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Fi a Taormina ribadisce il ruolo dell’Italia in un mondo che cambia
18 Nov 2023 21:09

TAORMINA – (ITALPRESS) – “Il mondo che cambia, per un nuovo ruolo dell’Italia” è il tema di un panel proposto nell’ambito dei lavori del meeting “Etna23” di Forza Italia a Taormina. Al centro del dibattito – moderato dal direttore dell’agenzia di stampa Italpress, Gaspare Borsellino – le prospettive del nostro Paese in un contesto geopolitico che cambia e vive una fase cruciale, tra emergenze e tensioni, con l’Italia che assume in tal quadro un nuovo ruolo. “La politica estera, mai come oggi diventa strategica per il nostro Paese”, ha evidenziato Andrea Orsini, vicepresidente della Delegazione Italiana presso l’Assemblea parlamentare della Nato. Silvio Berlusconi voleva dare di Forza Italia una definizione e usò cinque parole: cristiano, europeista atalantista, garantista, liberale. Si tratta di valori che si richiamano all’Occidente di cui siamo parte e la polica estera è la scelta di un sistema di valori e di civiltà che ci identifica fortemente. Non a caso Berlusconi scelse di affidare la Politica estera a Tajani, segretario oggi di Forza Italia e figura che ha saputo portare avanti con un forte impegno le idee del nostro presidente. In questo momento si decide l’Europa dei prossimi decenni, cosa sarà e dove si intende arrivare”. “Berlusconi parlava di un Piano Marshall per l’Africa. Se nel 2050 ci saranno 3 miliardi di abitanti in Africa, il tema va affrontato in modo strutturale, andando ad accendere in questi paese le luci, sennò questi Paesi saranno sempre più attratti dalle luci dei nostri Paesi. Il piano Mattei fa i giusti passi nella direzione che noi abbiamo tracciato e che grazie al governo, con il premier Meloni e con il nostro ministro Tajani, sta affrontando in modo sistematico, cercando la via corretta per una svolta”, ha dichiarato Alessandro Battilocchio, presidente Commissione Sicurezza, Città e Periferie. “La geopolitica è un tema che per tanti anni è rimasta lontana dalla sensibilità ma oggi dobbiamo farcene carico – ha spiegato Deborah Bergamini, deputata di Fi e vicepresidente del gruppo Ppe -. Il cambiamento ci rappresenta che c’è un altro mondo. Ero ad Arcore l’11 settembre e vidi quel giorno quello che abbiamo visto tutti noi. Mi precipitai dal presidente Berlusconi e gli ho dato allora io la notizia. Siamo di fronte ad un mondo che ha preso un binario pericoloso della competizione-conflitto. L’evoluzione o involuzione della globalizzazione ha fatto sì che gli Stati, dopo una fase iniziale di collaborazione economica, siano diventati competitor ed è un quadro differente rispetto agli Anni Novanta. L’Europa ora deve essere più forte e costruirla la propria forza. Sinora abbiamo visto sforzi non sufficienti e ci vuole una difesa comune”. “Forza Italia in questo mondo che cambia ha un ruolo di equilibrio e lo fa con i nostri valori di sempre, che Berlusconi ha portato in politica e che stiamo portando ora avanti noi con tanto impegno – ha rimarcato Raffaele Nevi, vicecapogruppo vicario della Camera e portavoce nazionale di FI -. FI è un pilastro e segna un’identità forte del liberalismo italiano. Tutto il nostro sforzo è per essere coerenti con l’impostazione della ricetta liberale portata da Berlusconi nel 1994 nel nostro Paese e che ha fatto diventare temi centrali quelli che oggi sono ancora più importanti, visti i problemi che l’Italia, l’Europa e il mondo. C’è bisogno di noi, ancora più del passato, per il futuro e lo sviluppo economico e sociale dell’Italia”. “Noi affrontiamo temi che hanno proprio la Sicilia come area strategica, perchè l’isola è al centro delle dinamiche tra Africa, Asia e Europa – ha concluso Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera -, può e deve attrarre importanti investimenti con le grandi multinazionali che operano nel mondo. Le sfide che abbiamo davanti ci chiamano ad uno sforzo eccezionale per l’Italia e la Sicilia può essere un centro fondamentale per far valere la forza delle idee di Forza Italia e del nostro governo. Siamo in uno scenario da brividi ma il futuro risiede nella capacità di sapere leggere il presente con coraggio. E la nostra classe dirigente ce l’ha questa capacità”. (ITALPRESS)

Foto: Italpress


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