La Commissione Europea sta lavorando a una nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, attesa per martedì 14 dicembre, che sta suscitando non poche polemiche. Riguarda, infatti, l’obbligo di rinnovo energetico prima della vendita di edifici e abitazioni.
Secondo quanto appreso dall’Ansa, la portata del rinnovo della classe energetica dovrà essere proporzionata allo stato di partenza dell’immobile, dovrà, quindi, essere fattibile rispetto alla categoria energetica di partenza. Saranno esclusi gli edifici storici.
Se confermate, le proposte dell’esecutivo UE dovrebbero contemplare anche standard minimi di prestazione energetica e indicazioni dettagliate per i piani nazionali di riqualificazione energetica dell’edilizia. Sarebbe, inoltre, prevista l’introduzione di nuovi strumenti per agevolare l’esecuzione delle ristrutturazioni degli immobili da parte dei proprietari.
In questo contesto si sta pensando di utilizzare la leva del credito e si sta valutando anche la possibilità di incentivare gli interventi delle società elettriche ed energetiche in quanto capaci di assumersi il rischio del finanziamento iniziale e di ripagare gli investimenti con i risparmi sull’energia.
Codacons: “Ipotesi ridicola”
“L’obbligo di rinnovo energetico prima della vendita per edifici e abitazioni è una idea ridicola che non potrebbe essere applicata in Italia”. Lo ha affermato il Codacons, bocciando senza mezzi termini la proposta della Commissione UE.
“Non esiste alcun nesso tra il diritto di vendita di una proprietà privata e l’obbligo di efficientamento energetico che l’Ue vorrebbe mettere in capo ai proprietari di case – ha spiegato il presidente Carlo Rienzi – Un simile provvedimento, infatti, creerebbe un evidente squilibrio a danno di chi possiede una abitazione, porterebbe ad un rialzo ingiustificato dei prezzi delle case e bloccherebbe quasi del tutto il mercato immobiliare”.
“Senza contare che una misura così ridicola e palesemente ingiusta verrebbe immediatamente bloccata dalla Corte Costituzionale e non potrebbe quindi essere attuata nel nostro Paese”.
Borchia (Lega): “Giù le mani dalle case degli italiani”
“Giù le mani dalle case degli italiani. Dopo l’assurda stretta sulle auto, che penalizzerà imprese, lavoratori, consumatori senza alcun beneficio concreto per l’ambiente, ora Bruxelles vuole sacrificare sull’altare dell’ideologia green anche le abitazioni”.
Così, in una nota Paolo Borchia, europarlamentare della Lega, che ha aggiunto:” I contenuti della proposta di revisione della Direttiva sulla performance energetica degli edifici nell’ambito del programma Fit for 55, già anticipati da alcuni organi di stampa, sono per noi motivo di grande preoccupazione: si parla di niente vendita o affitto se si ritiene che la casa consumi troppa energia, dal 2033 le abitazioni in classe C per essere cedute, una serie di misure draconiane che rischiano di avere impatti devastanti sul mercato, sulle imprese, sul lavoro e sulle famiglie”.
“Ennesima eurofollia contro cui siamo pronti a fare le barricate. In questo momento storico, alle prese con la crisi e anche con la difficoltà della pandemia, si tratta di proposte inaccettabili: la congiuntura è troppo delicata per esagerare con il fanatismo climatico dalla dubbia efficacia”, ha proseguito il leghista.
“L’efficientamento degli edifici è importante, ma serve riflettere su tempi e investimenti: senza flessibilità e buonsenso la transizione diventa un bagno di sangue. Non possiamo permettere che il patrimonio immobiliare delle famiglie italiane venga messo in discussione per inseguire le utopie Ue. Da Bruxelles i cittadini si aspettano soluzioni concrete ed efficaci, non ulteriori problemi nel nome dell’ideologia green”, ha concluso Borchia.
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