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Vogliono realizzare un #autodromo nel cuore verde d’#Abruzzo
26 Giu 2015 08:45

Monti della Laga sono, per altezza, il quinto gruppo montuoso dell’Appennino dopo Gran Sasso, Maiella, Velino-Sirente e Monti Sibillini. Il territorio rientra all’interno del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Si estende tra la strade statali numero 4 e 80 (Salaria e del Gran Sasso),  stretto dalla valle del Tronto , che lo divide dai Monti Sibillini, e dalla alta valle del Vomano , che lo divide dai monti del Gran Sasso.

La catena, quindi,  corre lungo il confine tra l’Abruzzo, le Marche e il Lazio a cavallo tra le province di L’Aquila, Teramo, Ascoli Piceno e Rieti, per una lunghezza complessiva di 24 km.

I suoi monti sono assai diversi da quelli confinanti e, più in generale, da tutte le montagne dell’Appennino Centrale.  Il loro profilo, infatti,  è arrotondato e dolce, con numerose valli incise e profonde;  la catena ha, infatti,  natura  arenaria e marnosa, a differenza del resto dell’Appennino centrale  in prevalenza formato da rocce carbonatiche. Ed è proprio questa particolare conformazione geologica che ha dato il nome alla catena: Formazione della Laga.  L’arenaria è un tipo di roccia impermeabile, l’acqua non può arrivare in profondità e così dà vita a numerosissime cascate che, fino a giugno-luglio, sono ricchissime di acqua e rendono il paesaggio indimenticabile. Tra le più alte e imponenti cascate le più famose sono quelle della Morricana, della Volpara, delle Barche, della Cavata, delle Cento Fonti, della Fiumata, e tante altre che in inverno, ghiacciate, offrono uno spettacolo di rara bellezza.

Tra le più belle quelle del  Rio Volpara che sono le cascate più alte del gruppo. Si tratta di un serie di scivoli che precipitano dalla Macera della Morte (2073 m), punto di confine tra Marche, Lazio ed Abruzzo , per oltre 600 m, nessun salto è maestoso ma nell’insieme offrono uno  spettacolo unico.

panorama sevo 3

Le vette più alte sono:  Monte Gorzano (2458 metri), Cima Lepri (2445 m), Pizzo di Sevo (2419 m),  Pizzo di Moscio (2411 m) e, infine, il più meridionale, Monte di Mezzo (2155 m).

Giorni fa da Pizzo Sevo, che si trova al confine tra Lazio, Abruzzo e Marche,  ho visto un panorama di vetta tra i più spettacolari: oltre a le cime della Laga stessa, infatti, a sud erano ben visibili tutti i picchi più alti del Gran Sasso, più in là il Sirente ed il Velino, il Monte Viglio della Valle Roveto, il Terminillo, sullo sfondo il mar Tirreno, poi l’Umbria con la magnifica strada che porta da Arquata del Tronto a Norcia, Castelluccio di Norcia e la sua piana, il maestoso Monte Vettore dei Sibillini, il Conero, il mar Adriatico, i monti Gemelli, le nubi, i laghi. Tutto.
Un silenzio inarrivabile,  rotto dallo scorrere dell’acqua freddissima e qualche cornacchia o rondine, un odore indescrivibile di viole, genzianelle, orchidee, faggi,  abeti bianchi e piccole foreste di betulle.

Sulla via del ritorno un incontro fugace con un animale che non sono riuscita a definire, ma quando l’ho descritto ad un uomo del luogo mi ha riferito che, con grande probabilità, si trattava di un lupacchiotto.

Se a qualcuno capiterà di percorrere una delle due statali che costeggiano la catena, ne rimarrà incantato. La S.S.80, in particolare, dall’Aquila a Teramo,  si innalza fino al passo delle Capannelle (1299 m s.l.m.), con una piccola deviazione si può arrivare al lago di Campotosto, e poi degrada fino a Montorio al Vomano, un comune che fa parte della Comunità Montana del Gran Sasso. La storia di Montorio è inevitabilmente legata al fiume Vomano che nasce sulle pendici nord-occidentali del Monte San Franco (catena del Gran Sasso), a circa 1200 m, e con andamento impetuoso scorre incassato in una valle contornata dalle cime maggiori dell’Appennino.

Perché parlare di Montorio al Vomano?  Perché è di questi giorni la notizia che proprio a Montorio che si può  definire la sentinella sud- est del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, è in progetto la costruzione di un autodromo. Sì un autodromo. Per il quale, in un referendum consultivo,  la popolazione del luogo si è espressa a favore.
Le notizie si trovano  qui.

Molto soddisfatto dell’esito del referendum, ovviamente,  l’Amministratore delegato  dell’Autodromo Gran Sasso, Carlo Toma: «Desidero ringraziare tutti i cittadini di Montorio; d’ora in poi vorremo colmare una nostra carenza informativa e far capire a quanti hanno votato ‘no’ e a chi non è andato a votare che l’autodromo è un progetto valido per Montorio e per l’economia, che la sua realizzazione rappresenta un’occasione unica di rilancio.»

Pur considerando che l’amministratore delegato afferma di essere in possesso di tutte le valutazioni di impatto ambientale e si dice sicuro che non deturperà nulla, a me viene spontanea una sola domanda. “Perché?”

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