- Il Centro Nord è l’area che crescerà di più
- Al Sud bene Abruzzo e Campania, male la Calabria
- Anche nel 2022 il Nord correrà di più
Secondo la SVIMEZ, la frammentazione dei percorsi di sviluppo regionali, che non riguarda solo il Sud, è un dato strutturale che si è consolidato nel corso degli ultimi 20 anni. Questo dovrebbe essere un obiettivo al quale le risorse del PNRR dovrebbero porre una specifica attenzione.
Nel biennio di previsione 2021/2022 la ripresa del Centro-Nord è complessivamente forte e tale da recuperare quanto perso nel 2020; ad eccezione di alcune regioni del Centro, e in parte lo stesso Piemonte, che vedono accrescere la loro distanza nei confronti di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto.
Centro Nord crescerà di più
Il dato che emerge con maggiore chiarezza è che le tre regioni del Centro-Nord – Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto che dall’inizio del Duemila via via si sono progressivamente staccate dalle altre, in quanto più dinamiche, dovrebbero essere interessate anche nel biennio 2021-2022 da una crescita del PIL superiore a quella dell’intero Centro-Nord e di conseguenza anche del Paese.
Centro-Sud: bene Abruzzo e Campania, male Calabria
Le previsioni regionali per il 2021 evidenziano al Sud una migliore crescita del PIL per Abruzzo e Campania (rispettivamente +4,6% e +4,2%); seguono Puglia (+3,5%) e Sardegna (+3,2%), e quindi Basilicata, Molise e Sicilia con un +2,8%; chiude, infine, la Calabria (+2,1%). Solo le prime tre regioni si attestano, dunque, su livelli superiori alla media prevista per la circoscrizione (+3,3%).
Nel Centro si evidenzia la buona crescita di Toscana (+5,1%), Lazio (+4,6%), Marche (+4,4%) e, in coda, Umbria (+4,0%); da notare che nessuna di queste regioni supera tuttavia il valore medio del Centro-Nord (+5,1%), ulteriore conferma di quel rischio, già segnalato dalla SVIMEZ, di allontanamento delle regioni centrale dalle aree più avanzate del Paese.
Per quel che riguarda il Nord, le previsioni di crescita del PIL di Lombardia e Liguria superano la media della circoscrizione Centro-Nord (rispettivamente con +5,8% e +5,2%); Piemonte e Valle d’Aosta si attesterebbero invece su livelli leggermente inferiori (+4,6% e +4,2%). Tra le regioni del Nord-Est si segnala la sensibile crescita del PIL di Emilia-Romagna (+6,7%), Veneto (+6,3%), Friuli-Venezia Giulia (+5,3%) e Trentino-Alto Adige (+4,9%). Quest’ultima è l’unica regione dell’area il cui PIL dovrebbe crescere poco meno della media del Centro-Nord; da notare tuttavia che si tratta dell’unica regione che ha visto il PIL pro capite superare nel 2019 i livelli del 2007 ed è l’unica, insieme a Emilia-Romagna, Lombardia e Val d’Aosta ad avere registrato un PIL pro capite superiore alla media del Centro-Nord per tutto l’intervallo 2007-2019.
Previsioni per il 2022
Le previsioni regionali per il 2022 vedono un Mezzogiorno con un PIL (+3,2%) poco inferiore (se non sostanzialmente in linea) con quello del 2021 (+3,3%). Le migliori performance sono ancora quelle di Abruzzo e Campania che, pur vedendo una diminuzione della crescita rispetto all’anno precedente, nel 2022 si dovrebbero attestare rispettivamente a +3,9% e +3,6%; anche la Puglia e la Basilicata vedrebbero una crescita del PIL 2022 inferiore rispetto al 2021 (+3,0% la Puglia; + 2,4% la Basilicata); tutte le altre regioni meridionali dovrebbero invece conoscere nel 2022 una crescita maggiore del 2021, nell’ordine: il Molise (+3,4% il PIL 2022), la Sardegna (+3,3%), la Calabria e la Sicilia (+3,0%). Da notare che sono queste quattro regioni del Mezzogiorno le uniche, sulle venti italiane, a evidenziare una maggiore crescita nel 2022 rispetto al 2021.
Considerando la circoscrizione Centro, la crescita del 2022, pure significativa, dovrebbe comunque essere per tutte e quatto le regioni inferiore alla media del Centro-Nord (+4,3%). In particolare, le previsioni SVIMEZ indicano per il PIL 2022: +4,1% la Toscana; +3,9% il Lazio; +3,8% le Marche e l’Umbria.
Nell’area Nord-Ovest, la sola Lombardia, con una previsione di incremento del PIL 2022 del +5%, dovrebbe attestarsi su livelli superiori alla media del Centro-Nord; una crescita sostenuta, ma inferiore alla media della ripartizione territoriale è prevista invece per Liguria (+4,1%), Piemonte (+4,0%) e Valle d’Aosta (+3,6%). Nel Nord-Est, invece, si dovrebbe assistere a una situazione simile a quella del 2021, seppure anche in questo caso con variazioni del PIL 2022 inferiori all’anno precedente. Tutte le regioni, infatti, superano il livello medio del Centro-Nord, con la sola eccezione del Trentino-Alto Adige che comunque mantiene un andamento sostanzialmente in linea con l’insieme della ripartizione. Nello specifico si prevede: +5,3% l’Emilia-Romagna, +4,8% il Veneto, +4,7% il Friuli-Venezia Giulia, +4,2% il Trentino alto Adige.
Previsioni sull’occupazione
Considerando invece le previsioni sull’occupazione, le analisi SVIMEZ indicano un andamento nella crescita sostanzialmente analogo sia al Sud che al Centro-Nord, attestandosi la variazione del Mezzogiorno all’1,6% nel 2021 e al 2,8% nel 2022 e nel Centro-Nord all’1,7% nel 2021 e al 3% nel 2022. In questo quadro, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia dovrebbero conoscere in entrambi gli anni variazioni nella crescita degli occupati superiori alla media del Mezzogiorno; la Basilicata supererebbe tale media nel 2021 ma non nel 2022; Calabria e Sardegna si attesterebbero su livello superiori al Mezzogiorno solo nel 2022. Nella circoscrizione Centro, soltanto la Toscana conoscerebbe una variazione dell’occupazione superiore alla media del Centro-Nord nel 2021 e 2022, mentre il Lazio dovrebbe superarla nel solo 2022. I valori delle regioni settentrionali dovrebbero essere invece quasi sempre superiori alla media del Centro-Nord, con le sole eccezioni, per il 2022, di Liguria, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.
Previsioni regionali 2021-2022
REGIONI DEL MEZZOGIORNO
ABRUZZO
Nel 2020 flessione del PIL abruzzese pari al -8,3%, in linea con il Mezzogiorno (-8,2%). Calo dei consumi significativo (-7,1%), netta caduta degli investimenti (-9,9%), flessione più alta di Italia (-9,1%) e Mezzogiorno (-8,5%). Le maggiori contrazioni nell’industria in senso stretto” (-11%), nell’agricoltura (-9,8%), nelle costruzioni (-7,9%), nei servizi (-7,5). Crollo del reddito delle famiglie -7,2%, superiore a -2,8% del Mezzogiorno e dell’Italia. Il tasso di occupazione 2020 è in lieve calo rispetto al 2019 in tutte le fasce di età, la caduta più significativa tra le donne giovani (15-34 anni).
Nel 2021 la proiezione di crescita è pari a +4,6%, superiore al Mezzogiorno (+3,3%) e sostanzialmente in linea con l’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+2,3%) superiore a Mezzogiorno (+1,6%) e Italia (+1,7%). La spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 3,4% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia).
La ripresa del PIL dovrebbe proseguire – con minore intensità – anche nel 2022, segnando un +3,9%, maggiore del Mezzogiorno (+3,2%) e quasi in linea con l’Italia (+4%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 (+2,9 %) dovrebbe essere in linea con Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9%). la spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi al +4,6% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).
BASILICATA
Nel 2020 in Basilicata vi è stata una flessione del PIL del -9%, valore più alto del Mezzogiorno (-8,2%) e dell’Italia (-8,9%). Calo dei consumi significativo (-7,6%), di poco superiore a Mezzogiorno (-7,4%) ma inferiore all’Italia (-8,6%), netta caduta degli investimenti (-10,1%), con una flessione più alta rispetto a tutte le altre aree. Le maggiori contrazioni: nell’industria in senso stretto, -12,4%, superiore a Italia (-11,1%) e Mezzogiorno (-10,5%); nei servizi (-8%), nelle costruzioni (-7,9%), mentre l’agricoltura segna un parziale incremento del +2%, in controtendenza rispetto a Italia (-6%) e Mezzogiorno (-5,1%). La caduta del reddito delle famiglie è stata pari a -2,6%, leggermente inferiore a quella del Mezzogiorno e dell’Italia (-2,8%). Il tasso di occupazione 2020 è calato in modo marcato rispetto al 2019 nella fascia 15-34 anni; anche in questo caso la flessione è più sensibile tra le donne.
Nel 2021 la proiezione di crescita è pari a +2,8%, inferiore al Mezzogiorno (+3,3%) e ancora più all’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione nel 2021 (+1,7%) dovrebbe essere sostanzialmente in linea con Mezzogiorno (+1,6%) e Italia (+1,7%). La spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 2,9% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia).
La ripresa del PIL dovrebbe proseguire – con minore intensità – anche nel 2022 (+2,4%), in misura sempre inferiore al Mezzogiorno (+3,2%) e all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 (+2,3 %) dovrebbe essere minore di Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9%). la spesa delle famiglie dovrebbe raggiungere nel 2022 il +3,2% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).
CALABRIA
Nel 2020 flessione del PIL del -9,6%, valore superiore a quella del Mezzogiorno (-8,2%). Calo dei consumi di -8,1% (superiore al -7,4% del Mezzogiorno, netta caduta degli investimenti (-11,4%), la flessione più alta rispetto all’Italia (-9,1%) e al Mezzogiorno (-8,5%). Le maggiori contrazioni in agricoltura (-11,6%), nelle costruzioni (-11,2%), nell’industria in senso stretto (-9,1%), nei servizi (-9,1%). Caduta del reddito delle famiglie (-3,3%), superiore alle altre aree (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia). Il tasso di occupazione è calato per tutte le età, in particolare nella fascia 15-34 anni.
La proiezione di crescita nel 2021 è pari a +2,1%, inferiore al Mezzogiorno (+3,3%) e ancora più all’Italia (+4,7%); inferiore rispetto alle altre due ripartizioni anche l’aumento dell’occupazione nel 2021 (+1,2% la Calabria, +1,6% il Mezzogiorno e +1,7% l’Italia. La spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 2% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia).
La ripresa del PIL dovrebbe incrementarsi ancora nel 2022 (+3,0%), sempre però in misura sempre inferiore al Mezzogiorno (+3,2%) e all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 raggiungerebbe il +2,9%, sostanzialmente in linea con Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9, la spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +2,9% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).
CAMPANIA
Flessione del PIL pari a -8,4%, leggermente superiore a quella del Mezzogiorno (-8,2%). Calo dei consumi significativo (-7,4%), netta caduta degli investimenti -11,5%, la flessione più alta rispetto all’Italia (-9,1%) e al Mezzogiorno (-8,5%). La composizione settoriale del PIL vede le maggiori contrazioni nelle costruzioni (-10,8%), su valori sensibilmente superiore al -6,3% dell’Italia e al -4,5% del Mezzogiorno; nell’industria in senso stretto (-10,2%), nei servizi (-7,9%), mentre l’agricoltura ha un leggero incremento (+1). La caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-1,8%) è inferiore al 2,8% del Mezzogiorno e dell’Italia. Il tasso di occupazione è calato in tutte le fasce di età rispetto all’anno precedente; la caduta interessa in particolare maschi e femmine giovani tra 15 e 34 anni.
Le proiezioni di crescita nel 2021 sono del 4,2%, superiore al Mezzogiorno (+3,3%) e poco inferiore all’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione nel 2021 (+2%) dovrebbe essere superiore a Mezzogiorno (+1,6%) e Italia (+1,7%). La spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 3,3% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia).
La ripresa del PIL dovrebbe incrementarsi – con minore intensità – anche nel 2022 (+3,6%), in misura sempre superiore al Mezzogiorno (+3,2%) e inferiore all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +3,5%, più alta di Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9%). la spesa delle famiglie dovrebbe raggiungere nel 2022 il +4,5% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).
MOLISE
Flessione del PIL molisano nel 2020 pari a – 8,2%, in linea con quella del Mezzogiorno. Calo dei consumi significativo (-6,3%), seppure inferiore al Mezzogiorno (-7,4%) e all’Italia (-8,6%); netta caduta degli investimenti (-10,3%), la più alta in Italia (-9,1%) e nel Mezzogiorno (-8,5%). Nella composizione settoriale del PIL le maggiori contrazioni nelle costruzioni (-9%), nei servizi (-8,6%), nell’industria in senso stretto (-5,7%), inferiore a -11,1% dell’Italia e a -10,5% del Mezzogiorno; nell’agricoltura (-3,6%). La caduta del reddito delle famiglie del 2020 è stata del -7,2%), superiore a tutte le altre ripartizioni territoriali. Il tasso di occupazione è calato in tutte le fasce di età rispetto all’anno precedente; la caduta interessa in particolare le femmine della fascia 15-34 anni.
Le proiezioni di crescita nel 2021 sono del +2,8%, superiore al Mezzogiorno (+3,3%) e inferiore all’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+1,2%) dovrebbe essere inferiore a Mezzogiorno (+1,6%) e Italia (+1,7%). La spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 2,5% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia).
La ripresa del PIL dovrebbe incrementarsi nel 2022 (+3,4%), in misura sempre superiore al Mezzogiorno (+3,2%) e inferiore all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +1,9%, sempre minore di Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9%). la spesa delle famiglie dovrebbe raggiungere nel 2022 il +3,4% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).
PUGLIA
Flessione del PIL pari a -8,2%, in linea con il Mezzogiorno e lievemente inferiore al -8,9% dell’Italia. Nel 2020 calo dei consumi (-7,1%) inferiore a Mezzogiorno (-7,4%) e Italia (-8,6%) e flessione degli investimenti (-6,3%), seppure minore rispetto a Italia (-9,1%) e Mezzogiorno (-8,5%). Per quanto riguarda la composizione settoriale del PIL, le maggiori contrazioni nell’industria in senso stretto (-12,2%), nell’agricoltura (-8,5%), maggiore di Mezzogiorno (-5,1%) e Italia (-6%); nei servizi (-7,7%), in controtendenza le costruzioni (+0,4%) rispetto alla caduta di Italia (6,3%) e Mezzogiorno (-4,5%). Netta caduta del reddito delle famiglie (-3,2%), superiore a tutte le altre ripartizioni territoriali (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia. Tasso di occupazione in lieve calo rispetto a quello 2019.
La proiezione di crescita nel 2021 è del +3,5%, superiore al Mezzogiorno (+3,3%) e inferiore all’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+1,7%) dovrebbe essere sostanzialmente in linea con Mezzogiorno (+1,6%) e Italia (+1,7%); la spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 2,9% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia).
Nel 2022, la ripresa del PIL dovrebbe essere poco inferiore all’anno precedente (+3,0%), attestandosi su livelli inferiori al Mezzogiorno (+3,2%) e all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +3,0%, maggiore di Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +4,4% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).
SARDEGNA
Flessione del PIL del -9,7%, superiore al Mezzogiorno (-8,2%) e al -8,9% dell’Italia; Nel 2020 calo dei consumi (-9,2%), più alto di Mezzogiorno (-7,4%) e Italia (-8,6%), e rilevante flessione degli investimenti (-6,6%). Le maggiori contrazioni: nei servizi (-10,2%) con un valore superiore alla flessione del Mezzogiorno (-7,8%) e dell’Italia (-8,1%); nell’industria in senso stretto (-9,5%), nell’agricoltura (-4,3%), in controtendenza le costruzioni, quasi stabili (-0,2%) rispetto alla caduta di Italia (-6,3%) e Mezzogiorno (-4,5%). Importante caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-4,2%). Il tasso di occupazione rispetto al 2019 mostra un calo significativo nella fascia 15-34 anni, in particolare tra le donne.
La proiezione di crescita nel 2021 è +3,2%, sostanzialmente in linea con il Mezzogiorno (+3,3%) ma minore dell’Italia (+4,7%); l’incremento dell’occupazione (+1,4%) dovrebbe essere poco inferiore a Mezzogiorno (+1,6%) e Italia (+1,7%); la spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 2,9% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere poco superiore rispetto all’anno precedente (+3,3%), attestandosi su livelli sempre maggiori del Mezzogiorno (+3,2%) e inferiori all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +2,9%, sostanzialmente in linea con Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +3,5% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).
SICILIA
Flessione del PIL del -6,5%, calo dei consumi (-7,1%), diminuzione degli investimenti (-4,9%). Le maggiori contrazioni settoriali del PIL nell’industria in senso stretto (-8,6%), nei servizi (-6,6%), nell’agricoltura (-4%), in controtendenza le costruzioni” (+2,9%). La caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-1,3%) è inferiore a -2,8% del Mezzogiorno e dell’Italia. La caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-1,3%) è inferiore a tutte le altre ripartizioni territoriali (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia. Il tasso di occupazione 2020 ha subito un lieve calo rispetto a quello 2019, collocato soprattutto nella fascia femminile 15-34 anni.
La proiezione di crescita nel 2021 è pari a +2,8%, inferiore a Mezzogiorno (+3,3%) e Italia (+4,7%); l’incremento dell’occupazione (+1,6%) dovrebbe essere sostanzialmente in linea con Mezzogiorno (+1,6%) e Italia (+1,7%); la spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 2,6% (+2,8% il Mezzogiorno, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere poco superiore rispetto all’anno precedente (+3,0%), rimanendo però inferiore al Mezzogiorno (+3,2%) e all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 raggiungerebbe il +3,0%, poco più alta di Mezzogiorno (+2,8%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +3,9% (+3,8% il Mezzogiorno, +4,6% l’Italia).
REGIONI DEL CENTRO
LAZIO
Nel 2020 il Lazio ha subito una flessione del PIL pari a -7,8%, inferiore al Centro (-8,9%) e alle altre ripartizioni territoriali. Il calo dei consumi è stato pari a -9%, sostanzialmente in linea con il Centro (-8,8%) e superiore all’Italia (-8,6%), e la flessione degli investimenti (-11,2%) maggiore rispetto all’Italia (-9,1%) e al Centro (-8,8%). Le maggiori contrazioni si registrano: nelle costruzioni (-14,5%), nettamente superiore alla caduta di Italia (-6,3%) e Centro (-9,2%); nell’industria in senso stretto (-9,2%), nei servizi (-7,1%), solo l’agricoltura, con un +2,7%, manifesta una controtendenza. La caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-0,5%) è stata piuttosto contenuta rispetto a -2,8% di Mezzogiorno e Italia. Il tasso di occupazione 2020 ha registrato un calo rilevante rispetto a quello 2019, soprattutto per le donne tra 15 e 34 anni.
La proiezione di crescita nel 2021 è del 4,6%, poco inferiore al Centro-Nord (+5,1%) e sostanzialmente in linea con l’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione nel 2021 (+1,5%) dovrebbe essere poco inferiore al valore di Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 3,3% in line con il Paese.
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere poco inferiore rispetto all’anno precedente (+3,9%), rimanendo minore del Centro-Nord (+4,3%) e dell’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 raggiungerebbe il +3,0%, in linea con Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +5,3% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
MARCHE
Nel 2020 la regione ha avuto una flessione del PIL (-11,2%), superiore al Centro (-8,9%) e alle altre ripartizioni territoriali, con un evidente calo dei consumi del 7,9% – inferiore al Centro (-8,8%) e all’Italia (-8,6%) – e degli investimenti (-7,3%) inferiore rispetto all’Italia (-9,1%) e al Centro (-8,8%). Le maggiori contrazioni si registrano: nell’industria in senso stretto (-14,1%), flessione superiore alle altre ripartizioni territoriali, nei servizi (-10,1%), nell’agricoltura (-9,9%), nelle costruzioni (-6,8%). Molto rilevante la caduta del reddito delle famiglie (-6,2%), maggiore di tutte le ripartizioni territoriali (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia.
La proiezione di crescita nel 2021 è del +4,4%, inferiore al Centro-Nord (+5,1%) e leggermente minore dell’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+1,2%) dovrebbe essere inferiore al valore di Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie dovrebbe aumentare del 2,5% (+3,3% il Centro-Nord, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+3,8%), rimanendo minore di Centro-Nord (+4,3%) e Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +2,6%, ancora inferiore a Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe raggiungere nel 2022 il +4,3% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
TOSCANA
Flessione del PIL nel 2020 pari a -10,1%, superiore al Centro (-8,9%) e alle altre ripartizioni territoriali (-8,9% l’Italia; -9,1% il Centro-Nord; -9%. Calo dei consumi del 9,2% – superiore al Centro (-8,8%) e all’Italia (-8,6%) – e degli investimenti (-6%) sensibilmente inferiore rispetto a Italia (-9,1%) e Centro (-8,8%). Contrazioni nell’industria in senso stretto (-13,9%), flessione superiore al -11,1% dell’Italia e al -12,1% del Centro; nell’agricoltura (-12,5%), nei servizi (-8,9%) con un valore superiore a Centro (-8%) e Italia (-8,1%); nelle costruzioni (-4%). La caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-3,3%) è maggiore di tutte le ripartizioni territoriali (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia).
La proiezione di crescita nel 2021 è del +5,1%, in linea con il Centro-Nord (+5,1%) e leggermente superiore all’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+1,7%) in linea con Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie in aumento del +3,4% (+3,3% il Centro-Nord, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+4,1%), rimanendo minore di Centro-Nord (+4,3%) e Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 si attesterebbe al +3,2%, divenendo maggiore di Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe raggiungere nel 2022 il +4,7% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
UMBRIA
Flessione nel2020 del PIL pari a -8,5%, leggermente inferiore al Centro (-8,9%) e alle altre ripartizioni territoriali (-8,9% l’Italia; con la sola eccezione del Mezzogiorno (-8,2%). Calo dei consumi del 7,9% e degli investimenti (-4,3%). Le maggiori contrazioni in agricoltura (-10,6%), flessione sensibilmente superiore a Centro (-6,9%) e Italia (-6%); nell’industria in senso stretto (-10,5%), nei servizi (-8,1%), nelle costruzioni (-0,6%). Caduta del reddito delle famiglie (-0,5%) piuttosto contenuta e inferiore a tutte le ripartizioni territoriali.
Proiezione di crescita nel 2021 del 4%, inferiore a Centro-Nord (+5,1%) e Italia (+4,7%); aumento dell’occupazione (+1,4%) poco inferiore ai valori di Centro-Nord e Italia (1,7%); spesa delle famiglie in aumento del 3,4% (+3,3% il Centro-Nord, +3,6% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+3,8%), rimanendo minore di Centro-Nord (+4,3%) e Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +2,5%, sempre inferiore a Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%).; La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +4,3% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
REGIONI DEL NORD
EMILIA-ROMAGNA
Nel2020 flessione del PIL pari a -9,2%, calo dei consumi pari a -8,8 e degli investimenti (-8,9%) inferiore a Italia (-9,1%). Le maggiori contrazioni del Valore Aggiunto si registrano: nell’industria in senso stretto (-11,4%), flessione superiore a Italia (-11,1%); nei servizi (-8,3%), nelle costruzioni (-5%), in agricoltura” (-4,8%). Rilevante la caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-4,4%) più significativa rispetto alle altre ripartizioni territoriali (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia). Il tasso di occupazione 2020 mostra una caduta significativa rispetto a quello 2019, soprattutto nella fascia femminile.
La proiezione di crescita nel 2021 è del +6,7%, superiore a Centro-Nord (+5,1%) e ancora più all’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+2,1%) dovrebbe essere superiore a Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie in aumento del 3,6% (+3,3% il Centro-Nord, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+5,3%), rimanendo superiore a Centro-Nord (+4,3%) e Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +3,4%, sempre maggiore di Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +5,2% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
FRIULI-VENEZIA GIULIA
Nel 2020 flessione del PIL del -7,9%, inferiore a tutte le ripartizioni territoriali (-8,9% l’Italia; -9,1% il Centro-Nord; -8,2% il Mezzogiorno). Calo dei consumi pari a -9,6% e degli investimenti (-9,7%) superiore rispetto a Italia (-9,1%). Le maggiori contrazioni del Valore Aggiunto nel 2020 si registrano: nell’agricoltura -21%, flessione nettamente superiore a Italia (-6%); nell’industria in senso stretto (-9,6%), valore inferiore a Italia -11,1%, nei servizi (-6,7%), nelle costruzioni (-6,6%). Caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-2,6%) in linea con -2,8% di Mezzogiorno e Italia.
La proiezione di crescita nel 2021 è del +5,3%, poco maggiore del Centro-Nord (+5,1%) e ancora più all’Italia (+4,7%); aumento dell’occupazione (+1,7%) in linea con Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie in crescita del 2,9% (+3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+4,7%), rimanendo superiore a Centro-Nord (+4,3%) e Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +2,9%, sostanzialmente in linea con Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +4,7% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
TRENTINO-ALTO ADIGE
Nel 2020 si è verificata una flessione del PIL pari a -9,9%, valore superiore a tutte le ripartizioni territoriali (-8,9% l’Italia; -9,1% il Centro-Nord; -8,2% il Mezzogiorno). Calo dei consumi pari a -7,5%, rilevante la caduta del reddito delle famiglie (-5,3%), superiore al Nord-Est (-4,2%) e alle altre ripartizioni territoriali (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia). Il Valore Aggiunto ha avuto le maggiori contrazioni nell’agricoltura con un -18,3% (Italia (-6%); nei servizi (-9,6%), nell’industria in senso stretto (-7,9%), nelle costruzioni (-7,8%).
La proiezione di crescita nel 2021 è del +4,9%, poco inferiore al Centro-Nord (+5,1%) e poco superiore all’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+1,8%) dovrebbe essere sostanzialmente in linea con Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie aumenta del 4,2% (+3,3% il Centro-Nord, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere minore dell’anno precedente (+4,2%), rimanendo poco inferiore al Centro-Nord (+4,3%) e superiore all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 raggiungerebbe il +2,6%, inferiore a Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +5,2% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
VENETO
Nel2020 flessione del PIL pari a -9,8%, valore superiore a Italia (-8,9%), Centro-Nord (-9,1%), e Mezzogiorno (-8,2%). Calo dei consumi pari a -10,5% – superiore a Nord-Est (-9,3%) e Italia (-8,6%) – e degli investimenti (-9,8%) superiore a Italia (-9,1%). Il Valore Aggiunto si è contratto nell’industria in senso stretto (-10,7%) meno che in Italia (-11,1%) e in linea con il Nord-Est (-10,7%); nei servizi (-9,5%), nelle costruzioni (-6,8%), stabile l’agricoltura” che, con un -0,1%, è nettamente in controtendenza rispetto a Nord-Est (-7,2%) e Italia (-6%). La caduta del reddito delle famiglie (-4%) è superiore al -2,8% nel Mezzogiorno e in Italia.
La proiezione di crescita nel 2021 è del +6,3%, superiore a Centro-Nord (+5,1%) e Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+2,2%) maggiore dei valori di Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie aumenta del 3,9% (+3,3% il Centro-Nord, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+4,8%), rimanendo superiore a Centro-Nord (+4,3%) e Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +3,2%, sempre maggiore di Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +5,0% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
LIGURIA
Nel2020 flessione del PIL del -9,6%, valore superiore a tutte le ripartizioni territoriali (-8,9% l’Italia; -9,1% il Centro-Nord; -8,2% il Mezzogiorno). Calo dei consumi pari a -7,6% e degli investimenti (-9,3%). Contrazioni del Valore Aggiunto nell’industria in senso stretto (-11,5%), flessione di poco superiore a Italia (-11,1%), nei servizi (-9,1%), nell’agricoltura (-8,7%), in misura superiore a Italia (-6%); nelle costruzioni (-6,15). Rilevante la caduta del reddito delle famiglie (-4,7%), superiore al -2,8% di Mezzogiorno e Italia.
Proiezione di crescita nel 2021 del +5,2%, superiore a Centro-Nord (+5,1%) e Italia (+4,7%); aumento dell’occupazione (+1,9%) maggiore dei valori di Centro-Nord e Italia (1,7%); spesa delle famiglie in crescita del 3,1% (+3,3% il Centro-Nord, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+4,1%), divenendo inferiore al Centro-Nord (+4,3%) e rimanendo poco superiore all’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +2,6%, su livelli questa volta inferiori a Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +4,8% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
LOMBARDIA
Flessione del PIL pari a -8,8% nel 2020. valore leggermente inferiore al -8,9% dell’Italia; con la sola eccezione del Mezzogiorno (-8,2%). Calo dei consumi pari a -9,5% e degli investimenti (-9,8%) anch’essa superiore all’Italia (-9,1%). Il Valore Aggiunto ha avuto le maggiori contrazioni nell’industria in senso stretto (-11,5%), nei servizi (-7,7%), con un valore inferiore a Nord-Ovest e Italia (-8,1%); nell’agricoltura (-2,7%), in misura inferiore a Nord-Ovest (-5,2%) e Italia (-6%); nelle costruzioni (-7,1%). Più contenuta la caduta nel 2020 del reddito delle famiglie (-1,6%), inferiore al Nord-Ovest (-2,2%), al -2,8% di Mezzogiorno e Italia.
La proiezione di crescita nel 2021 è del +5,8%, superiore a Centro-Nord (+5,1%) e Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+1,8%) di poco superiore a Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie aumenta del 3,4% (+3,3% il Centro-Nord, +3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+5,0%), sempre maggiore di Centro-Nord (+4,3%) e Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 raggiungerebbe il +3,7%, su livelli sensibilmente superiori a Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +5,4% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
PIEMONTE
Nel 2020 flessione del PIL pari a -9,1%, valore leggermente superiore a Nord-Ovest (-9,0%), Italia e Centro (-8,9%), Mezzogiorno (-8,25). Calo dei consumi pari a -8,4% – inferiore a Italia (-8,6%) – e degli investimenti (-7,8%). Contrazione del Valore Aggiunto nell’industria in senso stretto (-10,7%), flessione di poco inferiore a Italia (-11,1%), nei servizi (-8,5%), nell’agricoltura (-8,7%), nelle costruzioni (-3%). La caduta del reddito delle famiglie (-2,5%) è inferiore alle altre ripartizioni territoriali (-2,8% il Mezzogiorno e l’Italia).
La proiezione di crescita nel 2021 del +4,6% è quasi in linea con l’Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+1,5%) dovrebbe essere poco minore di Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie aumenta del 2,9% (+3,2% l’Italia).
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+4,0%), sempre minore del Centro-Nord (+4,3%) e in linea con l’Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +3,2%, su livelli questa volta superiori a Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). Lla spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +4,8% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
VALLE D’AOSTA
Nel 2020 flessione del PIL pari a -9,6%, valore superiore a Italia (-8,9%), Centro (-8,9%), Mezzogiorno (-8,2%). Calo dei consumi pari a -7,6% e degli investimenti (-6,2%) inferiore all’Italia (-9,1%). Contrazione del Valore Aggiunto nell’agricoltura (-18,3%), nettamente superiore a Italia (-6%); nell’industria in senso stretto (-10,6%), nei servizi (-9,5%), lieve caduta delle costruzioni (-0,2%) in netta controtendenza rispetto a Italia (-6,3%). Molto sostenuta la caduta del reddito delle famiglie (-8,8%), sensibilmente superiore a tutte le ripartizioni territoriali.
La proiezione di crescita nel 2021 è del +4,2%, inferiore a Centro-Nord (+5,1%) e Italia (+4,7%); l’aumento dell’occupazione (+2%) maggiore di Centro-Nord e Italia (1,7%); la spesa delle famiglie in crescita del 3,2% come l’Italia.
Nel 2022 la ripresa del PIL dovrebbe essere inferiore rispetto all’anno precedente (+3,6%), rimanendo sempre minore di Centro-Nord (+4,3%) e Italia (+4,0%); l’aumento dell’occupazione nel 2022 arriverebbe al +2,8%, su livelli questa volta inferiori a Centro-Nord (+3,0%) e Italia (+2,9%). La spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi nel 2022 al +4,2% (+4,8% il Centro-Nord, +4,6% l’Italia).
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