lo sta facendo volentieri, ma alla fine dei conti Miccichè non ha saputo tenere il punto e ha finito per sostenere il candidato imposto da chi lui stesso giudica fascistì.

A commentare le parole di Miccichè è anche Ignazio La Russa, senatore siciliano di Fratelli d’Italia: ‘Accolgo di buon grado la completa smentita di Gianfranco Miccichè che mi ha telefonato per scusarsi di dichiarazioni che il quotidiano La Stampa gli attribuisce, in cui come disperata arma finale, attacca Musumeci, me e addirittura Giorgia Meloni con la vetusta accusa di fascismo tanto cara alla estrema sinistra orfana del comunismo. Sono certo che Gianfranco è stato travisato, infatti nessun esponente politico cosciente e non disturbato potrebbe sottoscrivere quel testo contrario ad ogni logica umana e politica. Ho detto a Miccichè, che ringrazio per la telefonata, che se la smentita può risolvere il problema dei rapporti personali, l’articolo impone però un pronto chiarimento politico, reso necessario anche dall’improvvido coinvolgimento nell’articolo di Silvio Berlusconi, descritto arbitrariamente come consapevole e coinvolto in una strategia che non gli appartiene utile a danneggiare gli alleati. Al contrario, Berlusconi a cui pure mi appello perchè si distingua da affermazioni così gravi da minare irreparabilmente il centrodestra da lui fondato e consenta di ricompattare in Sicilia una coalizione che gli avversari vorrebbero scardinare proprio perchè destinata a vincere con Lagalla a Palermo e con Musumeci in Regione. Non è più possibile rimanere in posizioni equivoche che servono solo a danneggiare il Centrodestrà.

Photo credit: agenziafotogramma.it

(ITALPRESS).


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