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Gli scenari economici futuri nell’incontro di Baps e Arca Fondi a Palermo

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PALERMO (ITALPRESS) – L’evoluzione del sistema bancario europeo, il ruolo della finanza nella crescita del Mezzogiorno e le ripercussioni economiche delle tensioni geopolitiche globali. Questi i temi al centro di una tavola rotonda organizzata da Banca Agricola Popolare di Sicilia (Baps) e Arca Fondi Sgr. Ospite dell’ultimo appuntamento di un roadshow che ha fatto tappa anche a Catania, Agrigento e Ragusa, è stato il manager Alessandro Profumo. Il suo intervento ha toccato diversi aspetti, dal ruolo delle banche locali al tema dei dazi fino al piano europeo di difesa comune.

Presenti a Villa Igiea anche il presidente di Baps, Arturo Schininà, con l’amministratore delegato, Saverio Continella, e il vicedirettore generale di Arca Fondi, Simone Bini Smaghi. Ciascuno di loro ha raccontato la propria visione sulle sfide e le opportunità per il settore bancario nel contesto attuale. Gli incontri hanno rappresentato un’importante occasione di confronto per imprese, investitori e operatori finanziari, creando un dialogo costruttivo sulle sfide e le opportunità che il Mezzogiorno deve affrontare in un contesto globale in continua evoluzione.

Attraverso l’analisi delle dinamiche economiche e geopolitiche, è emersa la necessità di adottare strategie innovative per stimolare la crescita, attrarre investimenti e rafforzare il ruolo delle banche locali come motore di sviluppo per il territorio. “Il Mezzogiorno sta rispondendo alle sfide del presente lanciando realtà come Baps, che sono estremamente importanti per supportare l’economia locale attraverso un’azione di prossimità”, ha sottolineato Profumo, che poi si è soffermato sulla questione dei dazi americani. “Se verranno messi possono portare a un rallentamento dell’economia e questo sarebbe un problema per tutti. Se invece si considerano come una grande spinta al cambiamento, ricordando che coinvolgerebbero sia l’Europa sia altri territori, possono aumentare le opportunità di interscambio con altri Paesi”. Per quanto riguarda il piano di riarmo dell’Unione europea, secondo Profumo “c’è ancora molto da capire, ad esempio su come verranno gestite le capacità d’acquisto: la cifra è molto consistente, ma bisognerebbe capire da dove vengono presi questi 800 miliardi”.

L’attenzione di Schininà si è focalizzata invece su due aspetti. “Calo demografico e fuga dei giovani sono un grosso problema per questa terra: dobbiamo fare di tutto per farli tornare qui, perché sono loro la vera forza del territorio. Per convincerli però servono strumenti adeguati affinché possano investire sulla Sicilia: la nostra banca vuole fare la sua parte e ha gli strumenti giusti per aiutarli a creare questi presupposti”. Continella ha tracciato la propria idea sul ruolo delle banche attraverso una similitudine. “Le banche sono come i pesci nell’acquario: se l’acqua è pulita il pesce vive, se l’acqua è sporca il pesce non vive. È tutta questione di saper scegliere i fondali corretti. Il nostro compito è da un lato supportare le aziende sane e aiutarle a crescere, dall’altro sviluppare quelle che hanno idee e guidarle al successo”. L’Ad di Baps ha evidenziato poi come “senza un sistema finanziario solido e lungimirante le imprese non possono investire e crescere, ma senza un tessuto imprenditoriale innovativo la finanza difficilmente può guardare con ottimismo al futuro”.

Nel tracciare un bilancio del roadshow, Bini Smaghi ha raccontato come “questi incontri sono fondamentali per raccogliere idee su come aiutare le imprese a crescere e quali strumenti dare ai giovani per fare impresa e sviluppare il territorio. Altro tema centrale è la difesa, soprattutto per capire come si sta costruendo il nuovo sistema di difesa europeo”. Geopolitica e demografia sono state centrali nelle sue riflessioni: “A livello geopolitico il contesto è particolarmente frenetico, soprattutto dopo l’insediamento della nuova amministrazione americana”, ha sottolineato. La demografia, invece, “è un elemento che è stato troppo sottovalutato: il picco delle nascite è stato nel 1964, con un milione, e adesso siamo sotto i 370mila. Questo ci fa capire l’urgenza di fare previdenza complementare: non è pensabile che in futuro l’Inps possa mantenere le pensioni come erano in passato, i giovani devono fare fondi pensione ed è fondamentale che si premuniscano per tempo”.

– foto xd8/Italpress –

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Redazione
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