Le telline e i cannolicchi sono fuori dalle nostre tavole per colpa dell’Ue.
A dirlo è Impresapesca Coldiretti, a distanza di quattro anni esatti dall’entrata in vigore delle norme in materia di regolamentazione degli attrezzi e dell’attività di pesca nel Mediterraneo con il Reg. CE 1967/2006.
“Il 70 % delle vongole e il 100% delle telline e dei cannolicchi si concentrano – spiega Impresapesca Coldiretti – a distanza inferiore di 0,3 miglia marine dalla battigia dove il regolamento ha fissato il divieto di pesca-raccolta”.
Ed è proprio da questo meccanismo d’azione comunitario che nasce l’allarme: sulle tavole prodotti del Mediterraneo italiane e sui banchi delle pescherie si sta assistendo alla totale scomparsa dei prodotti ittici in questione.
Le aree di pesca ristrette e le condizioni dettate scrupolosamente dal Regolamento impediscono di catturare vongole e cannolicchi con la draga idraulica (o turbosoffiante, attrezzo dedito alla pesca dei molluschi bivalvi) nel loro habitat naturale.
Le principali 10 aziende italiane che commercializzano la maggior parte del prodotto molluschi-bivalvi di mare hanno addirittura deciso di togliere dal commercio e listino dell’ittico questi prodotti, il cannolicchio e la vongola autoctona, comunemente conosciuta come ‘lupino’. Delle risorse tutte italiane questi molluschi, consumati principalmente nel Sud Italia, e che sono riconosciuti come ingredienti pregiati dalla gastronomia nazionale.
Il caso molluschi sta portando ripercussioni, com’era ampiamente prevedibile sin dagli albori della faccenda, soprattutto nei portafogli di pescatori, commercianti e ristoratori, oltre che al palato di tutti i consumatori e amanti delle leccornie di mare.
“ Servono risposte pronte e veloci dal ministero delle Politiche Agricole sulla deroga richiesta a gran voce dagli operatori con Impresapesca Coldiretti in testa, perché con il blocco del commercio e della produzione potrebbe scoppiare il malcontento con azioni di protesta su tutto il territorio nazionale”, così ha affermato Tonino Giardini, uno dei responsabili Coldiretti, nel sottolineare che “esistono richieste di intervento inoltrate tre anni fa e a cui non sono giunte ancora risposte- poi la presa di posizione- Ora è partito il countdown: o si cambia subito o si chiude. Le responsabilità sono chiare”.
L’addio ad un comparto mercantile tanto influente sul commercio nazionale, soprattutto in prossimità della stagione estiva e alle ‘cene in spiaggia’, non è digerito nemmeno dalle massime risorse professionali dei dipartimenti di Scienze e Tecnologie Alimentari italiani, che –molti da vegetariani e vegani- affermano: “ Sono norme assurde che, se abolite, non porterebbero a nessun impatto ambientale”.