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Pnrr, Missione 5: una dote di 22,4 miliardi per “Inclusione e Coesione”
23 Giu 2021 07:21

  • Il primo step: una riforma strutturale delle politiche attive del lavoro e della formazione
  • Spazio anche a politiche sociali e di sostegno ai giovani, alle donne e alle categorie più fragili
  • Nuovi servizi, interventi di housing sociale, sport, cultura e rigenerazione urbana contro il degrado

Alla Missione 5 del PNRR (Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza) saranno complessivamente destinati 22,4 miliardi di euro (19,8 miliardi provenienti dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo Complementare).

Tale dote servirà a realizzare una riforma organica delle politiche attive del lavoro, a rafforzare il ruolo strategico dei centri per l’impiego e dei servizi socio-sanitari in un’ottica integrata, ma anche a promuovere progetti di inclusione sociale e rigenerazione urbana, in particolare nelle aree interne e svantaggiate del Paese.

Per farlo gli enti pubblici potranno agire in sinergia con le associazioni del Terzo settore e operatori privati, in un reciproco scambio di competenze ed esperienze.

Gli obiettivi della Missione 5

Ecco gli obiettivi principali della Missione Inclusione e Coesione:

  • il rafforzamento delle politiche attive del lavoro e della formazione di occupati e disoccupati e il contrasto al lavoro sommerso;
  • il sostegno all’imprenditoria femminile;
  • il potenziamento del Servizio Civile Universale;
  • il consolidamento del ruolo dei servizi sociali locali;
  • il miglioramento del sistema di protezione e delle azioni di inclusione a favore di persone in condizioni di estrema emarginazione (es. persone senza dimora) e di deprivazione abitativa con un’ampia offerta di strutture e servizi;
  • l’integrazione tra politiche e investimenti nazionali secondo un approccio multiplo, sia per quanto riguarda la disponibilità di case pubbliche e private più accessibili, sia con riferimento alla rigenerazione urbana e territoriale;
  • la crescita del ruolo dello sport nell’inclusione e integrazione sociale;
  • la realizzazione di interventi speciali per la Coesione territoriale con l’obiettivo di arginare la crisi e di creare le condizioni per uno sviluppo equo e resiliente in ambiti territoriali specifici (aree Interne, Mezzogiorno, periferie ecc.).

Per realizzarli tutti questa Missione si muoverà su più fronti. In primo luogo, cercherà di sostenere l’empowerment femminile, contrastare le discriminazioni di genere, favorire l’incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, sostenere il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.

Inoltre, incoraggerà attività di upskilling, reskilling e life-long learning dei lavoratori per stimolare la produttività e migliorare la competitività delle PMI e introdurrà misure come l’apprendistato duale (formazione e lavoro) e il Servizio Civile Universale creare nuovi posti di lavoro.

Per realizzare la piena autoaffermazione e indipendenza economica delle donne introdurrà, poi, misure a supporto dell’imprenditorialità femminile e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

La Missione prevederà anche politiche sociali a sostegno delle famiglie, dei minori, dei disabili, degli anziani non autosufficienti, in modo da favorire la socializzazione e sostenere percorsi di vita indipendente, anche con la ristrutturazione di alloggi in grado, grazie alle nuove tecnologie, di abbattere o ridurre le barriere fisiche, sensoriali e cognitive, che sono d’ostacolo allo svolgimento autonomo della propria vita quotidiana.

Si assisterà al potenziamento dell’edilizia pubblica residenziale, a misure di housing temporaneo (come le strutture di accoglienza temporanea per gli individui senza fissa dimora o in difficoltà economica) e di housing sociale (alloggi a canone ridotto), ad esempio, per studenti o famiglie monoreddito e per le fasce della popolazione che vivono in condizioni di marginalità sociale.

Gli interventi di costruzione o ristrutturazione di immobili esistenti (pubblici o privati), finanziati dal PNRR, così come gli interventi di rigenerazione urbana, serviranno a riqualificare le periferie e le aree interne del Paese, con uno sguardo sempre attento all’innovazione e alla transizione ecologica.

Verranno, inoltre, rimessi al centro la cultura e lo sport, in quanto strumenti strategici per restituire alle comunità una propria identità e promuovere l’inclusione sociale.

La Missione 5 si articola in 3 componenti:

  • politiche per il lavoro;
  • infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore;
  • interventi speciali per la coesione territoriale.

Le politiche per il lavoro

Gli obiettivi generali di questa componente saranno:

  • Il potenziamento delle politiche attive del mercato del lavoro (ALMPs) e della formazione professionale. Da un lato si vuole sostenere l’occupabilità di lavoratori in transizione e disoccupati, mediante l’ampliamento delle misure di politica attiva del lavoro, nell’ambito del nuovo “Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL)”. Sarà istituito un sistema di presa in carico unico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale (percettori di RdC, NASPI, CIGS), in modo da partire dalla profilazione della persona e costruire percorsi personalizzati di riqualificazione delle competenze. Dall’altro verrà riformato il sistema di formazione professionale in Italia, attraverso l’adozione del “Piano Nazionale Nuove Competenze”, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con l’ANPAL e d’intesa con le Regioni. L’obiettivo è quello di costruire una rete territoriale dei servizi di istruzione, formazione, lavoro anche attraverso partenariati pubblico-privati. Il Piano integrerà anche altre iniziative, riguardanti le misure in favore dei giovani come il rafforzamento del sistema duale e dei NEET, oltre che le azioni per le competenze degli adulti. Per i lavoratori occupati, in particolare, è rafforzato il Fondo nuove competenze, per consentire alle aziende di rimodulare l’orario di lavoro, per consentire la frequenza di percorsi formativi e di aggiornamento. Le riforme e gli investimenti in materia di politiche del lavoro si muovono di pari passo agli interventi previsti Piano d’azione nazionale volto a rafforzare la lotta al lavoro sommerso nei diversi settori dell’economia. Tali azioni riguarderanno l’affinamento delle tecniche di raccolta e delle modalità di condivisione dei dati sul lavoro sommerso, volto a migliorare la conoscenza del fenomeno da parte di tutte le Autorità competenti, l’istituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale (comprendente il MLPS, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’INPS, l’INAIL e l’ISTAT) per definire le modalità operative delle attività, la revisione delle sanzioni previste per il lavoro sommerso nei vari settori, il lancio di una campagna informativa rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali, per sensibilizzare i destinatari sul tema. Per migliorare le misure di politica attiva del lavoro, l’offerta dei servizi di accoglienza, orientamento, presa in carico, analizzare i fabbisogni di competenze e costruire piani formativi personalizzati sarà necessario rafforzare i Centri per l’Impiego, potenziando il personale e integrando i sistemi regionali con quelli nazionali, coinvolgendo stakeholder pubblici e privati e costruendo reti tra i diversi servizi territoriali;
  • La creazione di imprese femminili e l’introduzione della certificazione della parità di genere. L’obiettivo è realizzare la piena emancipazione economica e sociale della donna e favorirne l’inserimento nel mercato del lavoro, prevedendo una sistematizzazione e ristrutturazione degli attuali strumenti di sostegno, con una visione più vicina ai fabbisogni delle donne, attraverso una strategia integrata di investimenti di carattere finanziario e di servizi di supporto per la promozione dell’”imprenditorialità femminile”. In particolare, saranno realizzati interventi di mentoring, supporto tecnico-gestionale, misure per la conciliazione vita-lavoro, ma anche campagne di comunicazione ed eventi dedicati. Dal punto di vista delle risorse sarà creato e messo a regime il “Fondo Impresa Donna” a sostegno dell’imprenditoria femminile, che rafforzerà finanziariamente: una serie di misure già esistenti, come NITO e Smart&Start, calibrati per dedicare risorse specificatamente all’imprenditoria femminile. Inoltre, l’introduzione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere accompagnerà le imprese nella riduzione dei divari nella crescita professionale delle donne e alla trasparenza salariale, consentendo l’adozione di policy adeguate a ridurre il gap di genere nelle aree più critiche;
  • L’acquisizione di nuove competenze da parte delle nuove generazioni: favorire il matching tra il sistema di istruzione e formazione e il mercato del lavoro, mediante il rafforzamento del “Sistema Duale” (apprendistato che coniuga formazione e lavoro)e il potenziamento del “Servizio Civile Universale” per i giovani tra i 18 e i 28 anni. Il sistema duale sarà finanziato con 600 milioni e promosso nell’ambito del Piano Nazionale Nuove Competenze. L’obiettivo consisterà nel dare vita a percorsi formativi in linea con le esigenze delle imprese e del tessuto produttivo locale. Il potenziamento del Servizio Civile Universale servirà a stabilizzare il numero di operatori volontari e grazie a un percorso di apprendimento non formale, promuovere l’acquisizione di competenze chiave per l’apprendimento permanente (soft skills, competenze personali, sociali, competenze di cittadinanza attiva), diffondere il valore e l’esperienza della cittadinanza attiva dei giovani come strumento di inclusione e coesione sociale, promuovere interventi di valenza sociale più efficaci sui territori, con particolare riguardo alla transizione al verde e al digitale e realizzare servizi a favore delle comunità, anche per alleggerire gli effetti della crisi economica.

Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore

Questa componente valorizzerà la dimensione “sociale” delle politiche sanitarie, urbanistiche, abitative, dei servizi per l’infanzia, per gli anziani, per i soggetti più vulnerabili, così come quelle della formazione, del lavoro, del sostegno alle famiglie, della sicurezza, della multiculturalità, dell’equità tra i generi.

Gli interventi previsti interessano le categorie più fragili, nella loro dimensione individuale, familiare e sociale, così da consentirgli di raggiungere la piena autonomia. Specifiche linee d’intervento saranno dedicate alle persone con disabilità e agli anziani, a partire dalle persone non autosufficienti.

Dal punto di vista sanitario verranno semplificati i percorsi di accesso alle prestazioni e si punterà su una presa in carico multidimensionale e integrata del soggetto, mediante un progressivo rafforzamento dei servizi territoriali di domiciliarità.

In particolare, gli obiettivi generali della componente saranno:

  • Il rafforzamento del ruolo dei servizi sociali territoriali attraverso la definizione di modelli personalizzati per la cura delle famiglie, delle persone di minore età, degli adolescenti e degli anziani, così come delle persone con disabilità. Saranno implementate misure a sostegno delle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti attraverso la costruzione di infrastrutture per i servizi sociali territoriali, interventi per supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità, per rafforzare i servizi sociali a domicilio per garantire la dimissione anticipata e prevenire il ricovero in ospedale delle persone anziane;
  • Miglioramento del sistema di protezione e delle azioni di inclusione a favore di persone in condizioni di estrema emarginazione (es. persone senza dimora) e di deprivazione abitativa attraverso una più ampia offerta di strutture e servizi anche temporanei. L’obiettivo è aiutare le persone senza dimora ad accedere a una sistemazione temporanea, in appartamenti per piccoli gruppi o famiglie, offrendo servizi integrati volti a promuovere l’autonomia e l’integrazione sociale. Saranno due le categorie di interventi: Housing temporaneo, in cui i Comuni, singoli o in associazione, metteranno a disposizione appartamenti per singoli, piccoli gruppi o famiglie fino a 24 mesi e attiveranno progetti personalizzati per singola persona/famiglia e le Stazioni di posta, ovvero centri che offriranno, oltre a un’accoglienza notturna limitata, ulteriori servizi quali servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro, distribuzione di beni alimentarli. Nelle attività saranno coinvolte le associazioni di volontariato, specializzate nei servizi sociali, attraverso una stretta collaborazione con le pubbliche amministrazioni. Inoltre, il progetto prevede azioni incentrate sull’inserimento lavorativo, con il supporto anche dei Centri per l’impiego;
  • Integrazione tra politiche e investimenti nazionali per garantire un approccio multiplo che riguardi sia la disponibilità di case pubbliche e private più accessibili, sia la rigenerazione urbana e territoriale. Saranno previstiinvestimenti nella rigenerazione urbana per ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale e migliorare la qualità del decoro urbano e del contesto sociale e ambientale. In particolare, si punterà sul riutilizzo e la rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie pubbliche esistenti a fini di pubblico interesse, compresa la demolizione di opere abusive, sulla ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi sociali e culturali, educativi e didattici, o alla promozione di attività culturali e sportive che mirino all’innovazione verde e alla sostenibilità. Inoltre, l’intervento Piani urbani integrati rivolto alle periferie delle Città Metropolitane prevederà una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile. Gli interventi potranno anche avvalersi della co-progettazione con il Terzo settore e la partecipazione di investimenti privati nella misura fino al 30% con possibilità di far ricorso allo strumento finanziario del “Fondo dei fondi” BEI. All’interno di questo progetto sarà prevista una specifica linea d’intervento riservata al recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo e per quello industriale, in modo da sottrarli alla sfera d’influenza dei gruppi criminali;
  • Il riconoscimento del ruolo dello sport nell’inclusione e integrazione sociale come strumento di contrasto alla marginalizzazione di soggetti e comunità locali. L’investimento favorirà il recupero delle aree urbane più degradate e la promozione dell’inclusione e integrazione sociale, attraverso la costruzione di impianti sportivi e la realizzazione di parchi urbani attrezzati.

Interventi speciali per la coesione territoriale

Gli obiettivi generali di questa componente saranno:

  • Il rafforzamento della strategia nazionale per le aree interne, attraverso misure a supporto del miglioramento dei livelli e della qualità dei servizi scolastici, sanitari e sociali e il potenziamento delle Zone Economiche Speciali (ZES), regioni geografiche localizzate nel Mezzogiorno, dotate di una legislazione economica di vantaggio. Nel primo caso verranno rilanciate aree del paese dotate di grandi ricchezze naturali, paesaggistiche e culturali, distanti dai grandi agglomerati urbani e dai centri di servizi, che possiedono però alte potenzialità di sviluppo, basate sulla combinazione di innovazione e tradizione. Si cercherà, inoltre, di intensificare i servizi per anziani, giovani in difficoltà con servizi di natura socio-assistenziale. Tra gli altri investimenti previsti ricordiamo quelli relativi ai servizi sanitari di prossimità, in particolare il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti per renderle strutture in grado di erogare servizi sanitari territoriali, così da coprire maggiormente la gamma di servizi sanitari offerta alla popolazione. Nel secondo caso si punterà a semplificare il sistema di governance delle ZES e a favorire meccanismi in grado di garantire la cantierabilità degli interventi in tempi rapidi, nonché a favorire l’insediamento di nuove imprese. La realizzazione del “Digital One stop Shop ZES” consentirà di semplificare e accelerare le procedure amministrative di insediamento delle imprese nelle aree ZES e di accrescerne l’attrattività nei confronti delle imprese (anche straniere), con conseguente possibile impatto occupazionale;
  • La valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie. Si prevederà la riqualificazione e valorizzazione di almeno 200 beni confiscati alla criminalità organizzata, potenziando il social housing, la rigenerazione urbana, i servizi pubblici di prossimità, i servizi socio-culturali a favore dei giovani e incrementando le opportunità lavorative;
  • Il potenziamento degli strumenti di contrasto alla dispersione scolastica e dei servizi socio-educativi ai minori, attraverso misure in grado di far fronte alla povertà educativa delle regioni meridionali, consolidando i servizi socio-educativi a favore dei minori, finanziando iniziative del Terzo Settore, con specifico riferimento ai servizi assistenziali.

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