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Pnrr, Missione 6 “Salute”: assistenza territoriale e sanità digitale
07 Lug 2021 09:10

  • Investimenti in reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale
  • Risorse anche per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale
  • Percorsi di formazione digitale e manageriale per una sanità più efficiente ed efficace

La pandemia ha reso ancora più evidente l’importanza della salute e il ruolo strategico che i servizi sanitari rivestono all’interno della nostra società. Ecco perché la Missione 6 del PNRR (Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza) ha riservato a questo tema cruciale ben 15,63 miliardi di euro.

Tali risorse serviranno a creare reti di prossimità, nuove strutture sanitarie, a investire nella telemedicina e a definire un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione, in linea con l’approccio “One-Health”, un modello sanitario, basato sull’integrazione di discipline diverse e sulla stretta interdipendenza tra salute umana, salute animale e salute dell’ecosistema.

Questa missione cerca, dunque, di affrontare i limiti evidenti del nostro Paese in tema di salute: il gap tra regioni, i lunghi tempi di attesa nell’erogazione di servizi e prestazioni, la scarsa integrazione tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali, l’incapacità di definire efficaci strategie di risposta ai rischi ambientali, climatici e sanitari.

Con la dote della Missione 6 del PNRR si cercherà di contrastare le fragilità del nostro sistema sanitario, puntando su nuove infrastrutture, su tecnologie avanzate, su elevate competenze digitali, professionali e manageriali, su nuovi e più efficaci processi per l’erogazione delle prestazioni e delle cure e su una migliore connessione tra la ricerca, l’analisi dei dati e la loro programmazione a livello strutturale.

Gli obiettivi della Missione

Ecco i principali obiettivi della Missione 6 “Salute” del Pnrr:

  • rafforzare la prevenzione e l’assistenza sul territorio e l’integrazione fra servizi sanitari e sociali;
  • garantire equità di accesso alle cure e nell’erogazione delle prestazioni;
  • ammodernare la dotazione infrastrutturale del SSN, investire nel capitale umano, in formazione, risorse digitali, strutturali, strumentali e tecnologiche;
  • promuovere la ricerca scientifica in ambito biomedico e sanitario.

In particolare, la Missione 6 si articola in 2 specifiche componenti:

  • reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale.
  • innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.

Pnrr, Missione 6: reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale

Gli obiettivi generali di questa componente saranno:

  • potenziare il SSN, allineando i servizi ai bisogni delle comunità e dei pazienti, attraverso la definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale. Verranno rafforzate le prestazioni erogate sul territorio, anche attraverso strutture e presidi territoriali come le Case della Comunità, strutture con un punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie e in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e che potranno ospitare anche assistenti sociali. La presenza degli assistenti sociali rafforzerà, poi, il ruolo dei servizi sociali territoriali, favorendo una maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale. Sarà realizzata un’infrastruttura informatica, un punto prelievi, potenziata la strumentazione polispecialistica per garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento. Tra i servizi inclusi anche il punto unico di accesso (PUA) per le valutazioni multidimensionali, dedicati alla tutela della donna, del bambino e delle famiglie. Saranno, inoltre, presenti servizi sociali e assistenziali rivolti prevalentemente ad anziani e fragili;
  • rafforzare le strutture e i servizi sanitari di prossimità e i servizi domiciliari, per limitare i ricoveri inappropriati, aiutando la persona anziana o il disabile a raggiungere un maggiore grado di autonomia e indipendenza. Si cercherà di identificare un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari, che sfrutti al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (come la telemedicina, la domotica, la digitalizzazione). Presso ogni Azienda Sanitaria Locale (ASL) sarà realizzato un sistema informativo in grado di rilevare i dati clinici in tempo reale, verranno attivate 602 Centrali Operative Territoriali (COT) con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza;
  • sviluppare la telemedicina per superare la frammentazione e la mancanza di omogeneità dei servizi sanitari offerti sul territorio e per sostenere l’assistenza domiciliare. A beneficiare dell’introduzione di strumenti di domotica, telemedicina e telemonitoraggio saranno soprattutto i pazienti con malattie croniche. Le nuove tecnologie in medicina aiuteranno a ridurre gli attuali divari geografici e territoriali in termini sanitari, grazie all’armonizzazione degli standard di cura, assicureranno una migliore “esperienza di cura”, miglioreranno i livelli di efficienza dei sistemi sanitari regionali, tramite la promozione dell’assistenza domiciliare e di protocolli di monitoraggio da remoto. I progetti potranno riguardare ogni ambito clinico e promuovere un’ampia gamma di funzionalità lungo l’intero percorso di prevenzione e cura: tele-assistenza, tele-consulto, tele-monitoraggio e tele-refertazione. L’attivazione dell’Ospedale di Comunità, una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata, ridurrà il carico dei pronto soccorso o di altre strutture di ricovero ospedaliero o il ricorso ad altre prestazioni specialistiche. L’Ospedale di Comunità faciliterà, infine, la transizione al proprio domicilio, dando alle famiglie il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico alle esigenze di cura dei pazienti.

Pnrr, Missione 6: innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale

Gli obiettivi di questa seconda componente saranno:

  • sviluppare una sanità pubblica, che valorizzi gli investimenti nel sistema salute in termini di risorse umane, digitali, strutturali, strumentali e tecnologici. Il primo passo consisterà nella riorganizzazione degli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere scientifico), nel miglioramento della loro gestione strategica e in una più efficace definizione delle loro aree di competenza. Si procederà con la creazione di una rete integrata fra gli Istituti per facilitare lo scambio di competenze specialistiche con le altre strutture del SSN. Sarà rafforzata la governance aziendale per sviluppare una ricerca sanitaria di qualità e verrà ammodernato il parco tecnologico ospedaliero, tramite l’acquisto di 3.133 nuove grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico (TAC, risonanze magnetiche, Acceleratori Lineari, Sistema Radiologico Fisso, Angiografi, Gamma Camera, Gamma Camera/TAC, Mammografi, Ecotomografi) e attraverso interventi per la digitalizzazione di 280 strutture sanitarie, sede di Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) di I e II livello. Verrà ampliato il numero dei posti letto di terapia intensiva (+3.500 posti letto per garantire lo standard di 0,14 posti letto di terapia intensiva per 1.000 abitanti) e semi-intensiva (+4.225 posti letto), verranno separati i percorsi all’interno del pronto soccorso e incrementati i mezzi per i trasporti secondari. Saranno realizzati investimenti per ospedali più sicuri e sostenibili, adeguando gli edifici ospedalieri alle norme vigenti in materia di costruzioni in area sismica. Inoltre, verrà potenziato il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) per garantirne la diffusione, l’omogeneità e l’accessibilità su tutto il territorio nazionale da parte degli assistiti e degli operatori sanitari. Il FSE svolgerà tre funzioni chiave: sarà un punto di accesso per le persone e i pazienti per la fruizione di servizi essenziali forniti dal SSN, una base dati per i professionisti sanitari contenente informazioni cliniche omogenee con l’intera storia clinica del paziente, uno strumento per le ASL, che potranno utilizzare le informazioni cliniche del FSE per effettuare analisi di dati e migliorare la prestazione dei servizi sanitari. Il secondo passo consisterà nel rafforzare l’infrastruttura tecnologica attraverso il potenziamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), ovvero dell’infrastruttura e degli strumenti di analisi del Ministero della salute per il monitoraggio dei LEA e la programmazione di servizi di assistenza sanitaria alla popolazione, che siano in linea con i bisogni, l’evoluzione della struttura demografica della popolazione, i trend e il quadro epidemiologico per migliorare l’offerta sanitaria. Il progetto includerà il potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e applicativa del Ministero della Salute, il miglioramento della raccolta, del processo e della produzione di dati NSIS a livello locale, lo sviluppo di strumenti di analisi avanzata per studiare fenomeni complessi e scenari predittivi, per migliorare la capacità di programmazione dei servizi sanitari e rilevare malattie emergenti. Sarà, inoltre, creata una piattaforma nazionale, dove domanda ed offerta di servizi di telemedicina forniti da soggetti accreditati possa incontrarsi;
  • rafforzare la ricerca scientifica in ambito biomedico e sanitario. L’obiettivo consisterà nel potenziare il sistema della ricerca biomedica in Italia, rafforzando la capacità di risposta dei centri di eccellenza nel settore delle patologie rare e favorendo il trasferimento tecnologico tra ricerca e imprese. Verranno finanziati i progetti Proof of Concept (PoC) per ridurre il gap fra i risultati del settore della ricerca scientifica e quello dell’applicazione per scopi industriali, programmi di ricerca o progetti nel campo delle malattie rare, dei tumori rari e sulle malattie altamente invalidanti. Il progresso scientifico e l’innovazione tecnologica saranno, poi, accompagnati da un’attenta formazione degli operatori sanitari, che dovranno essere regolarmente aggiornati e formati per garantire l’efficacia, l’adeguatezza, la sicurezza e l’efficienza dell’assistenza fornita dal SSN. In particolare, si investirà nella formazione in medicina di base, verranno rafforzate le competenze manageriali e digitali del personale sanitario, verrà introdotto un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere, saranno incrementate le borse di studio in medicina generale e si punterà sulla formazione specialistica per affrontare il cosiddetto “imbuto formativo”, ovvero la differenza tra il numero di laureati in medicina e il numero di posti di specializzazione post-lauream previsto, così da garantire un adeguato turn-over dei medici specialisti del SSN;
  • potenziare e innovare la struttura tecnologica e digitale del SSN a livello Centrale e Regionale. L’obiettivo è ancora una volta quello di garantire un’assistenza sanitaria efficace ed efficiente, migliorando la qualità e la tempestività delle cure, mettendo al centro il paziente, come parte attiva del processo clinico-assistenziale e garantendo una maggiore capacità di governance e programmazione sanitaria guidata dalla analisi dei dati, nel pieno rispetto della sicurezza e della tutela dei dati e delle informazioni.

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