- Da gennaio 2022 sarà operato un mini taglio al sussidio
- Aumentano i casi di stop e revoca del reddito
- Più controlli dell’Inps e dei Comuni
Tagli all’assegno del reddito di cittadinanza dopo il sesto mese, perdita del beneficio se il percettore non si presenta al Centro per l’impiego, stop al sussidio dopo la seconda offerta di lavoro, ampliati i reati a seguito dei quali scatta la revoca. Sono questi le principali novità sul reddito di cittadinanza contenuti nella manovra varata dal governo Draghi.
Riduzione dell’assegno
Dal 1° gennaio 2022, il beneficio economico mensile del reddito di cittadinanza sarà ridotto di una somma pari a 5 euro per ciascun mese a partire dal sesto mese di percezione del beneficio. La riduzione si applica solo nei casi in cui il beneficio economico mensile, anche a seguito della rideterminazione, non risulti inferiore a 300 euro (per un single, ma va moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza in caso di famiglia). La riduzione, quindi, non potrà portare il reddito di cittadinanza mai sotto i 300 euro. Inoltre, la riduzione non viene operata per i nuclei familiari composti esclusivamente da componenti non tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del Reddito di cittadinanza (cioè dove tutti i componenti sono inoccupabili) e per i nuclei familiari fino a quando tra i componenti sia presente almeno un soggetto minore di tre anni di età oppure una persona con disabilità grave o non autosufficienza, come definiti a fini ISEE. La riduzione è sospesa dal mese successivo a quello in cui almeno un componente del nucleo familiare abbia avviato attività da lavoro dipendente o autonomo da almeno un mese continuativo. A decorrere dal termine di sospensione il beneficio è rideterminato nelle modalità ordinarie e la riduzione sarà attivata nuovamente a partire dal sesto mese successivo all’eventuale perdita dell’occupazione.
Stop al sussidio
Si ampliano i casi in cui ci sarà uno stop al sussidio. Innanzitutto, questo scatterà dalla seconda offerta di lavoro rifiutata (e non dalla terza come previsto precedentemente). Le offerte dovranno essere entro ottanta chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici, se si tratta di prima offerta, oppure ovunque collocata nel territorio italiano se si tratta di seconda offerta (ma in questo caso solo con contratti stabili). Aumentano, inoltre, i reati che prevedono la revoca immediata del reddito di cittadinanza. Revoca anche se il percettore non si presenta presso il Centro per l’impiego entro il termine da questo fissato mentre prima avveniva se non effettuava la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro anche a seguito del primo incontro presso il centro per l’impiego ovvero presso i servizi competenti per il contrasto della povertà, ad eccezione dei casi di esclusione ed esonero.
Progetti utili alla collettività
Nell’ambito dei progetti utili alla collettività, i Comuni sono tenuti ad impiegare almeno un terzo dei percettori di reddito di cittadinanza residenti. Lo svolgimento di tali attività da parte dei percettori di RdC è a titolo gratuito e non è assimilabile ad una prestazione di lavoro subordinato o parasubordinato e non comporta, comunque, l’instaurazione di un rapporto di pubblico impiego con le amministrazioni pubbliche.
Controlli
Ci saranno più controlli, soprattutto a carico dei comuni. L’Inps controllerà i beni dei percettori, anche quelli all’estero, definiendo annualmente, entro il 31 marzo, un piano di verifiche dei requisiti patrimoniali dichiarati nella dichiarazione sostitutiva unica. Il Piano di verifica può prevedere anche lo scambio di dati con le competenti autorità dello Stato estero, sulla base di accordi bilaterali. I Comuni effettuano a campione, all’atto della presentazione dell’istanza, verifiche sostanziali e controlli anagrafici sulla composizione del nucleo familiare dichiarato nella domanda per l’accesso al reddito di cittadinanza e sull’effettivo possesso dei requisiti nonché, successivamente all’erogazione del beneficio, sulla permanenza degli stessi. A tal fine l’Inps rende disponibili ai Comuni le informazioni rilevanti tramite piattaforma.
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