- I contributi del Ministero dello Sviluppo economico
- Sostegno alla brevettabilità delle invenzioni
- Contributi alle startup innovative
Sono oltre 18 milioni di euro i contributi concessi (su 21,3 milioni di euro richiesti) dal Ministero dello Sviluppo economico alle startup innovative per sostenere la brevettabilità delle invenzioni attraverso l’incentivo “Voucher 3i – Investire In Innovazione”.
È il risultato che emerge da un monitoraggio realizzato dalla Direzione generale per la Tutela della Proprietà Industriale- Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, in collaborazione con Invitalia, sulla misura sperimentale che era stata introdotta dal Decreto Crescita.
Oltre 5 mila le richieste
Nel corso del periodo di operatività dello strumento agevolativo, sono state presentate complessivamente 5.012 richieste di voucher da parte di 1.464 start up innovative. Di queste, 4.280 sono state le richieste a cui è stato riconosciuto il contributo, mentre 723 sono state le domande non ammesse perché mancanti dei requisiti previsti dalla normativa.
Misura di facile fruibilità
La percentuale di ammissione delle domande è stata quindi pari all’85,6% di quelle presentate. Un dato che conferma come la misura sia risultata di facile fruibilità per le startup innovative ma anche l’importanza dello strumento per valorizzare e tutelare, in Italia e all’estero, i processi tecnologici attraverso la brevettabilità dell’invenzione.
Il report dei contributi
In particolare, la quota maggiore dei servizi richiesti ha riguardato la fase di deposito della domanda di brevetto presso l’UIBM (48,8% delle domande presentate), a seguire quelli relativi alla verifica in merito alla brevettabilità della propria invenzione e alla ricerca preventiva delle anteriorità (38,1%), nonché (13,1%) quelli riguardanti la procedura di estensione di un brevetto nazionale all’estero.
I servizi richiesti sono stati forniti dai consulenti in proprietà Industriale (per l’89,2% dei voucher concessi) e dagli avvocati (10,8%).
L’incentivo ha interessato le start up innovative presenti su tutto il territorio nazionale, con una prevalenza in Lombardia, Emilia Romagna, Campania e Lazio.
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