- Investimenti in rinnovabili, economia circolare, riqualificazione degli edifici e biodiversità
- La transizione ecologica dovrà andare di pari passo a una transizione burocratica e digitale
- Nuovi posti di lavoro e formazione per un’economia verde e digitale
Saranno 69,8 i miliardi destinati alla Missione 2 dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per favorire la transizione ecologica e lo sviluppo ambientale sostenibile nel nostro Paese.
Lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento e l’acidificazione degli oceani, la perdita di biodiversità, la desertificazione hanno reso evidente come il cambiamento climatico sia un processo ormai irreversibile. L’unico modo per arginare questi fenomeni è quello di avviare riforme strutturali e investimenti significativi.
In questa direzione si sta, per esempio muovendo l’Unione Europea che con lo European Green Deal ha pianificato una serie di importanti riforme per rendere sostenibile l’economia europea, intervenendo in settori strategici della società, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e gas clima alteranti almeno del 55% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica (emissioni zero) entro il 2050.
La transizione ecologica in Italia
La transizione ecologica rappresenta un’occasione unica per il nostro Paese, sia perché esso possiede un ecosistema naturale, agricolo e di biodiversità straordinario, sia perché proprio a causa della sua particolare conformazione geografica e degli abusi ecologici subiti nel tempo è maggiormente esposto a rischi climatici rispetto ad altri paesi.
L’Italia, inoltre, non dispone di consistenti riserve di combustibili fossili, ma può trarre un grande vantaggio dall’abbondanza di risorse rinnovabili a basso impatto ambientale, soprattutto al Sud. In particolare, occorre puntare su ricerca e innovazione, su una produzione e un uso pulito ed efficiente dell’energia, su un trasporto pubblico sostenibile e una più oculata gestione dei rifiuti e delle risorse idriche.
La transizione ecologica è una sfida che richiede cambiamenti strutturali, spesso rallentati da una burocrazia eccessiva o limitati a pochi settori, come quello energetico. Se di transizione ecologica si vuole parlare, questa dovrà, senza dubbio, andare di pari passo a una transizione burocratica (riforme nei processi autorizzativi e nella governance) e a una transizione digitale (investimenti in nuove tecnologie e digitalizzazione).
La transizione verde dovrà avvenire in modo inclusivo ed equo, riducendo il divario tra le regioni italiane, pianificando la formazione e l’adeguamento delle competenze, il reclutamento di personale tecnico, altamente specializzato e favorendo la presa di coscienza da parte dei cittadini, in particolare dei giovani, delle opportunità offerte dalla transizione ecologica.
Le risorse destinate alla Missione 2 del PNRR saranno ripartite in 4 componenti:
- Economia circolare e agricoltura sostenibile (7 miliardi di euro);
- Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile (18,22 miliardi di euro);
- Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (29,55 miliardi di euro);
- Tutela del territorio e della risorsa idrica (15,03 miliardi di euro).
Economia circolare e agricoltura sostenibile
La prima componente della Missione 2 si propone di rendere l’economia più competitiva, inclusiva e sostenibile. Tra gli obiettivi primari ricordiamo:
- migliorare la gestione dei rifiuti, consolidando le infrastrutture per la raccolta differenziata spesso carenti, realizzando nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti, investendo sulla produzione di materie prime secondarie, che riducono lo smaltimento dei rifiuti nei settori industriali, fornendo supporto tecnico alle autorità locali;
- attuare il paradigma dell’economia circolare, limitando l’impatto ambientale e climatico, riducendo gli inquinanti e C02, creando nuovi posti di lavoro green, puntando su tecnologie avanzate di riciclo meccanico e chimico delle plastiche, innalzando la percentuale di riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche, di carta e cartone e di materiale tessile, stimolando la conversione dei rifiuti in biogas e biometano e realizzando, infine, un sistema di monitoraggio degli “scarichi illegali”, con l’impiego di satelliti, droni e tecnologie di Intelligenza Artificiale;
- dare vita a una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la sostenibilità e competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, irrobustendo l’infrastruttura logistica dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, effettuando investimenti in innovazione, ammodernamento dei macchinari agricoli e digitalizzazione della logistica, minimizzando l’impatto ambientale del sistema trasporti, potenziando le capacità di stoccaggio delle materie prime e le capacità di esportazione delle PMI agroalimentari italiane, rafforzando la capacità logistica dei mercati all’ingrosso, garantendo la tracciabilità dei prodotti, riducendo gli sprechi alimentari, incentivando l’installazione di pannelli ad energia solare, realizzando una riqualificazione delle strutture produttive, con la rimozione dell’eternit/amianto sui tetti e il miglioramento della coibentazione e dell’areazione;
- sviluppare progetti integrati (circolarità, mobilità, rinnovabili) su isole e comunità, investendo in isole verdi (gli investimenti si concentreranno su 19 piccole isole, che faranno da “laboratorio” per lo sviluppo di modelli “100% green” e autosufficienti), in green communities (30 comunità locali, anche tra loro coordinate, che metteranno in atto piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale), in cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali tra i cittadini promuovendo stili di vita sostenibili e comportamenti virtuosi, coinvolgendo influencers e leader di pensiero e veicolando i contenuti sulle tematiche di transizione ecologica attraverso podcast, video per scuole, documentari, long forms e una piattaforma dedicata, aperta e accessibile a tutti.
Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile
Gli obiettivi di questa seconda componente sono:
- accrescere la quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile (FER) nel sistema (sviluppo agro-voltaico; promozione di rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo, promozione di impianti innovativi e sviluppo del biometano);
- incrementare e digitalizzare le infrastrutture di rete per sostenere l’aumento di produzione da FER e rafforzarne la resilienza a fenomeni climatici estremi;
- promuovere la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno (semplificazione amministrativa e rimozione degli ostacoli normativi alla diffusione dell’idrogeno, misure volte a promuovere la competitività dell’idrogeno, come la produzione in aree dismesse, utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate, creazione di stazioni di ricarica di idrogeno per il trasporto stradale e ferroviario, investimenti in ricerca e sviluppo);
- dare vita a un trasporto locale più sostenibile e meno inquinante (riduzione dell’inquinamento acustico, dell’aria e diminuzione di congestioni), anche attraverso la creazione di nuovi servizi, lo snellimento delle procedure di valutazione dei progetti nel settore, il rafforzamento della mobilità “soft”, favorendo l’intermodalità e l’utilizzo di biciclette, gli investimenti nel trasporto rapido di massa, la realizzazione di infrastrutture di ricarica elettrica pubblica e il rinnovo di flotte bus e treni verdi;
- sviluppare una leadership internazionale industriale e di ricerca e sviluppo nelle principali filiere della transizione (rinnovabili e batterie, idrogeno, bus elettrici, supporto a start- up e venture capital attivi nella transizione ecologica).
Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
Gli obiettivi della terza componente della Missione 2 sono:
- aumentare l’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato e la riqualificazione energetica degli edifici, rendendo più snelle le procedure, avviando un piano di sostituzione e di riqualificazione energetica degli edifici scolastici, incentivando la sicurezza sismica e lo sviluppo delle aree verdi, rendendo più efficienti da un punto di vista energetico gli edifici giudiziari, introducendo misure come l’ecobonus e il sismabonus fino al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici, sviluppando sistemi di teleriscaldamento efficienti.
- stimolare gli investimenti locali, creare posti di lavoro, promuovere la resilienza sociale e l’integrazione delle energie rinnovabili.
Tutela del territorio e della risorsa idrica
Gli obiettivi individuati per la quarta componente della Missione sono:
- rafforzare la capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico in un Paese a forte rischio idrogeologico, attraverso sistemi avanzati e integrati di monitoraggio e analisi (osservazione satellitare, droni, sensoristica da remoto, reti di telecomunicazione a funzionamento continuo con i più avanzati requisiti di sicurezza, sale di controllo centrali e regionali per analizzare le informazioni raccolte sul campo, sistemi e servizi di cyber security per la protezione da attacchi informatici);
- prevenire e contrastare le conseguenze del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio (accelerazione e snellimento delle procedure per l’attuazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico, misure per la gestione del rischio di alluvione e riduzione del rischio idrogeologico, interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni);
- salvaguardare la qualità dell’aria e della biodiversità del territorio, attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine (adozione di programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico, tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano, digitalizzazione dei Parchi nazionali, rinaturificazione dell’area del Po, bonifica dei siti orfani, ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini);
- garantire la sicurezza dell’approvvigionamento idrico e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo (investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico, riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo, in fognature e impianti di depurazione, semplificazione normativa per la realizzazione degli investimenti nelle infrastrutture di approvvigionamento idrico, revisione e rafforzamento del modello di governance dei consorzi di bonifica, misure per garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati).
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