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Defr 2023-25 Sicilia, crescita ma anche inflazione e segnali recessione

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PALERMO (ITALPRESS) – E’ stata pubblicata la delibera della Giunta numero 337 del 28 giugno 2022 che ha approvato, ancora una volta rispettando i tempi prescritti, il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2023-2025, accessibile per consultazione online sul sito della Regione.

Il Documento, ultimo della Legislatura 2017-22, vede la luce in un contesto economico controverso ma che può essere definito l’Anno dell’Insularità in cui l’intenso lavoro volto al riconoscimento delle specificità socio-economiche proprie delle Isole, vede il culmine a livello nazionale ed europeo.

Nelle parole del Vicepresidente ed Assessore all’Economia, Gaetano Armao: ‘L’ormai imminente approvazione della riforma dell’art. 119 della Costituzione, l’approvazione della Risoluzione sulle condizione delle Isole da parte del Parlamento europeo, le iniziative del Comitato europeo delle Regioni, il riconoscimento degli svantaggi dell’insularità, dei suoi costi e delle misure di compensazione da parte del legislatore statale, la previsione di specifiche misure di riequilibrio negli atti di programmazione europea e nazionale consentono, di ritenere prossimo al conseguimento uno dei nostri principali obiettivì.

Il DEFR 23-25 rappresenta l’occasione per fare il punto sui cinque esercizi finanziari che hanno visto all’opera il Governo Musumeci, ‘Sono stati anni difficili, – ricorda l’Assessore – attraversati dalle diverse ondate di pandemia da Covid-19, da crisi economiche ed adesso dal pesante incremento dei tassi e dell’inflazione, a cavallo tra due programmazioni europee e nazionali, con molteplici cambiamenti sul piano politico nazionale che hanno reso più complessa la pur riattivata interlocuzione istituzionale. Ciò nonostante, il nostro Governo ha messo in campo ogni risorsa per far fronte alle turbolenze, erogando oltre un miliardo € di sostegni per famiglie ed imprese, per chi è più in difficoltà, conducendo un lavoro volto da un lato al miglioramento dei conti regionali e dall’altro assicurando risorse agli investimenti ed allo sviluppò.

In un contesto economico che ha visto nel 2021 un incremento medio nazionale del PIL del +6,6%, la crescita ha riguardato soprattutto il settentrione (+7,4% Nord-ovest e +7% Nord-est), mentre l’aumento del PIL è risultato meno accentuato al Centro (+6%) ed al Sud (+5,8%). Il valore del PIL programmatico della Sicilia per il 2022 è previsto in crescita del 3,8%, dopo il + 5,7 % del 2021, con un incremento che si dovrebbe attestare al 3,9% nel 2023, registrando così un aumento superiore a quello nazionale che, nel DEF statale, raggiunge il + 3,1%% nel 2022 ed il + 2,4% nel 2023. In termini di scenario va sottolineato che la crescita delineata dal documento non solo consente, già dal prossimo anno, di andare ben oltre il recupero di quanto perduto nel 2020 (- 8,4%), ma soprattutto di raggiungere i 100 miliardi € di PIL, soglia mai conseguita dall’economia regionale.

Siamo in un momento delicato in cui l’inflazione sta ancora salendo mentre l’economia, in particolare il settore manifatturiero, rallenta vistosamente, anche a causa di una crisi energetica senza precedenti e per l’effetto del conflitto Russo-Ucraino.

Sul fronte dei prezzi il dato confortante è che l’ampiezza dei settori che vedono ancora un’inflazione marcata sta restringendosi. Rimane il nodo intricato dell’energia il cui innalzamento dei costi strangola bilanci di famiglie ed imprese.

Il Governo Musumeci, per sostenere l’economia regionale durante le ondate della pandemia e le fasi immediatamente successive ha erogato ristori per oltre quasi 1,2 miliardi € ed è pronto a nuovi interventi per contrastare la nuova crisi.

Il ritrovato equilibrio nei rapporti con lo Stato

Nel contesto della strategia finanziaria regionale, assumono rilevanza i tre importanti accordi di finanza pubblica che sono stati conclusi, a partire dal 2018, e che hanno profondamente mutato il quadro delle relazioni finanziarie tra Stato e Regione. Questi hanno determinato, innanzi tutto la drastica riduzione del concorso alla finanza pubblica (da oltre 1,3 miliardi € nel 2017 a 700 milioni, al netto del contributo sull’insularità, nel 2022), il riconoscimento dell’autonomia finanziaria e della condizione di insularità della Regione, con l’avvio dei trasferimenti destinati alla compensazione dei costi dell’insularità ed all’integrazione delle risorse per i liberi consorzi e le città, metropolitane.

Sul piano delle relazioni con lo Stato, va anche ricordata l’intesa raggiunta sulla c.d. fiscalità di sviluppo, per la quale è stata già determinata dalla Commissione paritetica Stato-Regione la stesura che ha ottenuto tutti gli assensi ministeriali ed attende soltanto l’approvazione da parte del CdM e la cui entrata in vigore nei prossimi mesi consentirà manovre fiscali più consistenti per attrarre investimenti. L’applicazione di tale peculiare forma di autonomia finanziaria rafforza il regime di agevolazione fiscale delle Zone economiche speciali (ZES) siciliane, rendendole le più vantaggiose nel Paese, e le specifiche misure di vantaggio per l’iniziativa resto al Sud (in Sicilia).

La Regione Siciliana nel monitoraggio del PNRR ha inoltre offerto un costante supporto alle Re-gioni italiane, anche grazie al suo ruolo di coordinamento della Commissione affari europei ed internazionali della Conferenza delle Regioni e PP.AA.

Sul fronte del PNRR, la Sicilia risulta la prima tra le Regioni per l’allocazione di risorse, sottoposte ad attento monitoraggio.

Le riforme strutturali in materia finanziaria

La Regione ha patito in passato reiterate crisi di liquidità dovute ad incertezza del gettito e delle riscossioni, con effetti ritardanti della spesa in favore lavoratori, famiglie ed imprese. Dal 2017 ad oggi la situazione è profondamente mutata, la situazione di cassa può ritenersi più che solida e, conseguentemente, definiti i riaccertamenti conseguenti all’approvazione del Bilancio 2022-24, ormai imminenti, si passa alla liquidazione di tutti i pagamenti senza alcuna preoccupazione finanziaria. Va poi ricordato che sul piano dei tempi medi di pagamento la Regione è passata dai gravi ritardi della metà del decennio scorso a tempi in linea con la media delle regioni italiane.

Tra le altre riforme strutturali in materia finanziaria giova ricordare l’introduzione della revisione contabile (la Sicilia prima tra le Regioni speciali), il corretto recepimento del decreto legislativo n. 118 del 2011 (decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 158) e la conseguente riforma della contabilità regionale (risalente al 1977), la quantificazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) anche in questo caso prima tra le Regioni speciali, come già avvenuto per i comuni siciliani.

Infine, con l’ultimo d.d.l. approvato dal Governo regionale che completa la manovra di bilancio 2022-24, vengono ripristinati tutti gli stanziamenti previsti nel documento finanziario per oltre 800 milioni €, superando così il parziale blocco della spesa. Anche per questo quinto anno della legislatura saranno quindi rispettati tutti gli impegni assunti con legge di bilancio.

La riqualificazione e razionalizzazione della spesa regionale

All’insediamento, il governo regionale ha rinvenuto un indebitamento di poco meno di 8 miliardi (€ 7.902.383.242,00), frutto della sommatoria tra il debito in senso stretto e le anticipazioni di liquidità. La scelta di non attivare nuovo indebitamento, pur di fronte all’esigenza di alimentare in termini finanziari gli investimenti ha fatto sì che al termine dell’anno 2022, effettuato un drastico contenimento, tale indebitamento ammonterà a 6.603.311.372 €, con una riduzione di oltre il 16,4% (-1.3 miliardi €) a carico della Regione e dei siciliani e contenimento di oneri sul bilancio.

L’obiettivo di ridurre oltre all’indebitamento anche gli oneri gravanti sul bilancio ha inoltre imposto la rinegoziazione del debito sanitario, la quota preminente del debito regionale. E’ stata perfezionata la complessa rinegoziazione dei mutui sanitari, accesi nei primi anni ‘2000, con Cassa Depositi e Prestiti, con un risparmio complessivo di ben 633 milioni € di interessi sino al 2044, mentre, già per il 2022, la riduzione degli oneri finanziari si attesta a 43 milioni di euro.

Nel medesimo solco si è quindi posta la scelta del Governo regionale di rinegoziare i contratti derivati, adottata sin dall’insediamento. Tale scelta ha visto un valore in termini di risparmio effettivo per la Regione di circa l’80 % della debenza totale e, considerati ulteriori benefici finanziari, porta un risparmio netto di circa 50 milioni € e somme liberate per oltre 200 milioni € con un consistente risparmio, unico tra gli enti regionali che hanno definito analoghe transazioni.

Circa 450 milioni € i risparmi conseguiti su contenziosi vinti o condotti a transazione.

La transizione digitale rappresenta per la Sicilia la vera mossa del cavallo in termini di crescita e sviluppo socio-economico consentendo di superare i divari e gli svantaggi determinati dalla condizione di insularità. Gli investimenti realizzati dall’Agenda digitale, con oltre 300 milioni € impegnati (oltre il 93% delle risorse destinate dalla programmazione europea 2014-20), la rete dei backbones landing points effetto di investimenti internazionali e centralità geografica fanno della Sicilia la regione più infrastrutturata sul piano digitale nel Mediterraneo. Il nuovo Piano Triennale della Transizione Digitale dell’Amministrazione Regionale prevede un impegno finanziario complessivo di oltre 219 milioni di euro.

Le proiezione digitale della Sicilia si articola attraverso la diffusione delle piattaforme abilitanti (identità digitale, sistema di pagamento elettronico, anagrafe unica, carta d’identità elettronica), la razionalizzazione delle infrastrutture e delle risorse (cloud), la promozione di modelli virtuosi (linee guida di design, riuso del software), la creazione di nuovi servizi digitali permettono un uso sistematico da parte di cittadini e imprese di servizi digitali efficienti e semplici da usare. Appare significativo evidenziare che dall’ultima rilevazione sullo stato di avanzamento della banda ultra larga (BUL) Fiber to the Home, letteralmente ‘fibra fino a casà (FTTH), la Sicilia sia prima tra le grandi Regioni italiane ed al secondo posto assoluto.

– foto: agenziafotogramma.it

(ITALPRESS).

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Redazione
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