Nella Legge di Bilancio 2022 sono state inserite un insieme di agevolazioni per la casa che coniugano benessere e risparmio per i cittadini, ripartenza dell’economia e grande attenzione alla riduzione di sprechi ed emissioni inquinanti.
Innanzitutto, il Superbonus 110%. La Legge di Bilancio lo proroga fino a fine 2023 per gli edifici condominiali e fino a fine 2022 per le unifamiliari. “Si tratta di una misura ideata e fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle – dichiara il deputato Emanuele Scagliusi (M5S) – simbolo della transizione ecologica che vogliamo. Siamo riusciti ad ottenere sia il rinnovo sia l’abolizione dei tetti Isee per le abitazioni unifamiliari principali e dei termini di comunicazione della Cila. L’unico accorgimento – spiega – è che i lavori debbano arrivare al 30% entro il 30 giugno 2022″.
Una novità è l’introduzione di un bonus al 75% per garantire una maggiore accessibilità negli edifici, con l’abbattimento delle barriere architettoniche: una detrazione in 5 anni per le spese sostenute nel 2022, con tetto a 50mila euro per le villette, 40mila ad appartamento per i piccoli condomini e 30mila per le abitazioni nei palazzi oltre le 8 unità immobiliari. Il bonus serve per installare ad esempio ascensori o montacarichi e comprende le spese di smaltimento dei vecchi impianti.
“Con un emendamento abbiamo anche chiarito che i prezzari individuati ai fini degli interventi di riqualificazione energetica restano applicabili anche per tutti gli altri bonus edilizi – prosegue Scagliusi (M5S) – ovvero sismabonus, anche al 110%, bonus ristrutturazioni e bonus facciate. Quest’ultimo resta in vigore ma con la percentuale ridotta dal 90 al 60%. Lo abbiamo detto e dimostrato con dati e casi concreti: il Superbonus 110% porta enormi benefici a famiglie, imprese, lavoratori e ambiente. Qualcun però, pur di criticare la nostra misura, sostiene che lo Stato si indebiti troppo per finanziarla. Ma anche in questo caso sono le stime di prestigiosi enti di ricerca a spiegare come stanno davvero le cose. Il Superbonus, infatti – spiega il deputato 5 Stelle – è un efficace strumento di politica economica e al tempo stesso un investimento che rientra ampiamente. Lo Stato ne trae vantaggio non soltanto perché crea benessere, lavoro, riduzione dei gas serra e crescita economica. La nostra agevolazione produce anche benefici in termini di entrate fiscali, proprio in virtù delle risorse che mette in circolo creando benessere e lavoro”.
Secondo le recenti stime del Cresme (Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell’edilizia), l’investimento pubblico per riconoscere il Superbonus ai cittadini si ripaga ampiamente. Nel decennio 2021-2031, periodo di vigenza fiscale dell’agevolazione, per il sistema economico italiano nel suo complesso il saldo sarà positivo per una quota di quasi 4 miliardi di euro. “È questo il bello dell’effetto Superbonus – conclude Emanuele Scagliusi – benefici per tutti e lo Stato ci guadagna”.
Legato agli interventi di ristrutturazione c’è poi anche il cosiddetto “bonus mobili“: il testo iniziale della Manovra lo abbassava a 5.000, ma durante l’esame in Parlamento è stato portato a 10.000 euro. Prorogato fino al 2023 anche il “bonus idrico“, l’agevolazione per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio. Il credito d’imposta del 50% è finalizzato a razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il ricorso alle bottiglie di plastica.