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Due anni fa l’arresto di Matteo Messina Denaro
16 Gen 2025 12:21

ARSALA (TRAPANI) (ITALPRESS) – Era il 16 gennaio 2023, quando alla clinica “La Maddalena” di Palermo veniva arrestato Matteo Messina Denaro dai Carabinieri del Ros. Il latitante più ricercato di Cosa Nostra era in cura per un tumore all’interno di quella struttura sotto il falso nome di Andrea Bonafede. Finalmente aveva un volto, ed era stato consegnato alla giustizia. Nel corso di questi lunghi anni, infatti, in tanti avevano persino ipotizzato che fosse morto o che fosse in chissà quale parte del mondo. Invece era nascosto proprio a Campobello di Mazara, tra la gente, a pochi chilometri dalla sua Castelvetrano, all’interno di un tessuto sociale che ha saputo proteggerlo e creare barriere impenetrabili. Un tessuto sociale in cui il boss, malgrado la latitanza, è riuscito a costruire una fitta rete di coperture che gli hanno garantito di poter vivere indisturbato e alla luce del sole. Subito dopo l’arresto, i carabinieri hanno trovato all’interno dei covi alcuni diari appartenenti proprio al boss. Sono stati scritti nell’arco di tredici anni -dal 2003 al 2016- e racchiudono al loro i pensieri più intimi di “Diabolik” indirizzate alla figlia ma anche alle sue amanti. Ci sono anche foto del boss all’interno, come quella di fronte all’arena di Verona datata 2006 in cui appare con occhiali da sole e vestiti firmati. Mancano invece i nomi delle persone che lo hanno aiutato nel corso di questi 30 lunghi anni di latitanza, come anche i nomi dei luoghi in cui si è nascosto. Due anni dopo l’arresto, continuano ad esserci ancora molte zone d’ombra dietro la latitanza di uno dei boss più ricercati d’Italia.

– Foto: ufficio stampa Carabinieri –

(ITALPRESS).


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