C’è un libro emblematico che nasce dal cuore della Calabria e si pone delle domande.
Si può nascere in una famiglia mafiosa e prendere un’altra strada? Si può amare un padre al 41 bis prendendo comunque le distanze dai suoi crimini?
Serena Uccello, giornalista del Sole 24 Ore, è partita di queste domande per descrivere quella che lei ha definito “Generazione Rosarno” e che da’ il titolo al suo libro.
Per rispondere agli interrogativi, decisivi per la lotta ai clan, la cronista ha vissuto molto tempo “sul campo”, incontrando ragazzi, ragazze ed insegnanti.
Il filo conduttore del suo libro è: la scuola come forma di emancipazione per sovvertire il grande inganno venduto dagli uomini della ‘ndrangheta.
Il viaggio della giornalista nella piana di Gioia Tauro è fitto di storie, volti, sogni. Leggendo il libro è difficile non commuoversi davanti alle lettere scritte dagli studenti.
Una in particolare: “Ciao Alfonso, ti rivolgiamo questo pensiero perché ci manchi e perché tu possa sentirci ovunque tu sia”
Queste parole sono l’inizio di una missiva per il figlio della collaboratrice di giustizia Maria Concetta Cacciola, uccisa perché aveva deciso di raccontare i segreti del clan cui apparteneva la sua famiglia.
Tante storie per una Calabria migliore, quella che si ribella e spera.
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